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Sabato, 27 Aprile 2024
La mattanza / Alessandria

Martino Benzi uccide figlio, moglie e suocera: spunta il movente della strage di Alessandria

Solo ipotesi, perché le indagini proseguono, ma potrebbe realmente essere stato un debito con il fisco, che temeva di non riuscire a onorare, a spingere il tranquillo ingegnere a compiere il massacro del 27 settembre: cosa hanno scoperto

Serviranno ancora indagini, accertamenti, approfondimenti. Ma potrebbe essere stato un debito con il fisco, che temeva di non riuscire a onorare, a spingere Martino Benzi a compiere la strage familiare di Alessandria. Da settimane i carabinieri di Alessandria sono al lavoro per individuare il movente degli omicidi del 27 settembre. L'ingegner Martino Benzi, stimato professionista che progettava siti web, sterminò a coltellate la sua famiglia: morirono la moglie Monica Berta, il figlio Matteo e la suocera Carla Schiffo. Poi l'uomo si suicidò. Ormai l'indagine serve solo per chiarire il contorno di una tragedia altrimenti inspiegabile, che ha scosso un'intera città.

La strage di Alessandria 

Una manciata di giorni prima della strage Martino Benzi aveva ricevuto una cartella esattoriale. Un debito col fisco che pensava di non poter pagare facilmente. A questo, forse, si riferivano le poche righe scritte dall'uomo in cui spiegava di "essere rovinato". Si escluderebbero problemi con il mondo dell'usura o con altre non meglio specificate attività. Non ci sono altre ombre, di alcun tipo.

Di qualche piccolo problema economico aveva già parlato la famiglia delle vittime. Intervistato da Repubblica due settimane dopo gli omicidi, il fratello di Martino Benzi, dopo aver ringraziato la cittadinanza per la vicinanza, raccontò: "Aveva contratto un debito con l'Agenzia delle entrate di 30mila euro, ma l'aveva rateizzato, ne aveva già restituiti 20mila, gli mancavano da pagare gli ultimi 10mila euro. Non so cosa gli sia scattato. Non mi pare certo uno scenario così pesante da poter indurre una persona a fare quello che ha fatto - spiegava l'uomo - Agli inizi di agosto gli avevo dato 2mila euro, ma non è neanche da considerarsi un prestito. In famiglia siamo sempre stati uniti e ci siamo sempre aiutati. Se sei un libero professionista come lo era mio fratello è sufficiente che due clienti ti paghino entrambi in ritardo per far si che ti servano due soldi per chiudere il mese. Nulla di eccezionale". 

Le ipotesi sul movente

Non stavano proprio così le cose. Aveva raggiunto infatti la ragguardevole cifra di circa cinquantamila euro il debito complessivo con l'Agenzia delle Entrate: emerge questo dall'analisi del cassetto fiscale di Martino Benzi, secondo quanto riportano oggi vari quotidiani. Una somma che, tra more e interessi, stava diventando uno scoglio insormontabile nella mente dell'ingegnere. Il fratello sapeva di un debito molto più basso e, oltretutto, già quasi estinto. Nel computer non sono stati trovati altri messaggi. Forse Martino Benzi, che era figlio di noti commercianti in città, non ha retto alla pressione.

Non ci sono però certezze, e forse mai ce ne saranno, su cosa davvero lo abbia portato a sterminare la sua famiglia. In una prima fase le indagini avevano esplorato aspetti di salute: Monica Berta aveva subito il trapianto di midollo superando una grave forma di leucemia e lo stesso Martino Benzi aveva subito un paio di interventi chirurgici. Ora la pista economica appare però la più plausibile.

Quel giorno di inizio autunno Martino Benzi si era recato, come spesso faceva, presso la casa di riposo Madre Teresa Michel di piazza Divina Provvidenza per un saluto alla suocera Carla Schiffo. Aveva pianificato tutto: ha sgozzato l'anziana per poi puntare l'affilatissima lama contro se stesso. In tasca i soccorritori gli avevano subito trovato un biglietto che lasciava presagire la portata del dramma: "A casa troverete il resto". Il figlio Matteo e la moglie Monica Berta erano già morti. Uccisi in casa alle sette di mattina di un mercoledì qualsiasi.

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