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Venerdì, 26 Aprile 2024
guerra in siria

Aleppo, raid del regime colpiscono due ospedali: il racconto di un medico tra le bombe

I due ospedali attaccati erano un ospedale pediatrico e un ospedale specializzato in chirurgia. "Il 70-80% dei nostri pazienti muore", racconta un medico che opera ad Aleppo Est. "Le scorte di medicinali dureranno ancora 3 o 4 giorni. Poi non potremo fare più nulla"

"Fino a lunedì scorso, la situazione ad Aleppo Est per alcune settimane è stata relativamente calma, c’era solo qualche bombardamento leggero. Invece martedì la situazione si è inasprita improvvisamente, con più di 100 raid e numeri spaventosi di persone ferite. In sole due ore, tra le 13 e le 15, sono arrivati in ospedale 55 feriti. Abbiamo ricoverato 13 pazienti e 3 persone sono morte; gli altri sono stati mandati a casa. I feriti avevano ogni tipo di ferite da quelle superficiali, a quelle articolari, a quelle neurologiche".

Quattro giorni di raid aerei e  65 vittime tra i civili. Sono i numeri della mattanza che sta avvenendo ad Aleppo dopo il rilancio degli attacchi contro la zona della città controllata dall’opposizione. I bombardamenti non hanno risparmiato neppure gli ospedali, come emerge dal racconto di un medico che opera nell’area assediata di Aleppo Est. Medici senza frontiere ha potuto confermare che due ospedali sono stati colpiti dai bombardamenti aerei il 16 novembre. 

I due ospedali attaccati erano un ospedale pediatrico e un ospedale specializzato in chirurgia. Sembra che quella mattina la zona sia stata colpita più di 50 volte. L’ospedale pediatrico colpito nei raid del 16 novembre è l’unico ospedale specializzato in pediatria nell’area assediata. Lo staff dell’ospedale è riuscito a trasferire i bambini, tra cui alcuni neonati prematuri, dai loro lettini e dalle incubatrici nel sotterraneo dell’edificio per proteggerli dal bombardamento. 

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"Quando imperversano i massacri e il numero di feriti è elevato, fermiamo ogni attività per concentrarci sull’assistenza ai feriti", ha raccontato il medico a Msf. "I pazienti più vulnerabili sono quelli con ferite alla testa e con danni neurologici, il 70-80% di loro muore. Visitiamo molte persone con ferite agli arti, ma spesso non possiamo fare niente per loro e siamo costretti ad amputare. C'è troppo poco tempo, e ci sono così pochi dottori, sale operatorie e medicine. Non abbiamo molte possibilità". 

Siria, distrutto l'ospedale di Msf (Foto Matia Jalal)

Inenarrabili le condizioni in cui si trovano ad operare i medici: "Negli ultimi cinque mesi, siamo stati colpiti 5 volte: una a giugno, due a luglio e due a settembre. Ogni volta, chiudiamo per qualche giorno, per riparare le cose essenziali e pulire gli spazi ospedalieri, e poi riapriamo le porte. Francamente non si può fare granché per prepararsi a bombardamenti del genere". 

Siria, asilo distrutto dalle bombe (Foto Ansa)

"Alcune medicine - come quelle per le malattie croniche - sono già finite. Anche alcuni antidolorifici e antibiotici stanno iniziando a finire.Con l'aumento dei bombardamenti e dei massacri, visitiamo un numero crescente di pazienti e le forniture finiscono in fretta. Quando ci sono pazienti feriti, non si può fare economia. Trattare le ferite delle persone è la nostra priorità assoluta ed è più importante di qualsiasi altra cosa. Speriamo che lo stock di forniture che abbiamo adesso duri per almeno 10 giorni, ma se il bombardamento è particolarmente violento, ciò che abbiamo a disposizione non durerà per più di 3-4 giorni. Sarebbe terribile perché non saremmo in grado di fare più nulla se le forniture dovessero finire completamente. Ma, per il momento, facciamo quello che possiamo".

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