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Martedì, 30 Aprile 2024

La recensione

Marianna Ciarlante

Giornalista

L'appello alla solidarietà del "Comandante" Pierfrancesco Favino

Sguardo risoluto, animo altruista, accento veneto e cuore fedele all'unico grande amore della sua vita: il mare. È così che Pierfrancesco Favino apre l'80esima Mostra del Cinema di Venezia vestendo i panni di Salvatore Todaro, il comandante sommergibilista della Regia Marina ai tempi della Seconda Guerra Mondiale protagonista del film d'apertura di Venezia 80, Comandante. È ancora una volta un film italiano, dopo Lacci di Daniele Lucchetti nel 2020, a fare da apripista alla kermesse cinematografica del Lido di Venezia pronta a regalare, nei prossimi 10 giorni, tutte le sfumature emotive che solo il cinema sa trasmettere.

Chi era Salvatore Todaro che ha ispirato il film "Comandante" 

Diretto da Edoardo De Angelis, Comandante è un film che unisce l'estetica alla comunicazione creando un contrasto affascinante quanto funzionale tra scene esteticamente perfette che, però, raccontano storie crude, difficili, brutali. Con una buona regia e una sceneggiatura ben costruita, anche se a tratti troppo votata al patriottismo e alla morale, Comandante convince ma non spettina, piace ma non scuote, aggrada ma non fa vibrare il cuore, o perlomeno, riesce a farlo solo in alcuni momenti. 

Una vera e propria dichiarazione d'amore per il mare e un mezzo per lanciare un forte messaggio agli spettatori su temi attualissimi come la gentilezza, l'umanità e il senso di solidarietà nei confronti del nemico o del diverso, Comandante permette agli spettatori di vivere per due ore all'interno degli angusti e strettissimi spazi di un sottomarino, fa provare l'esperienza di dormire accalcati, di restare senza cibo, di morire in mare e affezionarsi ai propri compagni di viaggio pronti sempre a combattere fino all'ultimo per la propria patria. Forse è proprio questo a convincere di più di questo film, il suo puntare i riflettori su uomini dagli ideali fortissimi, il suo non volersi mettere in mostra con scene da effetti speciali ma dare spazio all'umanità, all'empatia, al senso di appartenenza di un gruppo di ragazzi che condividono la stessa passione e lo stesso amore per il proprio Paese d'origine. A convincere un po' meno? La morale un po' troppo spinta e una storia che, alla fine, non ha un vero e proprio svolgimento ma resta sempre in medias res

Comandante fa riflettere su tema della felicità, definito dallo stesso Favino nel film uno "stato immobile e per questo poco interessante", su quanto l'amore per il mare, per alcuni uomini, superi tutto anche quello per la propria moglie e i propri figli e quanto un semplice atto di gentilezza e solidarietà possa davvero cambiare il mondo. 

Venezia 80 inizia con un chiaro messaggio nei confronti dell'apertura verso il diverso, verso il nemico e Comandante diventa un modo per il Festival veneziano di schierarsi con un'idea di Italia unita e pronta a tendere la mano verso il prossimo. Perché in guerra si combatte ma gli uomini, alleati o nemici che siano, non si lasciano mai indietro, non si abbandonano in mare.

E anche se il film con Favino non è da considerare un capolavoro, una cosa è riuscita a farla: lanciare un messaggio di solidarietà e farlo uscire dallo schermo. Anche solo questo è un buon motivo per guardare il film. Per i capolavori, forse, dobbiamo aspettare ancora qualche giorno. 

Voto: 7

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