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Martedì, 30 Aprile 2024
Scienza e sport

I portieri percepiscono il mondo in modo diverso dagli altri

Lo suggerisce uno studio irlandese: avrebbero infatti una minore propensione a integrare stimoli sensoriali differenti, e una maggiore velocità di analisi, che nascono dalla necessità di prendere decisioni lampo, basandosi su informazioni limitate o incomplete

Il ruolo del portiere è molto diverso da quello degli altri giocatori di una squadra di calcio. Per difendere la porta devono infatti essere capaci di prendere decisioni all’istante, basandosi su informazioni parziali, intuizioni, e i movimenti di una moltitudine di avversari e di compagni di squadra. Non stupirà, forse, che per farlo i portieri professionisti sviluppano un modo di percepire il mondo e di processare le informazioni sensoriali molto diverso differente da quello delle persone normali e dei calciatori che giocano in qualunque altro ruolo. A rivelarlo è uno studio realizzato dai ricercatori della Dublin City University, e pubblicato di recente sulla rivista Current Biology

La ricerca nasce dall’esperienza di Michael Quinn, ricercatore della Dublin City University con un passato come portiere professionista. “A differenza degli altri giocatori di calcio, i portieri devono prendere migliaia di decisioni istantanee, basandosi su informazioni sensoriali limitate o incomplete”, spiega Quinn. “Questo ci ha spinto a pensare che i portieri potessero possedere una migliore capacità di combinare le informazioni provenienti da sensi differenti, e il nostro lavoro ha confermato l’ipotesi”.

Lo studio ha coinvolto 60 volontari, tra  cui portieri e calciatori professionisti e adulti di età paragonabile che non avevano mai giocato a calcio. E si è concentrato su quella che gli esperti conoscono come temporal binding window, o finestra di integrazione sensoriale, un breve lasso di tempo durante il quale i segnali provenienti da sensi differenti – come udito, olfatto e tatto – hanno un’elevata probabilità di essere fusi insieme a livello percettivo. 

Nell’arco di una serie di test, i partecipanti sono stati posti di fronte a degli stimoli visuali (delle immagini) accompagnate da uno stimolo sonoro che veniva presentato dopo un tasso di tempo variabile. Di norma, in una circostanza del genere se viene fatto vedere un singolo bagliore di luce accompagnato da un suono ripetuto due volte in rapida successione, ci sono elevate probabilità che il soggetto percepisca erroneamente due flash di luce, a causa dell’integrazione sensoriale tra udito e vista. Se aumental’intervallo di tempo tra il bagliore e la riproduzione dei suoni si riducono le probabilità che si sperimenti questa illusione sensoriale. E quindi allungando progressivamente questo intervallo i ricercatori possono misurare la lunghezza della finestra di integrazione sensoriale di una determinata persona.

I risultati hanno rivelato che i portieri possiedono in media una finestra di integrazione sensoriale più breve di quella degli altri giocatori di calcio e di chi non ha mai giocato a pallone. E che hanno anche una minore tendenza a integrare stimoli visivi e uditivi. Due caratteristiche che secondo i ricercatori dimostrano una maggiore velocità di valutazione degli stimoli sensoriali, e una maggiore tendenza ad analizzarli separatamente.  

“La nostra ipotesi è che queste differenze nascano dalla natura peculiare del ruolo del portiere – scrivono gli autori dello studio – che promuove l’abilità di questi atleti di prendere decisioni velocemente, spesso basandosi su informazioni sensoriali incomplete”.

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