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Venerdì, 26 Aprile 2024
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RAEE, in media 8 elettrodomestici inutilizzati nelle case degli italiani

Nelle case di ogni famiglia italiana ci sono in media 8 elettrodomestici - tra grandi e piccoli - non funzionanti o non più in uso, per un totale di circa 200 milioni di pezzi. Un vero e proprio “tesoro” nascosto (e dimenticato) nei cassetti, in garage o in cantina

Al primo posto, tra i grandi elettrodomestici non più funzionanti che gli italiani tengono nel garage, troviamo i condizionatori portatili (il 32% non sono più in uso), seguiti da asciugatrici (21%) e da boiler elettrici (16%). Tra quelli più piccoli, invece, in vetta alla classifica svettano le pianole (48%), seguite dai video registratori (43%) e dai monitor per il tubo catodico (38%). Nelle nostre cucine restano inutilizzate anche le friggitrici (32%), i macinacaffè (31%) e i tostapane (20%). Insomma nei garage degli italiani sono stipati un totale di circa 200 milioni di pezzi. Stiamo parlando dei principali risultati del “Rapporto di ricerca sulle abitudini di utilizzo e smaltimento delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) da parte dei consumatori italiani” realizzato da Ipsos per Ecodom, il Consorzio italiano nella gestione dei RAEE, presentati ieri a Milano presso Dream Factory.
 

Perché le famiglie non vogliono liberarsi di questi ingombranti elettrodomestici? È proprio su questa peculiarità degli italiani che questa ricerca, realizzata in collaborazione con Doxa, vuole indagare.
 

Dall’indagine escono fuori dieci profili che tratteggiano gli atteggiamenti più comuni tra le famiglie italiane.

Al primo posto ci sono i “disinteressati” (circa il 31% del campione), di cui fanno parte, dice Doxa, «anche i pigri e i disinformati, ovvero quelli del “come faccio a liberarmene”, “non saprei a chi rivolgermi”, “la prossima volta me ne libero”. In altre parole non hanno mai il tempo di andare all’isola ecologica o peggio non sanno nemmeno dove si trova e tutto sommato, neanche sono interessati a saperlo. A questo identikit rispondono prevalentemente le famiglie over 50, con un livello di istruzione basso e che vivono soprattutto nel sud e nelle isole.
 

Al secondo posto troviamo “i razionali”, ovvero gli accumulatori, gli oculati e gli appassionati del fai-da-te (circa il 29%): Sono quelli del “non si sa mai, potrebbero sempre servire”, del “meglio uno di scorta, anche se non funziona”, del “magari un giorno potrei ripararlo”. Questi profili sono diffusi in tutte le fasce di età e ben distribuiti sul territorio nazionale, con una lieve predominanza nelle regioni del centro.
 

Il terzo filone è costituito dagli “emotivi” (circa il 20% del campione): Nostalgici o idealisti, sono quelli del “magari un giorno diventa un pezzo di design”, del “ci sono affezionato”, del “gli apparecchi di una volta non esistono più”. Fra loro, quasi tutti sono over 50.

Abbiamo inoltre i polemici (circa l’11%), ovvero quelli del “per me è faticoso portarli all’isola ecologica, potrebbero venire a prenderseli”, e i diffidenti (circa il 9%), cioè quelli del “non sono convinto, chissà dove vanno a finire”. Tra i polemici prevalgono soprattutto gli under 35, mentre tra i diffidenti gli over 50.
 

Prendendo in considerazione la tipologia di apparecchiatura elettrica o elettronica, si legge nella nota di Ecodom, scopriamo che i piccoli elettrodomestici vengono conservati soprattutto per disinteresse: la motivazione che adduce il 12% degli intervistati è che “lì dove sono non danno alcun fastidio”; seguiti da chi pensa che “potrebbero sempre servire”,(ovvero gli oculati, 12%) e da chi ritiene che “è meglio averne uno di scorta” (gli accumulatori, 11%).
 

Cambia la motivazione per quelli grandi, che lo ritengono un’operazione faticosa: nel 13% degli intervistati, infatti, emerge un’atteggiamento polemico, seguito da chi se ne disinteressa (11%) e da “chi non trova mai il tempo di portarli all’isola ecologica” (10%).

Purtroppo non tutti sanno che da questi elettrodomestici si possono ricavare moltissime materie prime: da un frigorifero, ad esempio, si ottengono fino a 28 kg di ferro, 6 kg di plastica e oltre 3 kg tra rame e alluminio. È facilmente comprensibile come il riciclo di questi oggetti sia davvero importante.
 

 “I RAEE possono diventare risorse preziose se correttamente trattati – commenta Giorgio Arienti, Direttore Generale di Ecodom - e ciascuno di noi può svolgere un ruolo decisivo per valorizzare il ‘tesoro’ nascosto (e dimenticato) nelle nostre case. D’altra parte, se non ce ne liberiamo in modo non corretto, quegli stessi RAEE rappresentano un rischio per l’ambiente, in quanto contengono sostanze altamente inquinanti; motivo per cui la legge ne prevede la raccolta differenziata e il trattamento da parte di impianti specializzati. È dunque fondamentale - conclude il Direttore Generale di Ecodom - che aumenti la responsabilità individuale sul tema della raccolta e trattamento degli elettrodomestici a fine vita. Con soli 4 kg pro capite annui di RAEE correttamente trattati, l’Italia si colloca oggi appena al 16° posto della graduatoria europea ed è lontanissima dagli obiettivi di raccolta stabiliti dalla nuova direttiva comunitaria sui RAEE, pari a circa 12 kg/abitante annui (il triplo degli attuali) a partire dal 2019”.

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