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Martedì, 30 Aprile 2024

Giorgia Gobo

Giornalista

Tutti gli errori della tragica intervista di Dikele a Fedez

"Tra Fedez e me non è sempre stato rosa e fiori, ma la verità è che nella vita spesso è meglio mettere davanti la curiosità rispetto all'ego e quindi eccoci qui", questo è il preambolo di Antonio Dikele Distefano, sarebbe stata un'intervista interessante se il direttore di Esse Magazine avesse mantenuto la parola data proprio in queste poche parole. L'intervista, della durata di un'ora e quarantacinque minuti, è in realtà un duello, la parte più distesa è stata quando Fedez ha parlato della simbiosi che per lui esiste tra musica e marketing: un piccolo monologo sul come a lui piaccia gestire i propri contenuti e su quali siano i suoi riferimenti. Purtroppo anche in quell'occasione Distefano ha perso l'opportunità di analizzare più in profondità la questione per la sua opinione su Federico, magari indagando il perché preferisca davvero il marketing alla musica, affermazione bizzarra per un rapper/cantante.

"Io sarei preoccupato se più che parlare del disco si parlasse del marketing" ha commentato Dikele, facendo riferimento alla campagna mediatica e pubblicitaria che ha preceduto l'uscita di Disumano. "A me non interessa! Ma perché? È un esperimento!" ha risposto Fedez, "La musica è un esperimento?" ha ribattuto il direttore e il cantante ha esclamato "Certo che lo è". "Io sarei preoccupato, non è una critica, ma davvero io ne sarei preoccupato. Hai citato artisti che sono rimasti nel tempo (Fedez ha parlato di Andy Warhol e Salvador Dalí, sottolineando come oltre a fare arte collaborassero alla creazione di pubblicità). Il tuo disco pensi che resterà nel tempo? Pensi che tra 10 anni lo ascolteremo?" stuzzica Distefano e Fedez con grande umiltà ha ribadito che no, non pensa che il suo disco rimarrà nel tempo. A questo punto Antonio avrebbe potuto chiedere perché secondo lui non rimarrà nel tempo e invece ancora una volta mette in campo la sua opinione, "a me dispiacerebbe", e giustamente Fedez gli suggerisce non stare male per lui, perché lui è "serenissimo". 

Episodi come questo sono alla base dell'intervista, che non è un'intervista, è un dibattito. Quando si intervista l'opinione dell'intervistatore deve emergere sotto forma di domanda, non come commento, gli accenni al vissuto possono starci, ma non il paragone tra i due. I ruoli devono essere mantenuti e quando Dikele, più avanti, chiede a Fedez quanto tempo dedichi alla scrittura e, in particolare, quando ha scritto la sua ultima canzone alla riposta di Federico "Mah, un mese fa circa", non si può rispondere con "È tanto. È un mese che non scrivi, me lo chiedevo perché io scrivo sempre". 

Facendo queste due osservazioni è già chiaro che il titolo del video pubblicato su YouTube, il 24 gennaio, sarebbe dovuto essere "Stefano Dikele e Fedez si raccontano a teatro" e non "Fedez racconta Disumano a teatro". L'esibizione teatrale dei due non ha fatto altro che portare a galla l'inesperienza del direttore di Esse Magazine e la fragilità di Fedez. Il cantante fa più volte riferimento al suo psichiatra e alla poca considerazione che ha di sé, dimostrando come la patina sbrilluccisa spesso nasconda un'esistenza tormentata, talvolta goffa. Il mostrarsi sui social quasi mai rispecchia il vero io. L'esigenza di farsi vedere come il superuomo nietzschiano libero dalle catene dei pregiudizi e dei giudizi e sempre fedele alla propria idea di giusto deve essere stancante. Quando Fedez confida di non mostrare tutto di sé, sembra quasi una barzelletta e Distefano lo fa sentire come un comico, invece nelle sue parole era ben evidente la tragicità dell'affermazione.

Perché l'intervista è andata male

Come ha scritto Andrea Conti su Twitter "l'intervista non era brutta, ma è stata gestita male perché non c'era ascolto e si avvertiva un po' di pregiudizio", infatti il potenziale c'era perché dopo anni di interviste incentrate sul Fedez personaggio sociale, filantropo, attivista (etc...) era l'occasione di parlare di musica e poi degli altri aspetti della vita del rapper dal cuore pop.

In fin dei conti questo è il motivo per cui Esse Magazine, al secolo Sto Magazine, fu fondata da Ghali quando iniziò a scalare tutte le classifiche esistenti e le sue canzoni erano in alta rotazione nelle principali radio. Il Magazine è nato quasi come un gioco, voleva essere una voce fuori dal coro che permetteva ai talenti, nuovi e non, della scena urban di raccontarsi e farsi raccontare da veri conoscitori del genere. Poi Ghali ha abbandonato il progetto, non si riconosceva più nell'impronta data, e infine il portale di "content creator", così loro si definiscono, ha anche cambiato nome in Esse Magazine.

A riassumere perfettamente gli errori di Distefano ci pensa invece Andrea Delogu, sempre su Twitter e rispondendo a Conti: "Andre credo che sia l’intervista peggiore che io abbia mai visto. Dalle intenzioni, alle domande, ai toni fino allo svolgimento. È sbagliata in ogni singolo passaggio. È tutta sul personale, è un manuale di cosa non fare quando intervisti. A parer mio eh". Come darle torto? Eppure per Antonio non era la prima intervista, anzi, ha intervistato praticamente tutti gli artisti della scena rap.

Quindi cosa è andato male? Proprio come dice Delogu, e come abbiamo analizzato in precedenza, l'opinione di Dikele su Fedez ha condizionato tutto e se anche non viene spiegato quale sia il problema alla base si questo "disprezzo" dalle domande, dalla mimica del corpo e dai commenti si evince: Dikele non stima Fedez come artista, lo vede come un prodotto del suo stesso marketing (spesso lo cita nelle sue interviste, per questo Fedez lo ha dissato in No Game Freestyle: "Dikele che chiede di Fedez ad ogni secondo. Vi spiego, mi chiedo se sono il tuo dramma irrisolto"). Quando Federico Lucia spiega che fa musica perché lo diverte, perché ha urgenza di dire qualcosa, ma che non è interessato alle critiche o all'etichettarsi (tra rap e pop) questo manda in tilt il direttore di Esse Magazine. 

Il disinteresse alla musica che turba Distefano

Perché Fedez è libero di vivere la musica quasi come un passatempo? La risposta arriva ad inizio intervista: la musica per lui corrisponde solo al 10% del suo guadagno. Adesso la sua missione non è più farsi un nome, adesso è usare il nome che si è costruito per fare qualcosa di buono: per questo motivo ha creato una fondazione e ha raccolto fondi per l'ospedale San Raffaele e poi per i lavoratori dello spettacolo.

Esse Magazine però voleva dare spazio al Fedez artista, ma c'è riuscito? Solo in parte, perché anche le domande sul primo Fedez, del suo processo creativo, del rapporto con gli altri musicisti non sono riuscite ad andare in profondità. Fedez si racconta quasi come un artista "finito", che sa di offrire un prodotto interessante, ma fine a se stesso. Più volte Federico ha spiegato che per lui il disco non sarebbe neanche dovuto uscire, lui ha provato più piacere nel pubblicare le canzoni come singoli, il disco era solo una questione di "contratto discografico".

Il commento di Fedez

Attenzione l'intervista è andata male da ambo le parti, Fedez ha mantenuto la calma, ma si è lasciato influenzare dal clima teso e questo l'ha portato a dire cose che avrebbe preferito raccontare con un altro spirito. Lo confessa commentando il video in una diretta Twitch con Cerbero (YouTube Fa Cagare, Mr. Flame e Mr. Marra): "Non è un'intervista in cui ne esce bene lui ma nemmeno io, Non è un'intervista bella è una mer*a".

"Non è stata una bella esperienza e io ne sono uscito che mi sono sentito una mer*a. Ho cercato di mantenere la calma e ce l'ho fatta ma potevo fare di meglio, avrei voluto ponderare di più. Per me è la peggiore intervista del rap italiano e farne parte non mi fa piacere. Mi spiace non aver chiesto le domande in anticipo". Fedez in diretta Twitch aggiunge poi: "Io vorrei evitare che con questa intervista si scatenino... " Federico non finisce la frase ma il senso è ben chiaro. 

La polemica sulla pubblicazione dell’intervista

La bagarre sui social ha contribuito a far schizzare le visualizzazioni del video a quasi un milione in tre giorni. Questo forse non è marketing? Iniziato come un botta e risposta via Instagram e Twitter, si è trasformato in un caso sociale. Merito del risalto mediatico tutti stanno parlando di cosa si sono detti i due e più che altro il perché l’intervista sia stata fatta.

Fedez ha spiegato che è stato Esse Magazine a contattare la sua agente e che Antonio Dikele Distefano aveva la volontà di fare questa intervista con toni pacati. L’incontro si è svolto in un teatro alla presenza del pubblico, il 13 dicembre 2021, che ha fatto dei video e delle foto poi postate sui social. Nel mese seguente l’interesse è cresciuto sempre e i più pettegoli si sono chiesti come mai non venisse pubblicato ed ecco il primo scontro. Dikele ha affermato che di comune accordo avevano deciso di non pubblicare l’intervista, mentre Fedez ha voluto precisare che lui aveva chiesto che l’intervista non venisse montata ma che fosse pubblicata integralmente (per tutelarsi ha spiegato in diretta Twitch con Cerbero che aveva portato un suo videomaker). Fedez la definisce “un’imboscata”, mentre Dikele spiega che alcune liberatorie non erano state firmate.

Quando il video è stato caricato Esse, e quindi Dikele, ha commentato così: "Sappiamo che la cosa è andata per le lunghe, ma questi sono i circhi mediatici che a Federico piace fare e noi sentivamo di dovervi delle spiegazioni”.

Il giorno prima della messa online Esse ha voluto precisare che nel video gli utenti avrebbero trovato dei cartelli in cui erano specificate tutte le inesattezze dette da Fedez, loro hanno voluto sottolinearle "abbiamo cercato di correggere nel montaggio per dovere di corretta informazioni con delle scritte grafiche che aiutano le persone a capire”. Mossa azzardata che evidenza l’impreparazione dell’intervistatore nel controbattere verbalmente alle inesattezze di Fedez.

La polemica pregressa ormai ha poco peso, l’intervista è online. Non vi resta che preparare i pop corn.

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