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Lunedì, 29 Aprile 2024
Intimidazioni e violenze / Vibo Valentia

Candeggina al posto del vino. Così tentano di avvelenare il parroco nel paese commissariato per mafia

È accaduto a San Nicola di Pannaconi, una frazione di Cessaniti, un comune commissariato per mafia in provincia di Vibo Valentia. Nel mirino il parroco don Felice Palamara

Potrebbe essere la scena di un film, ma purtroppo è tutto vero. Siamo a San Nicola di Pannaconi, una frazione di Cessaniti in provincia di Vibo Valentia. Don Felice Palamara, parroco del paese, si è reso conto, durante la messa, che nelle ampolle dell'acqua e del vino per la messa era stata messa della candeggina. Preoccupato dell'accaduto, il prete ha interrotto il rito e ha allertato i Carabinieri.

Il paese commissariato per mafia

Don Felice - ha raccontato al Corriere della Sera - è sicuro al cento per cento che non si tratti di una bravata né tanto meno di un gesto proveniente da uno dei suoi parrocchiani. Il religioso soffre di asma ed è cardiopatico e se avesse ingerito la candeggina avrebbe rischiato gravi conseguenze. "Sono certo che questa intimidazione non sia opera dei miei parrocchiani, sono qui da dieci anni e con la gente del posto ho sempre avuto un rapporto di affetto reciproco", ha spiegato. Il comune di Cassaniti è stato commissariato per mafia nell'agosto 2023 dopo le dimissioni del sindaco. E da allora le intimidazioni nei confronti dei sacerdoti - e non solo - sono state frequenti. Solo poche settimane fa, l'auto di don Felice Palamara era stata danneggiata nei pressi della parrocchia, mentre al suo indirizzo erano state spedite lettere intimidatorie. "Non permetteremo a nessuno di fare del male al nostro parroco, nessuno potrà fermare un paese che vuole e merita riscatto e che vuole crescere", ha fatto sapere la comunità, che si è stretta intorno al suo parroco.

Le minacce all'altro parroco

Don Felice Palamara non è l'unico sacerdote di Cassaniti ad aver subito minacce: un trattamento simile è stato infatti riservato anche a don Francesco Pontoriero, che nei giorni precedenti al tentativo di avvelenamento aveva ricevuto una lettera con minacce di morte, con tanto di lama affilata allegata. Poco tempo prima, sul cofano della sua auto, era stato lasciato un gatto morto. Ad esprimere solidarietà al parroco, il vescovo della diocesi di Mileto - Nicotera - Tropea, Attilio Nostro, anche lui oggetto delle minacce:  "La diocesi - ha spiegato - sta vivendo un momento di sofferenza a causa di atti intimidatori che nulla hanno a che fare con la normale vita cristiana delle parrocchie".

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