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Martedì, 30 Aprile 2024
Il caso

Nunzia De Girolamo nei guai per l'intervista alla ragazza stuprata dal branco

Una lettera inviata ai vertici Rai contesta la conduttrice per la puntata dello scorso 31 ottobre, in cui intervistò la ragazza vittima dello stupro di gruppo a Palermo

Nuovi guai per Nunzia De Girolamo, che non riesce a schiodare la sua 'Avanti popolo' dai bassifondi dello share. La trasmissione, che non si schioda da un umiliante 2 per cento, era già finita nell’occhio del ciclone per l’oneroso invito del pregiudicato Fabrizio Corona e ora deve fare i conti con una lettera inviata alla presidente Rai, Marinella Soldi, dall’Ordine dei giornalisti e dall’Agcom. Nel mirino la puntata di martedì 31 ottobre, in cui la conduttrice ha intervistato la ragazza che nel luglio scorso subì uno stupro di gruppo di Palermo.

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La lettera

La missiva, firmata da quasi trecento tra intellettuali, giornaliste e giornalisti, scrittrici e scrittori, operatrici e operatori dell'informazione e dello spettacolo, rappresentanti di associazioni, attiviste e attivisti, cittadine e cittadini, è stata pubblicata sul sito della Fnsi. "Premesso che la ragazza, maggiorenne, ha scelto di accettare l'invito in trasmissione per parlare della sua storia e che questo va rispettato poiché rientra nell'autodeterminazione, intendiamo evidenziare - si legge - l'avvenuta violazione dei basilari principi della deontologia professionale nell'esporre, per giunta a così poco tempo dai fatti, una sopravvissuta alla spettacolarizzazione del proprio stupro e alla vittimizzazione secondaria cui si è assistito nel corso del programma".

A De Girolamo viene duramente contestata anche la gestione dell’intervista. "La modalità di intervista incalzante nei confronti della sopravvissuta e la conduzione adottate da De Girolamo - si legge ancora nella lettera - rappresentano un esempio inaccettabile di pornografia del dolore. Nel corso della trasmissione la conduttrice ha di fatto costretto la vittima a rivivere nel dettaglio gli abusi subiti, con tanto di lettura al suo cospetto delle frasi degli stupratori, in contrasto - come anche Cpo Rai e Usigrai hanno rilevato in una nota congiunta - con le policy di genere approvate dal consiglio di amministrazione della Rai, nonché, nello specifico del lavoro giornalistico, con il Manifesto di Venezia. Come se questo non bastasse, la ragazza è stata sottoposta con superficialità inaudita e lesiva della propria persona a reiterati e costanti episodi di colpevolizzazione e vittimizzazione secondaria".

"I vertici intervengano"

I sottoscrittori, invitano infine i vertici dell’azienda a prendere una posizione netta: "In vista del 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, prendano posizione sull'accaduto e si assumano la responsabilità di una gestione dell'informazione e del servizio pubblico adeguata al ruolo informativo, culturale e sociale della Rai. Esigiamo che il tema della violenza di genere sia trattato con competenza e deontologia, garantendo alle vittime il rispetto e la dignità".

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