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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cosa è emerso / Brescia

Mario Bozzoli scomparso o gettato nel forno? Per capirlo hanno bruciato un maiale in fonderia

L'esperimento ha sollevato diverse polemiche delle associazioni animaliste, convinte che fosse utilizzato un animale vivo. Dopo anni di indagini e un processo ancora in corso, l'unico imputato per il presunto omicidio dell'imprenditore scomparso è il nipote

Non c'è stata nessuna esplosione. Fatto che rafforzerebbe l'ipotesi dell'accusa, secondo la quale il corpo di Mario Bozzoli è finito dentro quel forno senza lasciare tracce evidenti, né durante né dopo. E si è notata una fumata bianca, visibile però solo all'interno della fonderia e non all'esterno. È in sintesi questo l'esito dell'esperimento giudiziale voluto dalla Corte d'Assise di Brescia e andato in scena mercoledì 27 aprile alla fonderia Gonzini di Provezze, frazione di Provaglio d'Iseo in provincia di Brescia, per cercare di far luce sul presunto omicidio di Mario Bozzoli, l'imprenditore di Marcheno scomparso l'8 ottobre del 2015 e di cui da allora non si sono più avute notizie.

Il corpo di Bozzoli non è stato mai ritrovato: da qui l'ipotesi che sia stato bruciato in uno dei due crogioli della fonderia di cui era proprietario. L'esperimento, condotto nel forno di un'altra fonderia bresciana (più piccolo rispetto a quello in cui si ipotizza sia stato gettato il corpo dell'uomo), è arrivato dopo anni di ricerche e deduzioni da parte degli inquirenti. La "verifica" non ha valore probatorio ma può dare indicazioni importanti, secondo chi indaga: è stata disposta dalla Corte d'Assise di Brescia per simulare la morte dell'imprenditore, e nei giorni scorsi aveva sollevato diverse polemiche delle associazioni animaliste convinte che fosse utilizzato un animale vivo.

Rispondendo alla Lav (Lega anti vivisezione), alla vigilia dell'esperimento, il tribunale di Brescia aveva scritto: "Il maiale che sarà gettato nel forno fusorio per simulare cosa sarebbe accaduto se Mario Bozzoli, imprenditore ucciso nel 2015, fosse stato bruciato nel forno della sua azienda, sarà selezionato tra quelli già deceduti per morte naturale, prelevati quotidianamente dagli allevamenti da ditte specializzate e conferiti all'Istituto zooprofilattico di Brescia per le analisi ed il successivo smaltimento". "Nell'occasione - aveva precisato il tribunale di Brescia - sarà utilizzata una carcassa di animale priva di infezioni virali, aspetto che potrebbe comprometterne la fuoriuscita dall'istituto".

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Il forno della fonderia Gonzini, dove è andato in scena l'esperimento. ANSA/FILIPPO VENEZIA

Cosa è emerso? Dopo circa un'ora di "cottura" a più di 800 gradi, dell'animale non è rimasto nulla, ma sono stati prelevati campioni di Dna ed eventuali tracce organiche. Nessuna esplosione e, come detto, nessuna fumata visibile dai comignoli esterni della fonderia. I periti hanno ricreato condizioni simili rispetto alla sera del presunto omicidio. Tra le 19.14 e le 19.25 dell'8 ottobre 2015 qualcosa potrebbe essere successo: in fonderia venne registrata una fumata anomala, della durata di tre minuti, che per la pubblica accusa potrebbe essere il momento in cui il corpo sarebbe stato gettato nel forno. All'interno di quel forno, però, non è mai stato trovato nulla di strano: né tracce organiche né altro. Per questo sono già stati prelevati materiali e reperti anche dal forno della Gonzini, per tentare almeno un confronto.

A Provezze è stato bruciato un maialino di circa 13 chilogrammi: l'ipotesi iniziale che prevedeva di utilizzare un maiale di circa 80/85 chili, ovvero quanto pesava Mario Bozzoli al momento della sua scomparsa, era stata scartata. Il maialino bruciato è stato inserito nel forno e bruciato a più di 800 gradi e poi lasciato "a mollo" in un fluido di metallo fuso. La situazione è stata monitorata passo dopo passo dai vigili del fuoco e dagli specialisti di polizia e carabinieri: con l'esperimento doveva essere verificata l'eventualità dell'esplosione del forno a seguito dell'inserimento di un corpo estraneo (nel caso delle indagini, un corpo umano). Così non è stato con il maialino, e dunque così non sarebbe stato nemmeno quella sera, se fosse stata davvero questa la fine di Mario Bozzoli.

A che punto è il processo sul caso di Mario Bozzoli

Dopo anni di indagini e un processo ancora in corso, l'unico imputato per il presunto omicidio dell'imprenditore scomparso è il nipote di quest'ultimo, Giacomo Bozzoli, che si è sempre dichiarato estraneo ai fatti. Resta ancora aperto anche il fascicolo relativo alla scomparsa di Giuseppe Ghirardini, l'operaio della fonderia Bozzoli deceduto in circostanze ancora non del tutto chiare solo sei giorni dopo la morte di Mario Bozzoli, e trovato nei boschi di Ponte di Legno in alta Valle Camonica. Anche la sua morte è ancora avvolta nel mistero. Sotto la lente degli inquirenti, oltre alle circostanze relative ai due decessi, anche la situazione finanziaria dell'azienda, dalla quale potrebbero arrivare indicazioni importanti circa l'omicidio.

Il caso Mario Bozzoli dall'inizio

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