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Domenica, 28 Aprile 2024
L'inchiesta

''Io, donna, massacrata di botte sull'isola dei Vip"

Picchiata la figlia del procuratore che arrestò Felice Maniero: "La piazza era piena, nessuno è intervenuto". Nuove aggressioni nei fine settimana. L'appello alle autorità degli abitanti della Maddalena: "Intervenite subito"

Anche la figlia di un famoso magistrato antimafia è stata massacrata di botte a La Maddalena, l'isola dei Vip nel nord della Sardegna. Il padre, l'ex procuratore di Belluno, Francesco Saverio Pavone, viene ancora ricordato per essere stato a capo del pool che a Venezia ha smantellato la mala del Brenta e portato a processo il boss Felice Maniero. Ma oggi Rossella, 45 anni (foto sopra e sotto con il papà), proprio non capisce perché nessuno si voglia prendere cura del paradiso dell'arcipelago innondato di cocaina: un consumo di droga senza precedenti, secondo i testimoni, che coinvolge anche minorenni e riaffiora nelle violenze di queste settimane. ''Le prime vittime da salvare - sostiene Rossella Pavone - sono proprio i ragazzi dell'isola. Anche quelli di cui avete parlato nel vostro articolo. Nessuno si sta occupando di loro''.

La Maddalena, circa diecimila abitanti d'inverno, ospita una caserma dei carabinieri, una famosa scuola della marina militare, un comando della capitaneria di porto, la polizia locale. Ma, secondo i molti residenti contattati da Today.it, è come se le strade, le piazze, i bar fossero diventati terra di nessuno. ''Ieri sera l'ennesimo episodio di violenza - racconta Rossella Pavone -. Un ragazzo, che era già stato preso a pugnalate, ha fatto un agguato in un bar della piazza. Ha aggredito a pugni il suo aggressore e ferito di spalle colui che lo accompagnava. Non finirà mai. Qui non esiste il mostro che va minacciando a caso le persone. Qui esiste solo la legge della vendetta. E non si tratta di casi singoli e separati. Tutti hanno un denominatore comune: droga, prepotenza, arroganza, miseria culturale. Lo Stato deve essere più presente''.

L'ex procuratore della Repubblica, Francesco Saverio Pavone, con la figlia Rossella alla Maddalena

È una violenza che ha radici lontane: ''La pandemia, come altrove, ha avuto un effetto devastante su molti abitanti dell'isola - dice la figlia dell'ex procuratore -. Qui si vive di turismo e con il lockdown la gente ha fatto davvero fatica. Da allora molte persone sono diventate più aggressive, rispondono con cattiveria ai problemi. In paese mi danno dell'infame soltanto perché ho avuto sempre il coraggio di denunciare le percosse e le angherie subite. Nel marzo 2020 mio padre morì di covid. Ne parlarono i giornali. Così tutta La Maddalena venne a sapere che io sono figlia di un ex procuratore capo della Repubblica e di un giudice antimafia. Da lì il disprezzo e l'aggressività da parte di alcuni aumentarono, in quanto essere figlia di 'sbirro' significa essere infame, in un paese dove la legalità sembra un'utopia e l'unica legge che conta è quella della prepotenza''.

Quando venne sequestrata per mafia la squadra di calcio

L'isola (foto sotto) è stata investita anche da indagini antimafia. Nel 2017 la Procura di Roma ha fatto sequestrare immobili per tre milioni e perfino le quote della locale squadra di calcio: secondo le accuse, era stata comprata dai prestanome del clan romano di Tor Bella Monaca, con i guadagni dello spaccio della droga. Ma a spaventare in queste settimane, più che la criminalità organizzata, sono le esplosioni improvvise di violenza.

''Durante una spedizione punitiva in un locale dell'isola - conferma Rossella Pavone - mio figlio si è preso due pugni in faccia. La sua colpa? Trovarsi in quel posto nel momento sbagliato. Stava mangiando un panino con amici e un ragazzo con una spranga ha cominciato a colpire un cliente con il quale aveva delle questioni in sospeso. Il pestaggio è durato quasi mezz'ora. Una donna ha poi cercato di prendere il cellulare di mio figlio: pensava che avesse filmato l'aggressione. Alle tre di notte mi ha scritto su messenger minacciando di spaccarmi la testa e i carabinieri hanno trovato la donna appostata sotto la nostra casa''.

Il capoluogo dell'isola La Maddalena (foto GoogleEarth)-2

Rossella Pavone lavora come impiegata nell'ufficio anticorruzione e trasparenza del Comune della Maddalena. ''L'anno scorso - rivela - ho ritrovato la facciata della casa ricoperta di acido, spruzzato con un compressore. Mi hanno fatto molti dispetti: crisantemi nella cassetta della posta, piante infiocinate, tante umiliazioni per essere la figlia di un magistrato. Ma il fatto più grave che mi riguarda risale al giugno del 2021. Aspettavo mia madre seduta in un bar nella piazza davanti alla chiesa della Maddalena. Una ragazza, che mi insultava da un mese per sue questioni personali, mi ha assalita e buttata a terra e con suo fratello - secondo la versione confermata da una denuncia ai carabinieri - mi ha preso a calci in faccia. La piazza era piena di gente ma nessuno mi ha aiutata, tranne una passante alla fine. Ho denunciato tutti e due. Hanno indagato soltanto la ragazza per violenza privata e per avermi impedito di chiamare i soccorsi. Sono venuti a offendermi perfino fuori del mio ufficio. La prima udienza del processo è stata fissata per marzo 2024. Sul labbro mi è rimasta la cicatrice per i calci ricevuti in bocca mentre giacevo a terra''.

L'ennesima rissa alla Maddalena: si morsicavano gambe e orecchie

''Io sono terrorizzata - confessa Rossella Pavone - per ciò che potrebbe accadere e per quanta violenza si nasconde dietro lo spaccio della droga. La cocaina qui arriva tagliata con sostanze anfetaminiche ed è di moda fumarla. La scaldano con l'ammoniaca e l'effetto è ancor più devastante. Un sabato di gennaio mi trovavo con amiche in un locale a mangiare insieme qualcosa. Una cliente e il suo fidanzato all'improvviso hanno buttato dei bicchieri di alcol in faccia a un ragazzino. Da lì si è scatenata una rissa tra queste tre persone''.

Cosa sta succedendo sull'isola della Maddalena - di Fabrizio Gatti

''Si sono presi a morsi le gambe e le orecchie - ricorda la figlia del magistrato -. Tutti e tre mordevano, picchiavano, urlavano. Hanno rotto bottiglie per scagliarsele addosso. Io e le mie amiche bloccate nel locale, mentre questi si pestavano a sangue. Il pavimento era un lago rosso, le urla disumane. Ci avevano chiuse dentro. Ho ancora in mente i loro volti insanguinati e deturpati da vetri, morsi e graffi. Succede quasi tutte le settimane, nella totale omertà. Io sono affezionata alla gente sana di questa isola, alla famiglia del mio ex marito, alle persone per bene che vivono alla Maddalena e che, in questo periodo, sono impaurite e aspettano in silenzio che lo Stato intervenga''. Prima che da questa follia qualcuno ne esca morto.

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