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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'attesa

L'anarchico Alfredo Cospito resta al 41bis

Il Consiglio dei ministri ha deciso sull'istanza presentata dal legale dell'anarchico, trasferito al carcere di Milano

Non cambia la linea dura e resta al 41bis Alfredo Cospito, l'anarchico in sciopero della fame da oltre cento giorni proprio contro il carcere duro a cui è sottoposto. Continuerà dunque per lui il carcere come lo faceva in Sardegna anche nel nuovo penitenziario Opera di Milano, dove è stato trasferito. Questa la linea che emerge dal Consiglio dei ministri in corso a Palazzo Chigi.

Il governo si è espresso compatto sulla linea della fermezza, dopo aver ascoltato l'informativa in Cdm del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi sugli ultimi disordini provocati dagli anarchici e il caso di Alfredo Cospito. Il trasferimento, si è tenuto a puntualizzare, è legato esclusivamente alla tutela della salute del detenuto, da oltre cento giorni in sciopero della fame, ma non impatta in alcun modo sull'applicazione del 41 bis, tema sul quale le valutazioni saranno fatte nelle sedi e con i tempi del caso.

Il ministro dell'Interno ha anche evidenziato come sia comunque presente il rischio che gruppuscoli anarchici possano ricompattarsi proprio in questa fase di proteste. Il governo in ogni caso ha trovato la massima unità e determinazione nell'assicurare che non ci si farà condizionare in nessun modo dagli anarchici, che in questi giorni si sono resi protagonisti di episodi anche violenti. Dunque, nessuna incertezza e mano ferma sul fronte dell'ordine pubblico.

Dopo Berlino e Barcellona, anarchici in azione a Torino e Roma: chi è Alfredo Cospito

Il "carcere duro" era stato disposto dall'ex ministro Cartabia il 4 maggio 2022 sulla base di presunte connessioni fra ''due realtà associative in stretta connessione con Cospito''. L'anarchico è ricoverato nel padiglione del Servizio assistenza intensificata della struttura carceraria meneghina di Opera in considerazione del suo stato di salute. Lo ha confermato il suo avvocato Flavio Rossi Albertini. Al Sai sono destinati i detenuti affetti da gravi patologie. Ieri il medico di fiducia di Cospito, Angelica Milia, aveva sostenuto che il detenuto era a "rischio fibrillazione", in considerazione del suo calo ponderale, e ne aveva sollecitato il trasferimento. Nel caso in cui le condizioni del recluso dovessero precipitare tanto da richiedere un ricovero, verrebbe trasferito all'ospedale San Paolo "collegato" all'istituto penitenziario.

La difesa di Alfredo Cospito

 Oltre all'istanza di revoca su cui è chiamato a esprimersi il Guardasigilli, il difensore ha presentato un ricorso anche per Cassazione, con udienza fissata in camera di consiglio il 7 marzo, contro l'ordinanza del tribunale di Sorveglianza di Roma, competente per il 41bis.

Per il difensore, le motivazioni della sentenza, depositata il 13 dicembre, ma di cui la difesa ''ha avuto contezza nei primi giorni di gennaio'', ''escludono l'esistenza, presso il centro sociale Bencivenga (a Roma in via Nomentana), di una cellula presuntivamente ritenuta affiliata alla "Fai" (Federazione anarchica informale) proprio per i legami e i confronti epistolari intrattenuti tra gli imputati e Cospito, nonché che Cospito voglia manipolare la personalità'' di uno degli imputati ''e/o strumentalizzare il giovane anarchico facendone veicolo all'esterno della propria posizione politica, e assumono una valenza scardinante del requisito della perduranza della compagine associativa di appartenenza di Cospito, proprio nella misura in cui la tesi accusatoria posta a fondamento del procedimento penale de quo costituiva il principale elemento enfatizzato a tal fine nel decreto ministeriale''.

Cospito prosegue lo sciopero della fame

Se ci sono dei dubbi che a Milano Cospito possa stoppare il suo sciopero della fame, vengono fugati dal suo legael, che ha detto: "Non accetterà somministrazioni di cibo e continuerà sicuramente lo sciopero della fame. L'unica novità di questo trasferimento è che nella struttura di Opera hanno specialisti in grado di intervenire tempestivamente in caso di emergenza". 

 "Dobbiamo separare la vicenda personale, su cui è competenza del ministro di Giustizia intervenire, e la vicenda che riguarda gli attacchi. Il ministro Nordio si baserà su quello che gli forniscono i magistrati competenti nella lotta al terrorismo. Il governo non tratta o dialoga contro chi usa violenza contro lo Stato e le persone". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
 

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