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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Notav: 4 mesi di carcere per aver detto "pecorella" a un carabiniere

Marco Bruno è stato condannato per oltraggio a pubblico ufficiale. Durante una manifestazione Notav aveva definito un agente in antisommossa 'pecorella

Quattro mesi di carcere per aver insultato e chiamato “pecorella” un carabiniere. Questa è la pena per Marco Bruno, trentenne No Tav, condannato dal giudice del tribunale di Torino Gian Luca Robaldo per oltraggio a pubblico ufficiale. Il pm Nicoletta Quaglino aveva chiesto una condanna a sei mesi. Dalla difesa gli avvocati Maurizio Cossa e Claudio Novaro avevano chiesto l’assoluzione perché il gesto doveva essere considerato come espressione di 'critica e satira' e quindi non costituiva reato.

Tutto è cominciato il 28 febbraio 2012 quando in Val Susa i Notav avevano bloccato l'autostrada vicina dopo che Luca Abbà, storico attivista del movimento, era si era arrampicato a un traliccio dell'alta tensione per sfuggire a un inseguimento delle forze dell'ordine ed era rimasto folgorato. Da lassù era collegato con l'emittente radiofonica torinese, radio Blackout, e stava facendo una cronaca dei fatti. L'uomo fu ricoverato d'urgenza ed entrò in coma.

Il movimento reagì subito con ulteriori mobilitazioni nella valle e in una di queste Marco Bruno fu ripreso da alcune telecamere mentre parlava a un agente antisommossa schierato in difesa del cantiere:

GUARDA IL VIDEO DELLA SCENA DELLA "PECORELLA"
 

Che pecorella sei? Non hai un numero, un nome, un cognome? Sai che sei un'illegale? Dovresti avere un numero di riconoscimento. Così io non so chi sei ma tu sai chi sono io. Sei forte eh? Sai anche sparare? Se dai i bacini alla tua ragazza con la mascherina non gli attacchi le malattie. Comunque per quello che guadagni non vale la pena stare qui. Vabbè, tanto le pago io le tasse
 

Il video aveva suscitato diverse polemiche e l'agente coinvolto venne encomiato dal uno dei comandanti dell'Arma. Marco Bruno invece fiinì indagato dalla procura di Torino e qualche tempo dopo il collettivo di scrittori Wu Ming scrisse un racconto sulla sua storia, in cui lui stesso affermava di aver ricevuto minacce di morte.

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