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Lunedì, 29 Aprile 2024
La crisi di Alitalia

Alitalia, piloti in fuga: ad aggravare una crisi senza fine arriva pure lo sciopero

"Molti piloti inoltrano domanda di assunzione alle compagnie concorrenti". Aria tesa per l'ex compagnia di bandiera che rischia di vedere i propri aerei a terra il 23 febbraio quando i lavoratori incroceranno le braccia contro il piano di ristrutturazione

Aerei Alitalia a terra giovedì 23 febbraio per quattro ore, dalle 14 alle 18: ad annunciare il primo sciopero del 2017 per l'ex compagnia di bandiera le segreterie nazionali Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta "per l'ostinazione dell'azienda a perseguire una condotta di chiusura".

 "Di fronte alla totale assenza di un piano industriale, alle scelte unilaterali di disdetta del contratto nazionale del trasporto aereo che violano gli accordi interconfederali vigenti e cancellano automatismi di adeguamento retributivo ed alle ripetute violazioni dei numerosi accordi integrativi al ccnl lo sciopero si conferma in questa fase l'unico strumento democratico per la tutela dei diritti dei lavoratori".

La crisi è costata ai contribuenti 7,4 miliardi e non è ancora finita

Ma a far capire che a via della Magliana l'aria sia decisamente tesa è il il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi. "Da Alitalia molti piloti stanno facendo domanda di assunzione in altre compagnie concorrenti". A pesare è l'incertezza sul futuro della compagnia e le richieste di ulteriori tagli salariali che finirebbero per dimensionare le retribuzioni su livelli inferiori ai parametri medi del settore.

Il rischio, spiega il sindacalista di disperdere figure altamente qualificate: "Più produttività dipende sostanzialmente dalla capacità della compagnia di far volare gli aerei, così come la riduzione dei sovra costi e degli sprechi dà ampi margini di contenimento dei costi senza accanirsi sul lavoro"

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