L’Italia costa sempre di più ed è sempre più in bolletta, secondo quanto rileva Bankitalia nel Supplemento "Finanza pubblica, fabbisogno e debito".

Le amministrazioni pubbliche hanno debiti per 2.241,8 miliardi, il nuovo record è stato toccato a maggio e segna un incremento di 10,9 miliardi rispetto a quello del mese precedente. Il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 10,5 miliardi, quello delle amministrazioni locali di 0,4; il debito degli enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato.

Le entrate tributarie sono state pari a 33,8 miliardi a maggio, contro le 31 contabilizzate nel bilancio dello Stato nello stesso mese del 2015. Nei primi 5 mesi del 2016 le entrate tributarie sono state complessivamente pari a 152,3 miliardi, in aumento del 4,2% rispetto a quelle relative allo stesso periodo dell'anno precedente.

La spesa delle amministrazioni pubbliche è eccessiva rispetto al ritmo di crescita del Paese, ammonisce Palazzo Koch e la Brexit  rende ancora più preoccupante questo divario: il suo impatto sull’economia è stato finora contenuto, ma Bankitalia non esclude che conseguenze "più significative" possano materializzarsi nei prossimi mesi, in caso di un forte calo dell'attività del Regno Unito determinando una crescita del Pil poco al di sotto dell'1% quest'anno e attorno all'1% il prossimo anno.

Minori risorse per sgravi contributivi hanno rallentato il calo di giovani disoccupati nel primo trimestre dell’anno, osserva ancora la Banca d'Italia nel sui bollettino economico: "Nonostante un rallentamento rispetto all'anno precedente, quando erano applicati in misura piena gli sgravi contributivi sulle nuove assunzioni, la tendenza all'aumento del numero di occupati è continuata nel primo trimestre dell'anno - si legge - Il tasso di disoccupazione complessivo è rimasto stabile, per effetto della maggiore partecipazione al mercato del lavoro; tuttavia è ulteriormente diminuita la disoccupazione tra i giovani".