E' tornata la "truffa dell'sms": come salvarsi
In Italia il "servizio" è attivo dal 2013: ma dall'inzio dell'anno sono decine gli utenti di telefonia mobile colpiti. Ecco come difendersi
Ci risiamo: dopo alcuni mesi di tranquillità è tornata la "truffa dell'sms". Il trucco è vecchio, in Italia risale a due anni fa. In Spagna le prime denunce risalgono addirittura al 2011. Ma la storia è sempre la stessa.
Sul cellulare appare un sms ad esempio dal numero 3399942486. Il testo: "Abbonamento attivato al costo di 5.04 Euro/sett. Info e disattivazione: [Link]".
Qui inizia il caos: tutti cercano di eliminare il servizio, cliccano sul link ma niente. Al che si cerca di contattare il sito, poi si chiama il numero clineti (di solito a pagamento), ma niente. E niente possono fare le compagnie telefoniche.
L'unica strada certa per non veder crescere a dismisura la propria bolletta telefonica è chiamare il nostro gestore e chiedere di impedire ad ogni servizio a pagamento di effettuare un accredito sul proprio conto.
LA REPLICA - L'azienda però si difende: "E' fuor di dubbio di come i servizi che eroghiamo rispettino i principi sia etici che contrattuali così come regolamentato dalle regole del settore e dal codice dei consumatori. Infatti è all'evidenza documentale di come la società titolare del servizio da voi richiamato e contestato proceda periodicamente alla gestione di qualsivoglia richesta di rimborso ovvero recesso, adoperandosi, in prima persona, alla salvaguardia e alla gestione dell'interesse dei propri clienti".
STOP AGLI SMS - Come richiedere il Barring Sms:
- TIM: chiamate il 119 e chiedete all’operatore di mettere il vostro numero in “Black List”.
- Vodafone: chiamate il 190 e chiedete all’operatore il “Barring Sms”.
- Wind: chiamate il 155 e richiedete il “Blocco dei servizi a sovrapprezzo” (può essere totale, cioè chiamate 899, 166 + sms in decade 4, oppure parziale: solo chiamate vs 899-166 ecc o solo sms in decade 4).
- 3: chiamate il 133 e fatevi attivare il “Barring sms”.
- Postemobile: Potete richiedere il “Blocco dei servizi a sovrapprezzo” inviando il modulo che trovate sul sito, via fax o posta tradizionale.