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Domenica, 28 Aprile 2024
Disgrazia / Rimini

Giulia e Alessia Pisanu: la telefonata al padre e le incertezze sui secondi prima della tragedia

Il padre Vittorio non si dà pace: "Non mi sentivo bene, non sono andato a prenderle stavolta". In stazione è successo tutto in un attimo: forse non si saprà mai perché una delle due era scesa per prima sui binari. L'indagine è a 'modello 45', fascicolo che non prevede notizie di reato

Giulia e Alessia Pisanu avevano solo 15 e 16 anni. La loro vita è finita in un istante domenica mattina alla stazione di Riccione, travolte da un treno in corsa. Sono stati ricostruiti in parte le ore e gli attimi precedenti alla tragedia. Erano andate sabato sera a Riccione alla discoteca Peter Pan. A Giulia avevano rubato la borsa, Alessia aveva il cellulare scarico. Un ragazzo aveva prestato alle due il telefono per chiamare il padre. Le ragazze alle 6.50 sono in stazione. Un mistero quello che passa per la loro testa e che accade in un attimo soltanto, forse dieci secondi in tutto: Giulia scende sui binari per prima, Alessia si siede sulla banchina per raggiungere la sorella. Il Frecciarossa in transito non può evitarle.

Giulia e Alessia morte alla stazione di Riccione

C'è stata una telefonata al padre dunque, pochi istanti prima della terribile disgrazia. Per rassicurarlo: stavano tornando a casa. Secondo la ricostruzione degli uomini della Polfer, sarebbe stato un 24enne, che ha già fornito il suo racconto dei fatti, assieme ad un amico, ad accompagnare le due ragazze dalla discoteca alla stazione. E alle due sorelle aveva prestato il telefono per chiamare a casa. Una testimonianza importante quella del giovane, perché è lui che ha poi raccontato di aver visto Giulia e Alessia già la sera precedente in discoteca e di aver rivisto nuovamente la maggiore fuori dal locale, stanca ma non in uno stato di particolare alterazione. Giulia stessa aveva raccontato di essere particolarmente provata perché aveva lavorato tutto il giorno prima di partire con la sorella per andare a ballare a Riccione. Durante il tragitto, dalla discoteca alla stazione, era stata invece Alessia, la più giovane, a chiedere in prestito il cellulare per poter fare una telefonata al padre. Il suo era scarico e alla sorella avevano rubato borsa e telefonino, come era anche emerso dalla testimonianza del barista della stazione.

È successo tutto in una manciata di secondi

Le due sorelle sono arrivate in stazione attorno alle 6,50 del mattino e, dopo dieci minuti, almeno cinque testimoni le osservano avvicinarsi ai binari. Le varie testimonianze raccolte dalla Polfer riportano di aver visto una ragazza sui binari e l'altra seduta a terra sulla banchina per poi scendere e raggiungere la sorella. La più grande è scesa sui binari per prima, si cerca il perché. In tutto non sarebbe rimasta sui binari per più di 10-15 secondi prima dell'impatto. Il macchinista del Frecciarossa diretto a Milano e in transito a Riccione sul primo binario ha visto Giulia e ha azionato il fischio e il freno, ma i treni ad alta velocità viaggiano anche a duecento chilometri orari. Era una impresa impossibile fermare il convoglio. Poi gli era apparsa davanti Alessia, la piccola, anche lei sui binari. 

Probabilmente non si saprà mai cosa avessero in mente le giovani. È successo tutto in una manciata di secondi. Forse volevano attraversare i binari? Giulia, 17 anni ancora da compiere, vestito nero, scende tra le rotaie e guarda il Frecciarossa che le viene addosso. Alessia, 15 anni, vestito verde e stivali in mano, è seduta sulla banchina e all'ultimo si butta per salvare la sorella, ma muore con lei. Solo altre testimonianze potrebbero fornire elementi utili, non ci sono video dei secondi che hanno preceduto l'impatto. Tutti ricordano la più grande sul binario e la più piccola sulla banchina, ma secondo i quotidiani di oggi c'è anche un testimone che dice il contrario. Dettagli. L'impatto devastante ha rotto la calandra frontale del treno 9802.

Il treno in transito alla stazione di Riccione che ha investito le due sorelle di 15 e 17 anni residenti in provincia di Bologna, 31 luglio 2022. ANSA-2

Il treno in transito alla stazione di Riccione che ha investito le due sorelle di 15 e 17 anni residenti in provincia di Bologna. ANSA

Al momento l'indagine è su 'modello 45', termine tecnico che indica che il fascicolo non prevede notizie di reato o indagati. Sono anche esclusi per motivi tecnici esami tossicologici sui resti delle due ragazze. Probabile invece un esame del Dna per accertare compiutamente l'identità delle due sorelle visto che il riconoscimento ieri da parte del padre, arrivato a Rimini, accompagnato dal fratello, non può considerarsi definitivo. 

La disperazione del padre: "Non mi sentivo bene, non sono andato a prenderle stavolta"

Il padre Vittorio Pisanu, originario di Senorbì nel Sud Sardegna, trasferitosi decenni fa in Emilia per lavorare, non si dà pace: "Non mi sentivo bene, non sono andato a prenderle stavolta". Lo faceva sempre quando le figlie andavano a ballare. "Di solito le accompagnavo io a divertirsi in Riviera". Ma sabato non stava bene, le figlie non volevano rinunciare alla loro serata a Riccione e così "ho detto: ma sì, per una volta andate da sole, in treno". Viveva per le sue bambine: "Erano la mia vita, lavoravo per loro", ripete agli amici e ai parenti che non lo lasciano solo un istante. La madre di Giulia e Alessia è tornata a Castenaso: a dicembre scorso aveva lasciato la famiglia per tornare in Romania. Il Comune ha messo a disposizione della famiglia una psicologa. Anche il macchinista sta ricevendo assistenza psicologica: è sconvolto. 

Sui social non sono mancati episodi vergognosi. Frasi che accusano le ragazze di incoscienza e anche la famiglia, parole irrispettose, al punto che il Comune di Riccione ha dovuto bloccato i commenti al suo post di cordoglio.

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