rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Febbre del Nilo

Febbre del Nilo, primo decesso in Italia: quali sono i sintomi e come prevenirla

L’infezione può essere contratta attraverso la puntura di zanzare infette, ma più raramente anche con i trapianti di organi, le trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. L’ISS suggerisce alcune strategie per prevenire il contagio e proteggersi dalle zanzare

In Lombardia è stato accertato il primo decesso in Italia per la West Nile fever (detta anche Febbre del Nilo). L'infezione non è ancora una emergenza sanitaria ma una seria preoccupazione per la salute pubblica. I dati comunicati dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) evidenziano infatti il continuo aumento delle province coinvolte dal virus West Nile, che ora sono 27, e delle regioni interessate, tra cui Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna. Dall’inizio di maggio 2023 sono stati confermati nel nostro Paese 6 casi di infezione nell’uomo di cui 3 manifestati nella forma neuro-invasiva (2 in Lombardia e 1 in Emilia-Romagna), 2 identificati in donatori di sangue (1 in Emilia Romagna e 1in  Piemonte) e 1 in Lombardia. Il primo caso della stagione è stato segnalato nella provincia di Parma. 

La situazione è particolarmente complessa "poiché - spiega l’ISS - la stagione di trasmissione di malattie portate dagli insetti ha avuto un inizio precoce in Italia. La circolazione del virus West Nile è stata confermata dalla presenza del virus in zanzare e in uccelli in Italia già nel mese di maggio. Per questo sono state attivate precocemente le misure di prevenzione su trasfusioni e trapianti nelle aree interessate". La Febbre del Nilo, però, non preoccupa solo l’Italia ma anche l’Europa, infatti, l’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) ha lanciato un allarme sulle zanzare invasive e i rischi per la salute.

Cos’è la Febbre del Nilo

La febbre del Nilo è un’infezione causata dal virus West Nile, un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nel distretto West Nile, da cui prende il nome. Il virus si è quindi diffuso in Africa, Asia occidentale, ed ha raggiunto l’Europa, Australia e America. I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri metodi di trasmissione, più rari, sono i trapianti di organi, le trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. Il virus può infettare l’uomo ma anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma anche cani, gatti e conigli. E’ importante sapere che la West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette.

Quali sono i sintomi

Dal momento della puntura della zanzara infetta, il periodo di incubazione varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. Nella maggior parte dei casi la malattia è asintomatica, mentre nei casi sintomatici (circa il 20%) si presenta con sintomi leggeri come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei che possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana. Ci sono alcune differenze tra bambini, adulti e anziani. Se nei bambini si presenta più frequentemente con una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.

Nei casi più gravi, che colpiscono meno dell’1% (1 persona su 150), si possono manifestare febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare anche un’encefalite letale.

Come viene diagnostica

Solitamente l’infezione viene diagnosticata attraverso un test di laboratorio (ELISA o Immunofluorescenza) effettuato sul sangue e, dove indicato, sul fluido cerebrospinale, per la ricerca di anticorpi del tipo IgM (sono i primi anticorpi ad apparire in risposta ad uno stimolo antigenico). Questi anticorpi possono persistere per periodi anche molto lunghi nei soggetti infetti (fino a un anno), pertanto la positività a questi test può indicare anche un’infezione pregressa.

Come si cura

Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i pazienti saranno sottoposti a trattamenti con fluidi intravenosi e respirazione assistita.

Come fare prevenzione

Sebbene siano allo studio dei vaccini contro la Febbre del Nilo, al momento l'unico strumento preventivo contro la diffusione dell'infezione è la riduzione dell'esposizione a punture di zanzare. "Pertanto - suggerisce l’ISS - è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente:

  • usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto;
  • usando delle zanzariere alle finestre;
  • svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante;
  • cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali;
  • tenendo le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate".
Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Febbre del Nilo, primo decesso in Italia: quali sono i sintomi e come prevenirla

Today è in caricamento