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Martedì, 30 Aprile 2024
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Quanto ci deve preoccupare il nuovo super vulcano islandese

Nel 2010 il vulcano Eyjafjöll ha creato una nube di cenere che ha paralizzato i voli europei per oltre una settimana ora una intrusione lavica potrebbe distruggere la città di Grindavik, a poco più di 50 chilometri dalla capitale. Rischiamo un nuovo stop ai voli? Cerchiamo di capirci di più

L’Islanda torna a tremare e anche per un’isola che sorge sopra una delle faglie più attive del pianeta, i terremoti di questi giorni sono quanto mai inusuali, e preoccupanti. Le scosse che stanno colpendo la regione della capitale Reykjavík sono infatti dovute alla presenza di un fiume di magma che sta risalendo dal sottosuolo: attualmente il magma ha scavato un tunnel di 15 chilometri a circa 800 metri di profondità, e con ogni probabilità la situazione preannuncia l’imminente eruzione del vulcano Fagradalsfjall, che potrebbe spazzare via la piccola città di Grindavik, situata a poco più di 50 chilometri da Reykjavík. Per questo motivo il governo islandese a dichiarare lo stato di emergenza, e ha evacuato per intero i circa 3.700 abitanti della cittadina.

Grindavik e il vulcano Fagradalsfjall

Che conseguenze potrebbe avere l’eruzione sul resto d’Europa? La domanda è d'obbligo, visto che per molti la situazione riporterà alla mente l’eruzione del vulcano Eyjafjöll del 2010, quando un'enorme nube di cenere ha paralizzato il traffico aereo europeo per 10 giorni, continuando a causare disagi negli aeroporti del nord per circa un mese. La situazione questa volta è però molto diversa. Eyjafjöll era infatti coperto da un ghiacciaio, che entrando in contatto con la lava ha prodotto un'eruzione esplosiva, generando così l'enorme nube di vapore acqueo e ceneri vulcaniche che ha invaso i cieli europei. 

Fagradalsfjall è un sistema vulcanico molto differente, caratterizzato da fenditure sparse su una vasta area pianeggiante, in cui l'elevazione massima non supera i 385 metri e in cui quindi la presenza di neve e ghiaccio è piuttosto contenuta.

L'eruzione del Fagradalsfjall in Geldingadalur nel marzo 2021-3

Video: la spettacolare eruzione del Fagradalsfjall in Islanda nel 2021 

L'eruzione del Fagradalsfjall in Geldingadalur nel marzo 2021-2

Un migliaio di scosse sismiche registrate negli ultimi due giorni fanno pensare che il magna sia ormai pronto ad eruttare. E la deformazione del suolo, che in molti punti si è fratturato in modo eclatante, ha permesso di calcolare l’estensione e la posizione del fiume di magna che attualmente scorre a meno di un chilometro di profondità, per circa 15 chilometri.

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Grazie ai dati raccolti dagli interferometri della costellazione di satelliti COSMO-SkyMed, sviluppati dall’Agenzia Spaziale Italiana, gli esperti chiamati a raccolta dal governo islandese hanno potuto calcolare che il tunnel di magna passa proprio al di sotto dell’area occupata dalla cittadina di Grindavik, spingendo il governo a dichiarare lo stato di emergenza per procedere con l’evacuazione degli abitanti. 

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Se l’eruzione avvenisse nei pressi della città, il destino dell’insediamento sarebbe segnato: un’eventualità a cui i cittadini islandesi non sono poi così abituati, visto che nonostante l’intesa attività vulcanica dell’isola non si registrano danni in aree abitate dall’eruzione del vulcano Heimaey, che risale al 1973. 

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Le probabilità che l’eruzione del vulcano Fagradalsfjall dia origine a una nube capace di provocare problemi per il traffico aereo europeo, simili a quelli visti nel 2010, è considerata invece al momento bassa dagli esperti. La linea tracciata dal magna sotterraneo non permette però di escludere l’eventualità di un’eruzione sottomarina nei pressi della costa, che aprirebbe la possibilità di un evento esplosivo dalle conseguenze attualmente difficili da calcolare. 

"Il blocco del traffico aereo è possibile ma improbabile" ha commentato a proposito John Smellie, professore di vulcanologia dell’Università di Leicester. "Se dell’acqua dovesse entrare nel condotto vulcanico l’eruzione potrebbe diventare estremamente esplosiva, e creare delle polveri che impatterebbero sui voli. Probabilmente però i disagi sarebbero di breve durata, perché le riserve di acqua con ogni probabilità di esaurirebbero relativamente in fretta".

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