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Sabato, 27 Aprile 2024
Il provvedimento

"La tassa sui profitti extra delle banche non ridurrà i prestiti a famiglie e imprese"

L'agenzia di rating Dbrs smentisce i critici della misura annunciata dal governo

La tassa sugli extraprofitti delle banche italiane "non avrebbe un impatto significativo sul credito", ossia su mutui e prestiti erogati a famiglie e imprese. Lo scrive l'agenzia di rating Dbrs Morningstar, nella sua analisi sulla proposta di legge annunciata dal vicepremier Matteo Salvini. 

Sulla misura mancano ancora i dettagli, ma secondo le prime stime e seguendo le precisazioni del ministero dell'Economia, il prelievo dovrebbe essere una tantum, ossia riguardare i profitti tra il 2022 e il 2023, e portare nelle casse dello Stato qualcosa come 3 miliardi di euro. Soldi che il governo vuole destinare a un fondo per aiutare i cittadini colpiti dal rialzo dei tassi di interesse della Bce. 

La logica del provvedimento del governo è che proprio grazie a questo rialzo dei tassi, le banche hanno realizzato giganteschi utili. L'analisi di Dbrs Monitoring conferma che gli istituti italiani sono ben messi, e che stando alle proiezioni sul 2023, gli eventuali introiti dello Stato potrebbero essere ancora più alti dei 3 miliardi di cui si parla in questi giorni. Secondo diversi esperti, questa misura, già attuata in Spagna, potrebbe tradursi in una beffa per i cittadini italiani: per rifarsi della tassa, gli istituti potrebbero attuare uno stretta sul credito o alzare le commissioni a carico dei clienti. 

Eventualità che l'agenzia di rating non vede nell'immediato: "La nostra opinione è che una tassa una tantum non avrebbe un impatto significativo sul credito delle banche, considerati i significativi miglioramenti della redditività realizzati dalle banche a livello di sistema negli ultimi trimestri, ed è improbabile che ostacoli sostanzialmente l'attività di prestito", ha affermato Andrea Costanzo, di Dbras Morningstar. "Tuttavia, se la tassa dovesse essere permanente, ciò potrebbe avere implicazioni più negative per l'affidabilità creditizia", conclude.

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