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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'intervista

Vaccino mRNA anti-melanoma, prima dose in Italia. "Una rivoluzione nella lotta ai tumori"

La dose sperimentale è stata inoculata a un paziente oncologico all'istituto Pascale di Napoli. A Today.it parla l'oncologo Paolo Ascierto

Alfredo De Renzis, medico di base di 71 anni, è primo paziente oncologico italiano a ricevere il vaccino anticancro a mRna per la cura del melanoma. La dose sperimentale – che potrebbe contenere il vaccino o semplicemente un placebo, come da protocollo – gli è stata somministrata questa mattina all'Istituto dei tumori Pascale di Napoli.

Come funziona il nuovo vaccino a mRNA contro il melanoma

"Ho accettato subito mi sembrava doveroso per il mio ruolo di medico, per dare un contributo alla ricerca, ma anche perché confido in questa cura", ha spiegato De Renzis. "Oggi è un grande giorno" ha commentato Paolo Ascierto, direttore del Dipartimento di tumori cutanei, immunoterapia oncologica sperimentale e terapie innovative dell'Istituto nazionale tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli. L'oncologo spiega, a Today.it, la potenziale portata di questa scoperta. 

Si può parlare di una piccola rivoluzione nella lotta al cancro?

"Sì, e le spiego perché. Il vaccino, prodotto da Moderna si basa sulla stessa tecnologia adottata per quelli contro il Covid e utilizza mRNA sintetici progettati per istruire il sistema immunitario a riconoscere specifiche proteine, chiamati neoantigeni, che sono espressione di mutazioni genetiche avvenute nelle cellule malate. Il suo scopo non è quello di prevenire la malattia ma di aiutare e supportare il sistema immunitario dei pazienti a riconoscere e ad attaccarepiù efficacemente il tumore. Viene processato e personalizzato per ogni paziente estrapolando 34 neoantigeni, che vengono riconosciuti estranei dal sistema immunitario. Così viene costruito l'RNA messaggero, estratto direttamente dal paziente. Se lo studio avrà esiti positivi, come speriamo, questo approccio potrà essere esteso a tutti i tipi di tumori".

A che punto è la sperimentazione?

"La sperimentazione della fase 2 ha avuto un esito molto positivo, per cui c'è molta attesa e anche eccitazione. Questo studio è il primo con un approccio del genere, il primo che arriva alla fase 3, quella che se darà esito positivo farà sì che il vaccino venga approvato dagli enti regolatori e quindi che si possa utilizzare come terapia".

Quali malati potrebbero beneficiarne?

"I pazienti che hanno subito un intervento chirurgico per un melanoma ad alto rischio, uno di quei melanomi spessi, un melanoma con metastasi linfonodali, un melanoma metastatico, o ad esempio una lesione polmonare che viene completamente rimossa. Pazienti che oggi, per evitare che ci siano ricadute, fanno l'immunoterapia. In questi casi si aggiungerà il vaccino".

Si può dire che la pandemia abbia in qualche modo "aiutato" lo studio di questi vaccini?

"Con la pandemia si è accelerato nella ricerca sui vaccini a mRna messaggero, quindi è chiaro che abbia influito accelerando il processo di sperimentazione. Questa ricerca però era già partita anni nel campo dell'oncologia". 


 

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