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Sabato, 27 Aprile 2024
Il caso / Bologna

"Limite di velocità a 30 km all'ora in città non è ragionevole": l'ultima battaglia di Salvini

La novità di Bologna in vigore da inizio settimana criticata dal ministero dei Trasporti: "I problemi per i cittadini rischiano di essere superiori ai benefici per la sicurezza stradale". Torna tutto in bilico

Salvini accelera. "Il limite di 30 km/h in tutta la città di Bologna non appare una scelta ragionevole", secondo una nota del ministero dei Trasporti guidato dal leader del Carroccio. "Perché i problemi per i cittadini (in particolare per i lavoratori) rischiano di essere superiori ai benefici per la sicurezza stradale che resta comunque una delle priorità assolute per il ministro Matteo Salvini", si legge nel comunicato. "Il dicastero di Porta Pia è pronto ad avviare un confronto immediato con l'amministrazione bolognese per verificare soluzioni alternative e prevenire forzature e fughe in avanti che poi rischiano di essere smentite anche dai giudici, come già successo a Milano a proposito dell'obbligo per i mezzi pesanti dei dispositivi per l'angolo cieco".

Bologna a 30 km all'ora: le nuove regole

Bologna dall'inizio di questa settimana è la prima grande città italiana con in vigore il limite dei 30 all'ora in moltissimi punti, con i 50 all'ora che restano la velocità massima consentita nelle arterie ad alto scorrimento. I 30 km/h riguardano circa il 70% delle strade dell'intero centro abitato con un disegno organico facile da comprendere e rispettare. La percentuale arriva quasi al 90% se si considera il solo perimetro della parte più densamente abitata della città. Sono già scattate le multe con autovelox.

Perché è un limite di velocità "sensato"

C'è chi si lamenta: per andare così piano "bisogna guidare con gli occhi fissi sul tachimetro, è come guardare il cellulare", sostiene qualcuno. Ma i numeri non mentono mai. Se si guida a 50 all'ora, lo spazio di frenata è 25 metri. A 30, è 9 metri. Le persone hanno una probabilità del 90% di sopravvivere dopo essere state investite da un'auto o da un camion che viaggia a 30 km/h, ma meno del 50% a 50 km/h o più. Il rischio di morte è quasi cinque volte maggiore negli scontri tra un'auto e un pedone a 50 km/h rispetto allo stesso tipo di collisioni a 30 km/h. Per ridurre incidenti e morti guidare piano è utilissimo. Punto.

Si pensava fino a oggi che altre città avrebbero molto presto potuto seguire l'esempio di Bologna con i 30 km all'ora come limite di velocità dentro ai centri urbani. Andare ai 30 "migliora la sicurezza stradale, riducendo incidenti, morti e feriti gravi tra tutti gli utenti della strada, a partire dai più fragili", ma non solo, come spiegava il Comune di Bologna annunciando le novità: "Fa aumentare gli spostamenti a piedi e in bici, grazie a strade più sicure e tranquille; riduce le emissioni di smog e gas climalteranti e rende più fluido il traffico, grazie a una velocità più costante, al posto degli stop-and-go continui che in città sono tanto dannosi per l’ambiente e la sicurezza quanto inutili ad arrivare prima; abbassa il rumore; rende lo spazio pubblico più bello e vivibile per le persone; restituisce autonomia a bambini, anziani, persone con disabilità; favorisce la coesione sociale e il commercio di vicinato nei quartieri".

Lo scontro è presto diventato politico

Il sindaco Matteo Lepore come prima azione da primo cittadino volle incontrare i parenti delle vittime della strada. Come racconta BolognaToday, la decisione del limite massimo dei 30 all'ora ha trovato sul suo cammino enormi ostacoli, sia nell'opinione pubblica sia, forse soprattutto, nella feroce opposizione dei partiti di minoranza. Il caso è diventato politico, insomma. Fratelli d'Italia ha lanciato una raccolta firme per fermare la delibera; la Lega chiede un referendum, Forza Italia ha invece scritto direttamente al Presidente della Repubblica, chiedendo di fermare il provvedimento. La giunta dem ha tirato dritto.

Torino a 30 km all'ora: il piano

Più lenta, prudente, vivibile. Torino è stata la prima città a voler fare come Bologna. Se già a luglio scorso il Comune aveva dato il via libera ufficiale alla realizzazione del progetto "Città a 30 all'ora", il 2024 sarà l'anno dell'impegno per la messa a terra, con l'obiettivo di avvicinare un traguardo che, nelle linee programmatiche dell'amministrazione, verrà tagliato entro la fine del mandato del sindaco Stefano Lo Russo. L'idea, adottata a Bologna dal 16 gennaio, è quella di introdurre il nuovo limite di velocità di 30 chilometri orari per la maggioranza delle strade cittadine, esclusi gli assi ad alto scorrimento che resteranno a 50 all'ora. Da una parte c'è sicuramente la necessità di azzerare le vittime di incidenti stradali, ma dall'altra c'è una visione più ampia di attuare una vera riqualificazione urbana, con la realizzazione dei 'quartieri 30' in tutta la città, per una città più vivibile e più sicura. Ma dopo i dubbi espressi dal Mit, tutto probabilmente torna in bilico.

Ogni anno 22.600 morti sulle strade europee

L'Europa da tempo chiede meno macchine in città, più limiti di velocità a 30 chilometri orari e una "Giornata Ue senza auto". Le proposte per il futuro della mobilità urbana in Europa sono contenute nel progetto di risoluzione approvato lo scorso anno dalla commissione Trasporti del Parlamento europeo. Gli eurodeputati hanno ricordato che ogni anno circa 22.600 persone perdono la vita sulle strade europee e il 39% di questi incidenti mortali si verifica nelle aree urbane, dove due terzi delle vittime sono pedoni, ciclisti o motociclisti. Di qui la necessità di migliorare gli standard di sicurezza per i soggetti "vulnerabili". 

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