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Venerdì, 26 Aprile 2024
Leggere il mondo

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A cura di Chiara Cecchini

Una vita da libraio rivoluzionario: addio a Carlo Conticelli

C'era una volta a Roma una libreria in centro bella, chiara e leggera. Rivoluzionaria. Ci andavano lettori di tutti i tipi, ci si potevano incontrare scrittori e registi. Quando aprì, per accogliere i più giovani, c'erano anche flipper e jukebox. Quella libreria oggi non c'è più e non c'è più nemmeno l'uomo che l'aveva creata: Carlo Conticelli, morto a 85 anni. 

Nel 1964 Giangiacomo Feltrinelli lo aveva mandato a Roma a gestire il primo punto vendita in via del Babuino. Una libreria aperta, nel vero senso della parola. Prima di allora, il cliente entrava, si avvicinava al bancone, chiedeva il libro desiderato e il libraio glielo portava. Giangiacomo Feltrinelli voleva invece che la gente potesse entrare liberamente - senza nessun campanellino per avvertire dell'ingresso  - e muoversi tra i libri, che non erano più disposti solo sugli scaffali ma erano a portata di mano, la copertina ben visibile, pronti per essere sfogliati e annusati. E il libraio era sempre lì, pronto a consigliare e a regalare scoperte, mentre oltre alle classiche presentazioni la libreria si apriva anche per ospitare eventi musicali, installazioni artistiche e tanto altro.

Inge Feltrinelli la descriveva così: "Uno spazio culturale in continuo movimento, voluto proprio lì dallo stesso Giangiacomo un work in progress, un palcoscenico teatrale dove si mescolavano gli scrittori del Gruppo 63, le cravatte di Carnaby Street, che Giangiacomo comprava personalmente, e gli intellettuali della capitale, e si giocava con un jukebox”.

Erano anni irripetibili. Anni in bianco e nero, come le fotografie che correvano sui muri della Feltrinelli di via del Babuino prima che venisse chiusa definitivamente nel 2013. In quale altro posto a Roma (o nel mondo?) ci si sarebbe potuti ritrovare a comprare libri e al tempo stesso ad assistere agli happening di Mario Schifano e a tornei di freccette. Federico Fellini, che abitava lì dietro a via Margutta, era di casa. Ma non era il solo a frequentare quella Feltrinelli e a trovare in Carlo Conticelli un punto di riferimento. 

Lo ricordava lui stesso in un'intervista dell'anno scorso a Il cielo sopra l'Esquilino

Un frequentatore assiduo era Federico Fellini. Lui si era innamorato di una commessa e veniva tutti i giorni. Acquistava e leggeva di tutto, anche per trovare idee, spunti per le sceneggiature. Ricordo Walter Veltroni in pantaloncini corti, accompagnato dal padre o Nanni Moretti anche lui giovanissimo. Tutti i grandi registi del momento passavano spesso da noi: Monicelli, Ettore Scola, Luigi Magni. C’erano anche politici: ricordo Spadolini, Napolitano. E quando Pasolini veniva a Roma, dove doveva andare se non da Feltrinelli a via del Babuino? Poi, la sera si andava a mangiare da Cesaretto a via della Croce, o da Sora Rosa e, anche lì, arrivavano tutti, cinematografari, politici, attori

Mi intrufolavo spesso in libreria perché studiavo lì vicino e me lo ricordo un po' burbero, ma sempre paziente e disponibile ad aiutarmi nelle mie ricerche. Conticelli ha lavorato fino al 2005, anche dopo essere andato in pensione, con un contratto da consulente che in ultimo la Feltrinelli non gli aveva più rinnovato. "Da un giorno all' altro mi hanno dimissionato e ho un grande dispiacere", aveva ammesso a Repubblica, "però non voglio fare polemica. Ringrazio di cuore tutta la famiglia Feltrinelli per avermi dato l'opportunità di fare una vita da sogno. Mi mancherà molto il profumo dei libri ma anche quello delle tante persone intelligenti che entravano a comprarli". 

Negli ultimi anni, la libreria Feltrinelli di via del Babuino era rimasta un po' in disparte, mentre gli altri punti vendita del gruppo si ingrandivano e si rinnovavano. Meno rutilante di colori e frequentatori, sembrava quasi una piccola libreria indipendente, non un supermarket. E poi, proprio come per tante altre librerie indipendenti nel centro di Roma, è arrivata la chiusura. Al suo posto ora c'è - ça va sans dire - un negozio di abbigliamento maschile di lusso e chi si trova a passeggiare intorno a via del Corso non sa più dove andare per ritrovare quell'atmosfera. 

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