rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
L'ipotesi si allontana

Lo stop del ministro Abodi al "condono" per i debiti del calcio

Il ministro si è detto contrario all'emendamento per rateizzare in cinque anni le tasse delle società sportive: "L'opinione pubblica non capirebbe"

Si allontana l'ipotesi di una sorta di "condono" per il calcio e in particolare per i club di Serie A. Nel pomeriggio è arrivata infatti la presa di posizione, piuttosto decisa, del ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi nel corso di un question time alla Camera. Di cosa parliamo? Dell'emendamento bipartisan al decreto Aiuti quater per la dilazione dei debiti fiscali dei club di serie A, B e C. La modifica firmata in commissione bilancio al Senato dai capigruppo di Fratelli d'Italia, Forza Italia, Pd e Udc, prevede infatti la possibilità per le società di rateizzare i debiti fiscali congelati.

Si tratta di una somma che si aggira sugli 800 milioni di euro (di cui circa 500-600 in capo alle società di serie A) che andrebbe pagata entro il 22 dicembre se i club vogliono evitare le sanzioni e gli interessi connessi. Va da sé che l'emendamento dovrebbe servire a salvare quelle società che hanno problemi di bilancio. 

Già oggi legge prevede per tutti i contribuenti la facoltà di rateizzare i debiti fino a 5 anni, ma con una sanzione del 10%. Se l'emendamento venisse approvato i club avrebbero la possibilità di pagare il dovuto in 60 rate di pari importo da versare in cinque anni senza interessi e sanzioni. Da Abodi però è arrivato un secco no. "Siamo contrari - ha detto il ministro -, perché riteniamo che il sistema sportivo, all'interno del settore sportivo quello calcistico e all'interno di quello calcistico il massimo livello professionistico, possano e debbano trovare soddisfazione delle loro esigenze all'interno del corpo normativo e con parità di trattamento e condizione rispetto al sistema delle imprese". Nessuna corsia preferenziale dunque. I club vanno trattati come tutte le altre imprese.

Abodi ha spiegato che "ci sono società virtuose che pagano in maniera puntuale tutti i loro adempimenti nei confronti dei fornitori, dei tesserati, dell'erario delle banche, investono in infrastrutture e magari fanno l'acquisto di un giocatore in meno per rispettare le regole, mentre altri hanno un paradigma gestionale diverso e noi dobbiamo garantire i principi, i valori". E ancora: "Siamo contrari a delle norme ad hoc per le società sportive e di Serie A in particolare. Le società sportive rientrano nel novero delle imprese e non ci sono le condizioni per mettere a disposizione strumenti esclusivi. L'opinione pubblica non capirebbe".

Il ministro ha poi aggiunto: "Non posso che confermare la decisione che è presa e formalizzata e cercherò di difendere a qualsiasi costo nei limiti di quello che mi è consentito. È una posizione unitaria sul tema, non equivocabile, non solo in ottica di destinazione delle risorse". Già ieri, secondo fonti del governo, il ministro dell'economia e delle finanze avrebbe fatto trapelare la contrarietà a un provvedimento di questo tipo. Il Parlamento, com'è ovvio che sia, resta sovrano e non è detto che alla fine l'emendamento non venga approvato. Ma per i club che sperano in una dilazione le parole del ministro dello Sport non sono una buona notizia. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Lo stop del ministro Abodi al "condono" per i debiti del calcio

Today è in caricamento