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Martedì, 30 Aprile 2024

Le mucche uccidono di più delle scorie nucleari

Se incontrassimo una tigre, la nostra vita sarebbe a rischio? Dipende. La tigre è pericolosa per l'uomo. Molto. Supponiamo di trovarci di fronte a una tigre affamata nella giungla: avremmo pochissime probabilità di sopravvivere. Ma una tigre in gabbia è altrettanto pericolosa? Sì, rimane pericolosa, ma il rischio che ci faccia del male è praticamente zero. Potremmo avvicinarci fino a pochi centimetri e per quanto la tigre sia pericolosa non rappresenterebbe per noi un rischio concreto. Ecco spiegata la differenza - dal punto di vista della gestione della sicurezza - fra i concetti di pericolo (la potenzialità di causare un danno) e rischio (la probabilità che il danno venga effettivamente causato).

Tigri e mucche uccidono di più

Le scorie radioattive sono pericolose? Molto. Se toccassimo del cesio-137, uno degli isotopi radioattivi risultante dalla fissione dell'uranio, è probabile che nel giro di qualche giorno moriremmo da malattia acuta da radiazione, come i pompieri di Černobyl'. Ma le scorie radioattive sono anche rischiose? Dipende. Le scorie trattate, vetrificate, stoccate in contenitori appositi (i "cask") che sono a prova di bomba e disastro aereo, non rappresentano un rischio per l'essere umano. Nella foto (il deposito delle scorie nucleari svizzere) si vede infatti un uomo in mezzo a tonnellate di pericolosissimi materiali radioattivi e non è esposto praticamente a nessun rischio. Come una persona che sia circondata da centinaia di tigri affamate, ma chiuse in gabbia. La tigre oggi non rappresenta più un rischio reale per l'uomo. Purtroppo nel mondo ci sono più tigri in cattività che libere in natura e ogni anno meno di 50 persone vengono uccise globalmente dalle tigri selvatiche, mentre quelle in gabbia ne uccidono una ogni molti anni, perché magari la porta era stata chiusa male o qualcuno ci è finito dentro per errore (perché ricordiamo che per quanto sia basso il rischio zero non esiste). Al contrario le poco pericolose mucche, che tutti facciamo accarezzare ai bambini quando andiamo in un agriturismo, causano 20 morti all'anno nei soli Stati Uniti. Allo stesso modo mentre le scorie radioattive non causano nessuna vittima, proprio perché il rischio viene abbattuto con rigorosissime misure di sicurezza, le polveri sottili e gli ossidi di azoto causati dai combustibili fossili provocano 80.000 morti premature all'anno solo in Italia e tutti noi che viviamo in Pianura Padana perdiamo in media oltre un anno di vita a causa dello smog.

Respiriamo smog e nessuno se ne preoccupa

Cosa rappresenta quindi un maggior rischio per la nostra salute: il poco pericoloso smog o le molto pericolose scorie radioattive? La Sogin ha individuato 67 aree potenziali dove far sorgere il deposito unico italiano per i rifiuti radioattivi (che non sono solo quelli risultanti dalle centrali elettronucleari ormai chiuse da 30 anni ma anche quelli derivanti da attività industriali, mediche e diagnostiche ecc.). Sebbene il deposito rappresenti una opportunità per l'economia locale e per l'occupazione dell'area che verrà scelta, gli amministratori e gran parte dei cittadini delle 67 zone si sono tutti opposti. Eppure quegli amministratori e quei cittadini che hanno irrazionalmente paura del sicurissimo deposito delle scorie fanno spallucce e accettano supinamente di morire prematuramente per lo smog. D'altra parte se dicessero alle persone di fare una passeggiata in mezzo ai cask delle scorie nucleari non so quanti sarebbero tranquilli nel farlo, mentre invece d'inverno a tutti piace stare di fronte a un caminetto, nonostante si respiri benzo(a)pirene e anidride solforosa: un comportamento molto più rischioso. La paura anche irrazionale delle scorie è così grande e radicata che per far stare tutti tranquilli per generazioni e generazioni la scienza ha trovato il modo per risolvere definitivamente il problema: quello dei depositi geologici profondi (nella quarta foto il deposito geologico di Onkalo, in costruzione in Finlandia). I geologi possono individuare delle aree che garantiscono con buona certezza centinaia di migliaia di anni di stabilità geologica così da 'tombare' in modo sicuro le scorie fino al punto che se anche dopo centinaia di migliaia di anni qualcosa cambiasse le scorie ormai decadute sarebbero innocue. Per usare le parole del Centro comune di ricerca dell'Unione europea (JRC) nel suo report sull'energia nucleare: "C'è un ampio consenso nella comunità scientifica che lo smaltimento geologico profondo è la soluzione a lungo termine più sicura per il combustibile nucleare esaurito e le scorie radioattive di alto livello. I depositi geologici profondi si basano su una combinazione multi-barriera che comprende sia barriere ingegneristiche che naturali [...]. Gli impianti di smaltimento sono progettati per essere sicuri in modo passivo dopo la chiusura. I depositi geologici sono progettati in modo tale che il potenziale rilascio radioattivo che si potrebbe verificare in un futuro remoto sia ben al di sotto dei limiti massimi di dose consentita fissato dalla normativa di riferimento, limiti che, a loro volta, sono di ordini di grandezza inferiori ai livelli di radioattività di fondo naturale, così da assicurare che nessun danno sarà mai causato agli esseri umani dal deposito geologico".

Le scorie sono l'ultimo dei problemi

Chi è contrario al nucleare mette spesso al primo punto le scorie radioattive come motivazione per il suo rifiuto. In realtà le scorie radioattive sono forse l'ultimo dei problemi del nucleare. Come abbiamo visto sono pericolose ma non rischiose ma soprattutto sono poche, pochissime. La grande bellezza del nucleare è l'enorme densità energetica del suo combustibile: da poco uranio si ricava moltissima energia. Poco uranio che rilascia pochissime scorie che per quanto siano terribilmente pericolose sono trattabili così da portare il rischio quasi a zero. Seppellire i cask di scorie nei depositi geologici sarebbe come portare le tigri in gabbia all'interno di una giungla impenetrabile, per rimanere all'esempio iniziale. Viceversa altre attività umane, dal bruciare i combustibili fossili al produrre enormi quantità di pale e turbine eoliche, pannelli fotovoltaici e batterie, rilasciano tantissimi rifiuti e scarti che sebbene siano meno pericolosi e non radioattivi sono in quantità tali da mettere molto più a rischio la nostra salute e quella dell'ambiente naturale. E di diversi ordini di grandezza. L'ammontare delle scorie radioattive di alto livello - comprese di involucro - prodotte dalla Francia, che di centrali nucleari ne ha una ventina con 58 reattori, in oltre 50 anni di attività potrebbe essere contenuta in un cubo di 16 metri di lato. Quanto una piccola palazzina di 4 piani. Da 40 anni la Francia è fra i grandi paesi industrializzati quello con le emissioni di CO2 procapite più basse grazie al nucleare, che ha avuto come scarto solo quel cubotto lì. Se la differenza fra rischio e pericolo venisse insegnata a scuola sin dalle elementari forse oggi potremmo affrontare con più serenità la sfida per contenere i cambiamenti climatici di origine antropica, evitando di rifiutare per ignoranza e irrazionalità una soluzione efficace ed efficiente, pulita e sicura, come quella dell'energia nucleare.

Marco Riccardo Ferrari è socio del gruppo scientifico Comitato Nucleare e Ragione

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