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Martedì, 30 Aprile 2024
Il racconto shock / Milano

"Il medico mi ha spogliata, lui geloso ha tirato fuori il coltello". Follia in ospedale

Tre accoltellati nella clinica Città Studi di Milano. Il racconto della vittima, ex fidanzata dell'aggressore: "La gente scappava e si nascondeva, poi ho visto il sangue"

"La gente che scappava, si nascondeva negli ambulatori, nelle stanze, prendeva l'ascensore pur di nascondersi e lui che scendeva le scale con questo coltello in mano aperto che mi fissava. È stata una scena da film horror". A parlare, rivivendo quei momenti da incubo, è la ragazza di 22 anni che lunedì pomeriggio (15 aprile) è stata aggredita nella clinica Città Studi di Milano dal suo ex fidanzato, un coetaneo che ha poi accoltellato tre uomini intervenuti proprio per difendere la vittima.

Raggiunta dalle telecamere di Pomeriggio Cinque, la giovane - che da qualche mese aveva rotto con l'ex - ha raccontato: "Avevo una visita poiché mi dovrebbero assumere a partire dall'inizio del mese di maggio. Nei messaggi che ci siamo scritti durante il pomeriggio lo sentivo alterato e dal modo in cui scriveva avevo intuito che forse aveva anche un po' bevuto, quindi ho detto: 'Ci becchiamo, almeno parliamo civilmente, cerco di calmarti perché sei evidentemente alterato'. Ma quando ci siamo incontrati non si reggeva in piedi, puzzava da morire di alcol, sbiascicava, continuava a ridere senza motivo, era proprio difficile parlargli".

"Ho fatto la visita e nel momento in cui siamo usciti lui continuava a ripetere 'io quello lo devo ammazzare, quello lo devo ammazzare', al medico che mi ha visitata, ipotizzo perché mi avesse visitata, lui essendo sempre stato molto geloso era infastidito che mi avesse toccata, spogliata - ha continuato la vittima -. Ha iniziato a delirare nel momento in cui io cercavo di calmarlo, lui mi ha afferrato e ha iniziato a strattonarmi, poi non ricordo bene cosa è successo, mi sono solo ritrovata a terra".

"Non ho chiesto tanto aiuto in modo diretto, ma ho iniziato a urlare in modo che le persone mi sentissero, perché nel momento in cui ho capito che mi stava per aggredire, avevo paura che nessuno reagisse. Lui era accasciato a terra, accanto a sé c'era una donna che stava chiamando la polizia, al che ho iniziato a vedere che lui iniziava a mettere la mano nella tasca e ha tirato fuori un coltello. Io ho urlato 'ha un coltello', un signore gli si è messo addosso per cercare di disarmarlo, mi ricordo che era riuscito a placcarlo contro un muro e le altre persone mi hanno aiutato a scappare dentro la clinica. Non ci credevo, ho detto cioè questo sangue lo ha provocato lui", i tanti frame che affiorano nella mente della 22enne.

Alla domanda se fosse già stato violento con lei, la vittima ha ammesso: "Qualche volta è successo, ma non fino a questo punto. Ogni tanto è successo che magari mi mettesse qualche mano addosso, che avesse tentato di strangolarmi. Se ci sono state delle volte che mi ha violentato? Sì, molte volte, gli dicevo semplicemente 'Daniele, non ho più voglia, lasciami stare'. A lui non fregava, se non fosse per loro, i miei angeli custodi, a quest'ora non sarei neanche più qui". Nel suo folle raid, il 22enne - ora in carcere con l'accusa di lesioni aggravate - ha colpito con il coltello due dipendenti dell'ospedale e un paziente. Fortunatamente nessuno di loro ha riportato ferite gravi. 

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