rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Enterovirus nei neonati

Enterovirus nei neonati, dobbiamo preoccuparci? Risponde il neonatologo

"Allo stato attuale è assolutamente da escludere un rischio di pandemia in quanto i casi severi sono rari rispetto alla facilità di diffusione di questi virus già nota e identificata ogni anno maggiormente in questa stagione". L’intervista ad Andrea Dotta, responsabile della Terapia Intensiva Neonatale dell' Ospedale pediatrico Bambino Gesù

Lo scorso maggio l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un alert per l'aumento di casi di sepsi grave fra neonati dovuti a un tipo di enterovirus (Echovirus-11, E-11) che ha causato 7 decessi in Francia. Secondo l’ultimo report dell’OMS, diffuso l'8 luglio 2023, i casi identificati in Europa sono ora saliti a 26 di cui 7 confermati in Italia, tre dei quali sono stati ricoverati in Terapia intensiva neonatale. Intanto, l'OMS, sulla base delle limitate informazioni disponibili, rassicura: "Il rischio per la salute pubblica per la popolazione generale sia basso, nonostante la natura preoccupante dell'aumento". Ma cerchiamo di capire cosa sta succendendo insieme ad Andrea Dotta, responsabile della Terapia Intensiva Neonatale (T.I.N.) dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, nonché membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Neonatologia (SIN).

Dott. Dotta, perché questo aumento 'anomalo' di infezioni tra i neonati? Rischiamo una nuova pandemia?

"L’alert scattato due mesi fa in Francia è stato legato ad una segnalazione di casi clinici con sepsi severa (isolamento di virus nel sangue) da "enterovirus E-11", seguita dalla segnalazione di altri casi in diversi paesi europei, fra cui l’Italia. L’interessamento dei casi in Francia inizialmente segnalato dall’OMS si riferisce a neonati a maggior rischio in quanto pretermine con compromissione principalmente epatica che ne hanno causato la gravità ed in alcuni casi la letalità. Tuttavia questa situazione è già nota e descritta anche dal nostro gruppo nel 2020 riferito esattamente a infezione neonatale da enterovirus e mortalità nei neonati pretermine. Prima di parlare di un reale aumento di casi sarebbe necessario avere degli studi osservazionali e dei monitoraggi standardizzati su larga scala. Tuttavia l’alert va interpretato nella giusta misura come necessità di eseguire una stretta sorveglianza diagnostica con metodiche adeguate per sensibilità e specificità. Allo stato attuale è assolutamente da escludere un rischio di pandemia in quanto i casi severi sono comunque estremamente rari rispetto alla facilità di diffusione degli enterovirus già nota e identificata ogni anno maggiormente in questa stagione".

Articolo: La storia di Mouhamed, il bambino nato senza occhi 

Cosa sono gli enterovirus e quali malattie possono causare?

"La famiglia degli enterovirus è un vasto gruppo di virus a RNA (oltre 100 tipi), fra i quali sono noti i sierotipi echovirus, coxsachie A e B, polio, ecc. nonché differenti genotipi fra cui il sopracitato Echovirus 11 (E11). La diffusione di questi virus può essere paragonata a quella del classico virus del raffreddore (rhinovirus) con contagi sia per via aerea che per via orofecale. I sintomi dipendono non soltanto dalla capacità infettante del virus, ma soprattutto dall’interazione tra il virus stesso e le capacità o carenze immunitarie dell’ospite. Ovviamente nel caso dei neonati queste ultime risultano fisiologicamente carenti. In caso di quadri patologici la sintomatologia può essere caratterizzata da sintomi respiratori, sintomi gastro-intestinali, ma si possono avere anche complicanze più severe quali in casi rari e selezionati interessamento cardiaco (miocarditi o pericarditi), cerebrale (meningiti e encefaliti) o epatico (epatite acuta)".

Quando è necessario il ricovero ospedaliero?

"Il ricovero ospedaliero in epoca neonatale può rendersi necessario quando il piccolo paziente presenta difficoltà respiratoria con necessità di ossigeno-terapia, e/o difficoltà alimentare senza riuscire a prendere la corretta quantità di latte, e/o quando sia presente febbre o interessamento neurologico nel cui caso è assolutamente indicato eseguire una puntura lombare per l’analisi del liquor; più in generale ogni volta che il neonato presenta un peggioramento ed uno scadimento delle condizioni generali".

Articolo: Neonati d'estate, 10 consigli dai neonatologi per proteggerli dal caldo

Come si cura l’infezione?

"In realtà al momento non è previsto in epoca neonatale in modo routinario l’utilizzo di farmaci anti-virali, ma è necessario trattare i sintomi che caratterizzano le diverse forme cliniche prima elencate e può essere presa in considerazione la terapia con immunoglobuline per via endovenosa".

Come si può prevenire il contagio nei neonati?

"La prevenzione è sicuramente l’arma più importante che abbiamo a disposizione sia nelle strutture sanitarie sia negli ambienti domestici attraverso le forme di attenzione all’igiene delle mani, al ridotto contatto con i neonati di soggetti con sintomi anche banali, e all’attenzione particolare nel momento che precede e segue il parto non soltanto per il personale sanitario, ma anche per genitori e familiari. Consiglio a questi ultimi di non cadere nella psicosi, ma di porre razionale attenzione nella vita quotidiana verso la prevenzione di contagi come può avvenire per l’influenza o il raffreddore".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Enterovirus nei neonati, dobbiamo preoccuparci? Risponde il neonatologo

Today è in caricamento