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Lunedì, 29 Aprile 2024
Lo sfogo / Palermo

L'uomo ucciso mentre rincasava dopo il lavoro, la sorella "Chi ha visto parli"

I carabinieri indagano sull'omicidio di Badreddine Boudjemai, 41enne algerino da 13 anni a Palermo. A PalermoToday parla la sorella: "Era un uomo gentile, tornava dai suoi figli"

Palermo l'ha amata dal primo giorno che l'ha conosciuta 13 anni fa. Badreddine Boudjemai, l'uomo che nella notte tra il 3 e il 4 novembre è stato ucciso nel centro del capoluogo siciliano a colpi di pistola, aveva chiuso il capitolo Algeri, la sua città d'origine, per costruire in Sicilia la sua vita. Un omicidio su cui ora i carabinieri, che conducono le indagini, vogliono far luce per capire chi ha freddato il 41enne e il movente che lo ha spinto a sparare. 

Il giallo del cuoco ucciso a colpi di arma da fuoco in strada

Era il 2010 quando Badr, così come lo chiamavano gli amici, è venuto in vacanza a trovare la sorella più piccola, Fella, mediatrice culturale di Medici senza frontiere. È lei a raccontare a PalermoToday chi era il fratello. "Un uomo sempre sorridente, legato profondamente alla sua famiglia, soprattutto ai suoi due bambini". Era infatti sposato con una donna di origini tunisine. Con lei aveva avuto due bambini, oggi piccolissimi: una femminuccia di 4 anni e un maschietto di appena 8 mesi. "Dopo il secondo figlio - racconta ancora la sorella - la moglie ha smesso di lavorare per accudirli. Era mio fratello a pensare a tutto. Lavorava dalla mattina alla sera solo per loro, non prendendo mai neppure un giorno libero". 

Lavorava come cameriere da Appetì, un ristorante di via Emerico Amari, e ieri sera stava giusto tornando a casa dopo la fine del suo turno. "Ogni giorno - racconta ancora la sorella a PalermoToday - mandava un messaggio alla moglie per dire 'ho finito, sto tornando'. Anche stanotte lo ha fatto. Solo che a casa non è mai tornato. Il suo lavoro gli piaceva. Da quando è arrivato a Palermo ha sempre fatto il cameriere in vari locali, da via Olivella a via Maqueda. Serviva ai tavoli, parlava coi clienti con dolcezza, intrattenendoli con le sue battute. Una persona sempre allegra. Quando accoglieva la gente al ristorante, prima di farli accomodare, gli regalava un sorriso". 

L'omicidio, secondo quanto finora ricostruito, sarebbe avvenuto proprio a pochi passi da casa del 41enne. "Ritornava a piedi - spiega - non era uno che dava confidenza, non si immischiava con altra gente. Era una persona tranquilla. Non riesco a immaginare cosa possa essere successo, chi gli abbia sparato e perché". Nel cuore della notte la telefonata che la famiglia non avrebbe mai voluto ricevere. "Mi ha chiamato mia mamma che per adesso è qui a trovarci - conclude tra le lacrime - dicendomi che avevano sparato a Badr. Avevo il telefono silenzioso, ho saputo solo questa mattina. Sono andate con mia cognata a riconoscere la salma, in attesa che l'autopsia ci dica com'è morto. È una tragedia. Ora chi ha visto parli. Tutti adoravano mio fratello, perché era una persona dall'animo gentile". 

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