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Sabato, 27 Aprile 2024
il caso / Udine

Cos'è questa storia dei cori razzisti contro il portiere del Milan Mike Maignan

Lungo post del calciatore rossonero dopo quanto successo durante la gara contro l'Udine: "Un intero sistema deve assumersi le responsabilità".

Cori razzisti e insulti rivolti a una stella del calcio della Serie A. Fa discutere quanto è accaduto durante la partita che il Milan ha disputato contro l'Udinese il 20 gennaio, gara interrotta perché sono stati rivolti a più riprese insulti razzisti contro il portiere dei rossoneri Mike Maignan nello stadio friulano. I fattacci attorno alla mezz'ora di gioco: già al 26esimo il 28enne francese aveva richiamato l'arbitro Maresca lamentando che dalla curva nord dei tifosi friulani alle sue spalle qualcuno gli aveva urlato "monkey", scimmia in inglese. Al 33esimo, dopo un primo annuncio dello speaker dello stadio, gli insulti sono stati ripetuti e Maresca ha sospeso il match e Maignan ha lasciato il campo, seguito dai compagni di squadra. Anche i giocatori dell'Udinese hanno abbracciato Maignan in segno di solidarietà.

Dopo cinque minuti di stop, la gara è ripresa. Dagli altoparlanti della Bluenergy Arena sono stati fatti in tutto tre annunci. Ora scatteranno le indagini: il questore di Udine, Alfredo D'Agostino, ha fatto sapere che Digos e reparti specializzati sono al lavoro per individuare i responsabili, anche se si tratterebbe del gesto di pochi tifosi. 

Maignan: "Chi non fa nulla è complice"

"È una lotta dura, ci vorrà tempo e coraggio ma è una lotta che vinceremo": ha scritto il portiere del Milan all'indomani della partita contro l'Udinese. Maignan in una lunga riflessione postata sui social, invita il sistema calcio a prendersi le proprie responsabilità, definendo "complici" coloro che non hanno preso le distanze dal gesto - anche i tifosi sugli spalti - o che non adotteranno provvedimenti severi tra cui l'Udinese e le autorità. "Le autorità e la Procura: con tutto quello che sta succedendo, se non fate nulla, sarete complici anche voi", chiosa il calciatore francese. "Non è stato attaccato il giocatore" spiega Maignan "ma l'uomo, il padre di famiglia". E ancora: "non sono una vittima" e "grazie del supporto, vi vedo e siamo insieme".

Il calciatore evidenzia quanto questo episodi di razzismo siano sempre frequenti nel calcio, anche nel 2024. "Questa non è la prima volta che mi succede. E non sono il primo a cui è successo - sottolinea il calciatore francese in un lungo post - Abbiamo diffuso comunicati stampa, campagne pubblicitarie, protocolli e nulla è cambiato". Come forma di solidarietà nei confronti del proprio portiere, il Milan ha annunciato il silenzio social per 24 ore "a sostegno di Mike Maignan e della lotta al razzismo". 

La solidarietà (in ritardo) dell'Udinese

In ritardo è arrivato il messaggio dell'Udinese: "Udinese Calcio è profondamente dispiaciuta e condanna ogni atto di razzismo e violenza. Riaffermiamo la nostra avversione a qualsiasi forma di discriminazione ed esprimiamo la nostra profonda solidarietà al giocatore del Milan Mike Maignan alla luce del deplorevole episodio avvenuto sabato nel nostro stadio" recita una nota del club bianconero. "L'Udinese collaborerà con tutte le autorità inquirenti per garantire l'immediato chiarimento dell'accaduto, con l'obiettivo di adottare ogni misura necessaria per punire i responsabili. Come Club, continueremo a lavorare diligentemente, come abbiamo sempre fatto, per promuovere la diversità e l'integrazione di tutte le etnie, culture e lingue tra i nostri giocatori, lo staff, la città e una tifoseria che ha sempre dimostrato correttezza".

Nel frattempo, il sindaco di Udine,  Alberto Felice De Toni, vuole proporre al Consiglio comunale della città friulana il conferimento della cittadinanza onoraria al calciatore francese. Condanna i fatti di Udine anche il vicepremier Matteo Salvini che si augura che il "2024 porti una nuova cultura e un nuovo spirito sportivo negli stadi".

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