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Sabato, 27 Aprile 2024
Misteri geologici / Nuova Zelanda

Ecco Zealandia, il continente perduto (e ora riscoperto)

Il continente, sommerso per il 95% dall'Oceano Pacifico, è stato mappato completamente: Nuova Zelanda e Nuova Caledonia rappresentano le uniche terre emerse

Un incredibile mistero geologico è rimasto nascosto per milioni di anni sotto alle acque dell’Oceano Pacifico: Zealandia, un continente sommerso di cui Nuova Zelanda e Nuova Caledonia rappresentano le uniche terre emerse. La scienza ha scoperto la sua esistenza solamente nel 2017, e ad appena 5 anni di distanza è diventato il primo continente ad essere mappato per intero sopra, e sotto, la superficie dell’oceano. Un traguardo reso possibile dagli sforzi di un team di geologi australiani e neozelandesi, che ha permesso di identificare moltissime caratteristiche inusuali di questo continente sommerso, e di chiarire la sua storia evolutiva, dai tempi in cui era ancora parte, insieme all'Oceania e all'Antartide, del supercontinente Gondwana, al suo distacco avvenuto intorno a 60 milioni di anni fa, fino ad oggi. 

Zealandia, conosciuto anche come Te Riu-a-Māui (colline, valli e pianure del Maui) in lingua maori, è composto da una piattaforma continentale di circa cinque milioni di chilometri quadrati, di cui il 95% giace attualmente sotto alle acque dell’Oceano Pacifico. È stato riconosciuto come continente a sé stante nel 2017 dallo stesso gruppo di ricercatori che ha realizzato la nuova mappatura, sulla base di caratteristiche geologiche che lo differenziano nettamente dai fondali oceanici limitrofi. E quindi mappato in parte nel 2019 da una ricerca che si è concentrata sulla porzione meridionale del continente. 

Con il nuovo studio, pubblicato nelle scorse settimane sulla rivista Tectonics, il puzzle è completo: i ricercatori hanno infatti concluso la mappatura dell’area Nord del continente, situata tra Nuova Zelandia, Nuova Caledonia e Australia, scoprendo l’esistenza di un’area soggetta a importanti fenomeni vulcanici la cui esistenza aiuta a spiegare le dinamiche che hanno portato al distacco di Zealandia dall’antico supercontinente Gondwana. In un periodo compreso tra 100 e 60 milioni di anni fa, infatti, l’intera zona di contatto tra l’attuale Zealandia e l’antico supercontinente si sarebbe trasformata in una regione fortemente vulcanica, propiziando la separazione tra le due masse continentali. 

“Fino ad oggi, il ruolo del magma nel disfacimento di Gondwana è stato sempre sottovalutato”, spiega Wana Stratford, geofisica dell’Institute of Geological and Nuclear Sciences Limited che ha collaborato alla ricerca. Le antiche colate laviche identificate nella nuova mappatura coprono un’area di circa 250mila chilometri quadrati, pari all’intera Nuova Zelanda, che attraversa l’intero continente di Zealandia. Oltre a questo, la mappatura ha identificato un sostrato di granito formatosi tra i 250 e i 100 milioni di anni fa, che attraversa per intero Zealandia, fornendo ulteriori prove a sostegno della sua classificazione come continente a sé stante. Un argomento che ancora oggi rimane relativamente controverso, perché non esistono criteri scientifici univoci per la classificazione dei continente, né un organismo preposto a prendere la decisione. Per questo motivo, gli autori della nuova ricerca assicurano che continueranno a studiare le caratteristiche e i misteri di Zealandia, con la speranza che il loro lavoro contribuisca a familiarizzare il grande pubblico con il continente sommerso, fino a spingere l’intera comunità scientifica a riconoscerne l’esistenza. 

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