rotate-mobile
Sabato, 27 Aprile 2024
Musica

Mudimbi: "Avevo pensato di smettere con la musica, poi mi sono rimesso a scrivere. Questo è un nuovo capitolo"

Il cantautore, che nel 2018 si classificò al terzo posto a Sanremo Giovani, torna dopo due anni con tre inediti e un nuovo progetto. L'intervista su Today

Con 'Il Mago' fece ballare l'Ariston nel 2018 e si piazzò al terzo posto nella categoria Giovani, conquistando pubblico e critica. Oggi Mudimbi torna sulla scena musicale dopo due anni di pausa - "fondamentali" come ha spiegato a Today - con tre inediti e un progetto che segna la sua svolta artistica. 'O.M.P' l'ultimo, uscito a settembre, mentre i primi due, 'Ballo' e 'El Matador' sono accompagnati dai video prodotti dal collettivo Banana, di cui è membro e fondatore. Un altro nuovo 'gioiellino' del cantautore, che per un attimo, nel corso di questo tempo di "profonda riflessione", ha anche pensato potesse essere il suo piano b.

Nel 2018 il terzo posto a Sanremo Giovani, a luglio sei tornato con un nuovo singolo. Cosa hai fatto in questi due anni?
"Ho passato due anni a pensare. A pensare cosa volessi fare, cosa mi piaceva, mi sono chiesto chi sono e avevo anche messo in discussione se volessi continuare o meno con la musica. La domanda reale è stata vedere davvero di cosa avessi bisogno e di cosa avessi voglia. Sono iniziate ad arrivare alcune delle risposte a queste domande e una delle risposte è stata proprio la musica, perché mi sono rimesso a scrivere, senza nemmeno pensare se fosse l'album, il singolo. No. Scrivevo per il gusto di farlo, cosa che purtroppo, ammetto, era andata persa. Nel turbinio di Sanremo e post Sanremo, facevo tante cose ma alla fine della fiera non facevo musica. Non scrivevo praticamente mai, facevo più l'influencer. Mi sono rimesso in carreggiata".

Avevi pensato a un piano b?
"Avevo tante idee. La radio, la recitazione, avevo pensato a diverse cose con cui ero venuto in contatto, partendo dalla musica. Non mi sarebbe dispiaciuto fare un tentativo nel mondo della radio, oppure nel mondo del doppiaggio. Alla fine sono rimasto nella musica e ho iniziato a girare video. Ho aperto questa casa di produzione, Banana. Un piano b parallelo lo sto già attuando, ma è arrivato a sorpresa perché tra tutte le idee questa non c'era".

Un nuovo capitolo quindi...
"Sì sì. E imprescindibilmente anche della vita".

Hai parlato della difficoltà di fare musica per i cantanti emergenti, soprattutto dopo che salgono su certi palcoscenici, da Sanremo a qualsiasi altro talent. Si rischia davvero di sacrificare la musica per i social?
"Io ne ho sofferto parecchio. Mi sono reso conto che i social mi tenevano impegnato molto, ma quell'impegno lo avrei dovuto mettere maggiormente da un'altra parte. Però è un attimo, quando si moltiplocano le cose da fare e vuoi farle perché pensi faccia tutto parte del tuo lavoro, perdi il focus da quella che è la spina dorsale del lavoro".

A Sanremo ci torneresti?
"A Sanremo 2018 ci tornerei volentieri perché mi sono molto divertito. Un Sanremo futuro non lo escludo, ma nel momento in cui so di avere qualcosa da portare e voglio effettivamente portarlo su quel palco. Altrimenti tornare a Sanremo per il bagno di folla, che comunque fa piacere all'ego, so che non è quello di cui ho bisogno".

Sul tuo profilo Instagram ci sono solo foto di te da bambino...
"L'idea è di sfruttare le mie foto da bambino, di quel periodo ben preciso della mia infanzia e rimodellarlo, quindi quello che arriva è il Mudimbi di 5 anni visto con gli occhi del Mudimbi di 34. Abbiamo lavorato a questo progetto cercando di trasmettere l'idea di evoluzione, come appunto il 34enne evoluto può influire sull'immagine del bambino, anche se poi in realtà la storia è sempre che c'è un bambino dentro ognuno di noi. Continua a martoriarlo continuamente, ma questo da fuori non si vede".

Oggi che uomo è Mudimbi?
"Un uomo che si fa molte domande, ma a differenza di prima è molto più rilassato, nei limiti del possibile, a darsi delle risposte. Questo sia a livello musicale che personale. Sono a mio agio nello sperimentare, nel riconoscere cosa funziona e cosa no e nel delineare la mia direzione".

Sei in prima linea nel movimento Black Lives Matter. Il tuo attivismo ha radici personali? Sei mai stato vittima di razzismo?
"No, anche se in parte mi sono ricreduto. Subito dopo la marcia a Milano, ho preso parte a questo collettivo antirazzista e nel momento in cui mi sono presentato, ho detto che credo di essere cresciuto in una bolla felice, che è San Benedetto del Tronto, dove non ho mai sperimentato razzismo. Ascoltando poi le testimonianze di altri ragazzi, un minimo mi sono ricreduto perché a volte la verità potrebbe essere che alcuni episodi, che io ho decodificato come semplice ignoranza, magari potevano essere avvisaglie. Personalmente, però, non l'ho mai vissuta in quella maniera".

Nemmeno nel mondo della musica hai mai riscontrato certe difficoltà?
"No, assolutamente".

Un mese fa è stato ucciso Willy Monteiro Duarte. Molti hanno detto che il razzismo non c'entrava niente in quel pestaggio, tantomeno ideologie politiche estremiste. É evidente però un disagio giovanile importante...
"Sicuramente. Giovanile e non. Giovanile in questo caso, ma c'è proprio un disagio dilagante se parliamo del tema del razzismo. Ma ci sono anche altre cose che dilagano, come il maschilismo. Forse questa pandemia ci ha fatto uscire tutti un po' più sensibili, forse, rispetto alla società. E adesso fortunatamente è tutto sotto una lente d'ingrandimento".

E tu come l'hai vissuto il lockdown?
"Splendidamente. L'ho vissuto in un monolocale a Milano, da solo. Inizialmente credevo di uscirne matto da questo isolamento, invece mi è stato molto utile perché mi ha obbligato a fermarmi e a fare per forza i conti con i miei pensieri. Non avevo troppe distrazioni. Ho sfruttato quei mesi per scavare ulteriormente e affacciarmi a vari argomenti, interessarmi di altro, fare ricerca. É stato utile come periodo, mi ha fatto più bene che male".

La musica è stata importante nella tua educazione e formazione personale?
"É stata molto importante. Sono cresciuto nella musica e ho sempre scelto la musica che volevo ascoltare. Tranne il periodo dell'infanzia, quello delle foto su Instagram, in cui ovviamente ero troppo piccolo per farmi un mio gusto personale e quindi ascoltavo quello che mi facevano ascoltare i parenti. Appena è stato possibile ho subito iniziato a fare ricerca. Sono sempre stato mosso da curiosità".

Quindi un artista ma anche un ricercatore. Come la trovi la musica italiana di oggi?
"Non ne ascolto tantissima, ma quella che decido di ascoltare mi dà grosse soddisfazioni, se non addirittura speranza. Credo che ci sia un grande potenziale, in parte già espresso, sia dal punto di vista del linguaggio che del contenuto e della musica stessa. C'è anche tanta roba di contorno, la copia della copia, il trend del momento. Questo succese nella musica così come nella moda e in altri settori. Prendo il buono e ce n'è".

Ci sentiamo oggi dopo due anni. Fra altri due anni come si vede Mudimbi?
"Sicuramente mi vedo nell'ambito musicale. Mi vedo con questo progetto ma più prolifico, perché finora ho misurato troppo tutte le mosse. Sono in una fase in cui mi sto rendendo conto che ho bisogno di provare, senza ragionare troppo su come andrà. Vorrei fare le cose più di pancia".

10 minuti con Mudimbi: VIDEOINTERVISTA

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Mudimbi: "Avevo pensato di smettere con la musica, poi mi sono rimesso a scrivere. Questo è un nuovo capitolo"

Today è in caricamento