rotate-mobile
Sabato, 27 Aprile 2024
Caro affitti

La città dove è vietato cenare da soli

A Barcellona i locali sempre più spesso accettano solo coppie o gruppi, preferendo chi consuma pasti anziché solo da bere. La pandemia e il turismo di massa hanno cambiato le regole della ristorazione

A Barcellona pranzare o prendere un aperitivo all'aperto per le persone sole sta diventando sempre più difficile. In particolare nelle zone frequentate da turisti. La ristorazione catalana, secondo le testimonianze raccolte dai quotidiani o che emergono dai social network, si è conformata ad orari ed esigenze dei viaggiatori, preferendo ai tavoli le coppie e soprattutto i gruppi. I proprietari, tramite i camerieri, tendono a mettere da parte i clienti solitari con le scuse più disparate: tavoli riservati (ma non lo sono), tempi di consumazione ridotti all'osso, fino ad ammettere in alcuni casi di non accettare persone sole. Quello di Barcellona non è un caso isolato. Queste tendenze si possono notare sempre più spesso in tante località turistiche, dove sono soprattutto i residenti a soffrire. Che si tratti di città d'arte svuotate di tutta una serie di attività commerciali per lasciare spazio solo alla ristorazone o di località di mare, dove i lettini sono arrivati a prezzi esorbitanti, la cosiddetta turistificazione sta producendo una serie di danni e disagi che non si possono più ignorare né accettare.

Rientrare a stomaco vuoto

Nella capitale della Catalogna le terrazze (intese come spazi all'aperto dove consumare alimenti e bevande) sono stimate in 6.375. Prima della pandemia erano 5.700. quasi 30mila i tavolini e quasi 15mila le sedie messe a disposizione dei clienti. Ciò nonostante c'è chi fatica a trovare posto a sedere all'esterno in alcuni quartieri di Barcellona, come ha raccontato ad giornale spagnolo El País il testimone Eudad E., che ha vagato una serata di lunedì di agosto nella speranza di cenare all'aperto nel Carrer Blai, una strada del quartiere Poble-sec nota per l'ampia offerta di tapas. Nonostante i tanti locali l'uomo è dovuto tornare a casa a stomaco vuoto. "Nella prima terrazza in cui ho trovato un tavolo, è arrivato subito un cameriere che mi ha detto che era riservato. Non lo era. Appena mi sono alzato, un gruppo di turisti si è seduto dietro di me", ha raccontato. "In quella successiva mi hanno avvertito che avrei avuto solo 20 minuti. Ho specificato che volevo cenare, ma hanno insistito che avrei dovuto farlo in quel tempo", ha proseguito il testimone fino ad arrivare all'ultimo ristorante in fondo alla strada dove con maggiore onestà hanno rivelato la loro politica sulla clientela. "Mi hanno detto subito che la terrazza era solo per i gruppi", ha spiegato Eudad al quotidiano iberico.

Capitalismo vorace

Le scuse e le motivazioni addotte da diversi locali per negare alle persone sole la possibilità di cenare all'aperto diventano sempre più comuni. Anche un'altra testimone, Anna T., residente alla Dreta dell'Eixample, ha affermato di essere stata più volte rifiutata alla terrazza del noto bar Cugat per esserci andata da sola, pur essendoci un tavolo libero. "L'ultima volta mi sono arrabbiata molto e ho detto loro che se era una questione di soldi, ero disposta a fare il loro gioco; che se stavamo per entrare nel capitalismo vorace, quanto era il minimo che dovevo pagare per potermi sedere in terrazza e cenare", ha spiegato irritata la donna. "Mi hanno detto che non era per quello, semplicemente non potevo sedermi da sola", ha specificato.

Fobie da pasti solitari

I barcellonesi reclamano per una situazione che danneggia soprattutto i residenti, che iniziano a soffrire di una sorta di solomangiarefobia, cioè la paura di consumare pasti da soli in luoghi pubblici nel timore di essere rifiutati. Già nell'immediato post-pandemia, tra bar e ristoranti si erano diffusi atteggiamenti di questo tipo ma si limitavano a determinati turni: dalle 13:30 alle 15:30 per i pranzi e dalle 20:30 alle 22:30. Con l'afflusso di turisti in stagioni sempre più lunghe grazie alle temperature miti anche in autunno e in inverno, gli orari off-limits per persone sole si è ampliato, dato che i visitatori hanno orari di pranzo e cena del tutto diversi e scombussolati rispetto alle abitudini catalane. Al punto che la giornalista Noemí Vilaseca ha twittato un post in cui denunciava che prima di entrare al Macba, il museo di arte contemporanea di Barcellona, le è stato negato un posto in terrazza per un caffè alle quattro del pomeriggio. È già l'ora dell'aperitivo, le hanno risposto.

Le ragioni dei ristoratori

Su Instagram nel frattempo è deflagrata la polemica opposta: quella delle persone che restano sedute al bar per lavorare al computer per ore intere, magari ordinando solo un caffè. Da Honest Greens sulla Rambla de Catalunya hanno affisso un cartello che prega queste persone di lasciare spazio anche agli altri, mentre da Sandwichez, una catena su carrer de Trafalgar hanno stabilito dei limiti per Internet: funziona solo un'ora e mezza dopo la prima ordinazione. Il problema non riguarda esclusivamente le persone sole. I ristoratori lamentano come problema principale quello degli affitti dei locali, che sono esplosi. Per pagarli è necessario dare preferenza ai gruppi, soprattutto a quelli che consumano anche da mangiare.

Obbligo pasti

La portata del problema a questo punto si amplia e le discriminazioni toccano anche la tipologia di consumazioni. "Quello che mi succede abbastanza spesso è l'impossibilità di sedere ai tavolini, specie se esterni, se dobbiamo solo bere qualcosa: quello spazio è riservato a chi ordina anche da mangiare", ha spiegato ad EuropaToday Maria Marchese, scrittrice italiana residente a Barcellona da oltre un decennio. "Mi è successo sia da Flax & Kale su carrer Tallers, sia su carrer Blai al Poble-Sec, mentre in Plaça del Sortidor ci hanno fatti sedere per ordinare da bere, ma poi hanno iniziato a martellarci col menù affinché ordinassimo anche da mangiare. Pure in Plaça Osca, hanno sfrattato subito la festicciola di un'amica, in cui ordinavamo solo da bere e al massimo due tapas, per lasciare spazio a chi cenava", ha specificato Maria. La Federazione delle Associazioni di Quartiere di Barcellona (Favb) ha calcolato, sulla base di dati comunali aperti al pubblico, che tra il 2019 e il 2022 le licenze nella ristorazione sono aumentate del 62%. Eppure rilassarsi bevendo un caffè o un drink in terrazza sta diventato sempre più difficile, che siate soli o in compagnia.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Today è in caricamento