rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Regole e divieti

Uccisa dal pitbull del vicino: quando bisogna abbattere un cane aggressivo

L’episodio avvenuto in provincia di Pavia ha portato alla ribalta la polemica sulla gestione degli animali potenzialmente pericolosi. Dalla rieducazione dei soggetti aggressivi ai casi in cui si prende in considerazione l’eutanasia: ecco cosa prevede la normativa italiana

Il cane è il miglior amico dell’uomo, ma come per gli uomini, anche tra gli animali un amico può diventare un nemico. La tragedia di Enrica Bensi, la donna di 86 anni morta dopo essere stata aggredita da un pitbull a Corana, in provincia di Pavia, è soltanto l’ultimo drammatico episodio che riporta alla ribalta la questione dei cani pericolosi o aggressivi e della loro gestione. Cosa succede in questi casi? L’animale viene abbattuto? La procura di Pavia ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, con le indagini che dovranno chiarire se il cane era custodito in maniera idonea. In ogni caso, prima di arrivare a una eventuale "condanna a morte" dell’animale, sarà necessario attraversare un lungo iter e una valutazione comportamentale. La legge italiana infatti vieta la soppressione degli animali, se non in alcuni casi specifici o in presenza di una comprovata ed estrema pericolosità. Il proprietario di un cane o di un gatto, non può decidere di porre fine alla vita del suo "amico" con leggerezza o per le sue necessità, né il veterinario può farlo su richiesta del padrone. L’eutanasia di un cane, che sia di casa, in canile o randagio, viene considerata legittima soltanto in presenza di una malattia molto grave o incurabile, e come ultima ratio nei casi di comprovata pericolosità. Si può quindi decidere di porre fine all’esistenza del proprio animale, ma soltanto per evitargli delle inutili sofferenze. 

La legge in Italia

Le norme attualmente in vigore nel nostro Paese poggiano le basi sull’ordinanza del 23 marzo 2009 del Sottosegretario alla Salute Francesca Martini, un provvedimento che ha cancellato la lista delle razze pericolose introdotta dall’ordinanza sulla "Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione di cani" firmata da Livia Turco tre anni prima, nel 2006, ed entrata in vigore nel 2007. Nel testo viene sottolineato come le aggressioni non possano essere attribuite a specifiche razze: "L’ordinanza del 2006 non solo non ha ridotto gli episodi di aggressione ma, come confermato dalla letteratura scientifica di Medicina Veterinaria, non è possibile stabilire il rischio di una maggiore aggressività di un cane sulla base dell’appartenenza a una razza o ai suoi incroci". Insomma, che sia un pitbull, un rottweiler o un chihuahua, i comportamenti aggressivi dei cani derivano dall’ambiente in cui viene cresciuto e dal tipo di educazione, con divieti e obblighi che riguardano tutti gli animali, a prescindere dalla razza di appartenenza.

In seguito, l'ordinanza del 6 agosto 2013 ha attribuito un ruolo di fondamentale alla responsabilità dei proprietari. È infatti il proprietario che deve occuparsi del benessere dell’animale e del suo controllo, rispondendo sia civilmente che penalmente di eventuali danni o lesioni arrecate a persone, cose o altri animali. Nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico è obbligatorio utilizzare un guinzaglio corto, di lunghezza non superiore a 1,50 metri (escluse ovviamente le aree per cani individuate dai Comuni), la museruola va applicata in caso di potenziale pericolo, le feci vanno sempre raccolte e il cane va affidato soltanto a persone in grado di gestirlo. Inoltre, come specificato anche sul sito del ministero della Salute, la norma vieta anche:

  • l'addestramento di cani che ne esalti l'aggressività,
  • qualsiasi operazione di selezione o di incrocio di cani con lo scopo di svilupparne l'aggressività,
  • il sottoporre cani a doping, così come definito all'art. 1, commi 2 e 3, della legge 14 dicembre 2000, n. 376,
  • gli interventi chirurgici destinati a modificare la morfologia di un cane o non finalizzati a scopi curativi, con particolare riferimento a: recisione delle corde vocali, taglio delle orecchie, estirpazione delle unghie e dei denti, taglio della coda,
  • la vendita, l'esposizione ai fini di vendita e la commercializzazione di cani sottoposti a interventi chirurgici.

Le uniche "modifiche", come interventi alla coda, alle orecchie o ai denti, sono concesse eccezionalmente dalla legge soltanto nel caso in cui un medico veterinario le ritenga necessarie per garantire il benessere dell’animale. La norma punisce gli interventi chirurgici illeciti e non solo: "Viene, inoltre, consentito l’utilizzo degli animali da compagnia nelle pubblicità, spettacoli, esposizioni, competizioni e nelle manifestazioni pubbliche solo se vengono rispettate le condizioni di salute e di benessere dell’animale in considerazione della specie, razza e dell’età. La legge, infine, introduce il reato di traffico di animali da compagnia e il reato di introduzione illecita di animali da compagnia".

Cosa succede in caso di aggressione

Come detto nelle righe precedenti, la soppressione di un animale può essere presa in considerazione soltanto in alcuni casi specifici. In presenza di una grave malattia, per cui ogni terapia si è dimostrata inefficace, nel caso di patologie incurabili e in caso di pericolosità. Quando un cane evidenzia un comportamento aggressivo, come avvenuto appunto in provincia di Pavia, l’animale viene iscritto al "Registro dei cani morsicatori e con problemi di comportamento" e la sua gestione affidata ai servizi veterinari delle Asl. I proprietari dei cani iscritti nel registro devono obbligatoriamente stipulare una polizza di assicurazione di responsabilità civile e applicare contestualmente guinzaglio e museruola al proprio animale quando si trovano in aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico. Infine, è necessario dimostrare l’inizio dei un percorso rieducativo presso un veterinario comportamentista. 

Foto di repertorio LaPresse

L’ordinanza del Ministro della Salute Livia Turco, quella che introduceva la "black list" delle razze (poi abolita nel 2009), è stata anche la prima norma italiana (e per fortuna anche l’ultima) a considerare l’ipotesi di abbattimento dei cani pericolosi di cui il padrone non poteva prendersi cura. Nel caso di un animale che si dimostra potenzialmente pericoloso per l’incolumità pubblica, la sua valutazione viene affidata a una commissione di medici veterinari, e solo e soltanto al termine di un percorso rieducativo, possono essere disposti dei provvedimenti più drastici in caso di comprovata pericolosità, come il trasferimento in una struttura adeguata o, come ultima opzione, la morte. Un po’ come avvenuto per Aci, il pitbull di quattro anni per cui il Comune di Verbania aveva chiesto la soppressione perché considerato pericoloso: la battaglia legale intrapresa dall'Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ha permesso di evitare la condanna a morte del cane, che è invece stato trasferito in una struttura nel Torinese dove ha iniziato un percorso rieducativo.

Le razze considerate pericolose

Esistono razze più aggressive di altre? Il dibattito è sempre molto acceso, soprattutto in presenza di alcune razze, come ad esempio pitbull e rottweiler, spesso protagoniste di notizie di cronaca e con una cattiva fama difficile da redimere. Ovviamente, il morso di un cane di grossa taglia non è lo stesso di un barboncino, ma ciò non vuol dire che quest’ultimo sia meno aggressivo. Un po’ come avviene anche per gli esseri umani, ogni comportamento aggressivo di un cane può essere attribuito a varie cause, può essere una forma di difesa o di interazione, o anche il frutto di una cattiva educazione. Pur correndo il rischio di semplificare troppo, è più facile ottenere una reazione aggressiva da un cane cresciuto con atteggiamenti violenti che non da uno educato con amore, curato e non soggetto a maltrattamenti. L’elenco pubblicato nell’ordinanza del 2006 (legge non più in vigore) includeva le seguenti razze canine considerate pericolose:

  • American Bulldog
  • Cane da pastore di Charplanina
  • Cane da pastore dell’Anatolia
  • Cane da pastore dell’Asia centrale
  • Cane da pastore del Caucaso
  • Cane da serra da Estreilla
  • Dogo argentino
  • Fila brazileiro
  • Bull terrier
  • Perro da canapo majoero
  • Dogo canario
  • Perro da presa mallorquin
  • Pit bull mastiff
  • Pit bull terrier
  • Rafeiro do alentejo
  • Tornjak
  • Rottweiler
  • Tosa inu

In Italia questa lista non è più valida, ma esistono altri Paesi con specifiche restrizioni per alcune razze. Di recente il premier britannico Rishi Sunak ha annunciato l’intenzione di bandire i cani American XL Bully perché troppo pericolosi, aggiungendoli alla lista in cui sono già presenti pitbull, Tosa Inu, Dogo argentino e fila brasileiro. Nonostante non sia più in vigore nel nostro Paese, all’estero sono molti gli Stati che hanno deciso di introdurre delle liste di razze pericolose o aggressive, con norme specifiche che vanno dal totale divieto alle eccezioni per i turisti o per i proprietari in possesso di licenza. 

La Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia obbliga l’uomo a rispettare ogni creatura vivente, i cani, i gatti e tutti gli altri esseri viventi, che vanno trattati con amore e dedizione, sia quelli che ormai fanno parte delle nostre famiglie, sia quelli che incontriamo per strada e che qualche volta ci chiedono soltanto una carezza o qualcosa da mangiare. In fondo basta poco, basta cercare di restituire, almeno in parte, l’amore che questi amici a quattro zampe ci donano ogni giorno, cercando di avere a cuore i loro bisogni e il loro benessere. Poi, sicuramente non è una legge scritta e universale, ma se tratti il tuo animale con amore e affetto, difficilmente lui farà del male a te o a qualcun altro.

Segui Today anche sul nuovo canale WhatsApp

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Uccisa dal pitbull del vicino: quando bisogna abbattere un cane aggressivo

Today è in caricamento