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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Pordenone

Giovanni Zanier, travolto e ucciso a 15 anni: soldatessa Usa condannata (ma non andrà in carcere)

Il tribunale di Pordenone ha condannato a 2 anni e sei mesi con pena sospesa la 21enne Julia Bravo, accusata di omicidio stradale, che nell'agosto del 2022 investì il ragazzino che in quel momento stava percorrendo la pista ciclabile

La soldatessa statunitense Julia Bravo, 21 anni, è stata condanna a 2 anni e sei mesi con pena sospesa dal tribunale di Pordenone. La giovane, in servizio alla Base Usaf di Aviano, il 21 agosto del 2022 aveva travolto e ucciso un ragazzo di 15 anni, Giovanni Zanier, che stava percorrendo la pista ciclabile di Porcia. Nei confronti della 21 enne non è stata riconosciuta l'aggravante della guida in stato di ebbrezza in quanto il test alcolemico, che aveva dato esito positivo, era stato effettuato sulla conducente oltre due ore dopo l'incidente. La soldatessa però non andrà in carcere: come detto, i giudici hanno optato per una condanna a 2 anni e mezzo di reclusione, con pena sospesa.

La dinamica dell'incidente

Gli inquirenti, grazie a due consulenti tecnici - l’ingegner Pierluigi Zamuner e la dottoressa Michela Frustaci - hanno cercato di ricostruire i fatti che hanno portato alla tragica scomparsa del ragazzo. Sul tavolo, oltre alle dinamiche dello schianto, il tema del tasso alcolemico della soldatessa risultata positiva all’alcoltest con un livello di concentrazione di alcol nel sangue di 2,09 grammi per litro, quattro volte il limite consentito.

Dalle perizie Julia Bravo non ha rispettato le norme previste dal codice della strada superando il limite di velocità fissato a 50 chilometri orari. La macchina viaggiava a 65 km/h fino al punto esatto in cui si è trovata davanti alla rotonda. La militare, anziché frenare, ha spinto l’acceleratore perdendo il controllo della vettura. L'auto ha colpito la barriera e ha invaso la pista ciclabile travolgendo in modo violento Giovanni Zanier. Julia Bravo si è fermata a prestare soccorso. Arrestata per il reato di omicidio stradale, è stata trasferita all'ospedale di Pordenone per tutti i controlli del caso. Ma sulle modalità in cui è stato effettuato l'esame del tasso alcolemico c'è stato uno scontro tra periti. La difesa ha infatti sostenuto che i prelievi sono stati fatti 135 minuti dopo lo schianto, e le differenze riscontrate tra le varie consulenze hanno portato il giudice a escludere l'aggravante della guida in stato di ebbrezza.

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