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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Pensioni, cosa ci sarà dopo quota 100

La misura andrà ad esaurimento a fine 2021. Italia Viva spinge per rendere strutturale l'Ape sociale, ma il rischio dietro l'angolo è che venga approvata un'altra riforma spacca-conti. Gualtieri: "Via al dialogo con le parti sociali per costruire un sistema più flessibile ed equilibrato"

Quota 100 resterà così com’è. Alla fine Pd, Leu e Italia Viva hanno ceduto su tutta la linea al M5s. Nessuna modifica dunque, neppure quella al meccanismo delle finestre che avrebbe permesso - secondo le stime - di risparmiare 600 milioni il prossimo anno e un miliardo nel 2021.

Per Dario Franceschini  si tratta di "una questione di correttezza", perché "ci sono persone che hanno programmato di andare in pensione". Sulla stessa lunghezza d’onda Roberto Speranza di Leu: "Perché non abbiamo tolto quota 100? Non per non disturbare la Lega… la Lega l'abbiamo disturbata facendo questo governo. Il punto non è questo ma è che ci sono tane persone che stanno andando in pensione e lo hanno pianificato grazie a quota 100. Non può cambiare legge così ogni anno, altrimenti provochi altri esodati. Mantenerla credo sia stato un fatto di credibilità dello Stato".

Gualtieri: "Dopo la manovra un tavolo per gestire il dopo quota 100"

Il governo ora pensa già alla mossa successiva. Secondo quanto dichiarato dal ministro dell’economia Roberto Gualtieri al Sole 24 Ore, una volta approvata la finanziaria bisognerà infatti "aprire un tavolo sulle pensioni per gestire il dopo quota 100"  con l’obiettivo di costruire "un assetto più equo, flessibile ed equilibrato del sistema previdenziale". 

Per il titolare del Tesoro è meglio prendersi del tempo "per una riforma complessiva"  piuttosto che intervenire sul meccanismo delle finestre. "Anche perché - ha detto Gualtieri - la scarsa adesione dei potenziali interessati al pensionamento anticipato continua a proiettare una spesa molto minore rispetto al previsto, e quindi ci è sembrato più opportuno seguire questo andamento, utilizzarlo per la definizione dei saldi e avviare nel frattempo un dialogo con le parti sociali. Perché con loro condividiamo il fatto che ci sia necessità e urgenza di affrontare i nodi strutturali". 

L'Ape sociale sostituirà quota 100?

Che cosa accadrà dunque dopo il 2021? L’ipotesi più accreditata è quella di un rafforzamento dell’Ape sociale come chiede a gran voce Italia Viva. "Il prepensionamento - ha spiegato su Twitter il deputato Luigi Marattin - è sacrosanto per i disoccupati,gli operai, chi lavora negli asili, gli infermieri e tanti altri che fanno lavori gravosi e usuranti. Non per i dirigenti dei ministeri. Servitori dello Stato e spesso eccellenti, ma in pensione a 60 anni - pagati dai giovani - no". 

Pensioni, come fuziona oggi l'Ape sociale

Rispetto a quota 100, l’Ape sociale ha il vantaggio di focalizzarsi su alcune categorie di lavoratori che più degli altri hanno bisogno di sostegno. L’anticipo spetta infatti ai dipendenti pubblici e privati con almeno 63 anni di età purché siano disoccupati che hanno esaurito gli ammortizzatori da almeno tre mesi; soggetti che assistono il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave; invalidi civili con un grado di invalidità pari o superiore al 74%; dipendenti che svolgono da almeno sei anni in via continuativa un lavoro particolarmente difficoltoso o rischioso (tra i quali operai edili, operatori ecologici, facchini, insegnanti di scuola dell’infanzia, infermieri organizzati su turni ecc). 

Una delle ipotesi che si stanno facendo nelle ultime settimane è quella di rafforzare l’Ape sociale  e contemporaneamente rendere la misura strutturale. 

Cazzola: "Il vero prolema è il blocco del pensionamento anticipato"

In realtà quota 100 non è l’unico tema che il governo sarà chiamato ad affrontare. Per l’esperto di previdenza Giuliano Cazzola, c’è anche un altro probema. "Il vero ‘buco’ nel sistema riguarda il blocco a 42 anni e 10 mesi del pensionamento anticipato ordinario: una ferita che - allo stato degli atti - si rimarginerà solo alla fine del 2026, quando scadranno i termini del blocco del pensionamento ordinario di anzianità". Secondo Cazzola, "abolire ‘quota 100’ lasciando in vigore questa norma (di cui all’articolo 15 del decreto n.4/2019) sarebbe stato come chiudere una finestra e lasciare aperta la porta".

Pensioni, il rischio di lasciare intatta la riforma dei giallo-verdi

È anche vero però che lasciando intatta quota 100 "si rischia di arrivare alla scadenza "con la minaccia dello 'scalone', perché - spiega - ritornerebbero in vigore automaticamente le regole Fornero".

"Ci sarebbe allora una fortissima spinta nell’opinione pubblica a modificare strutturalmente il sistema con requisiti di pensionamento più conformi e vicini a quelli delle deroghe. Il che determinerebbe uno shock finanziario insostenibile".

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