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Lunedì, 29 Aprile 2024
Rischio golpe

Il presidente rinvia le elezioni, caos nelle strade del Senegal

Il governo ha chiuso un'emittente televisiva privata per "incitamento alla violenza". L'opposizione parla di "colpo di Stato costituzionale". Unione europea e Stati Uniti temono una nuova crisi nell'area

A Dakar, capitale del Senegal, ci sono stati due giorni di violente proteste di piazza, durante le quali è stato arrestato almeno un esponente di spicco dell'opposizione. Le manifestazioni fanno seguito alla proposta del governo di rinviare di sei mesi le elezioni presidenziali precedentemente fissate per il 25 febbraio. La decisione dovrà essere approvata dal Parlamento che si riunisce oggi 5 febbraio. Il caos in Senegal desta numerose preoccupazioni a livello internazionale, tenuto conto che il Paese veniva considerato uno dei più stabili in quell'area dell'Africa rispetto ad altri Stati dove si susseguono golpi militari e l'influenza di Cina e Russia è in crescita.


Proteste a Dakar

Il 3 febbraio il presidente uscente del Senegal, Macky Sall, ha rinviato la prossima tornata elettorale, fissata per il 25 febbraio prossimo. Sall si è rivolto alla nazione, spiegando di aver abrogato il decreto sulla convocazione del corpo elettorale, rinviando di fatto le elezioni presidenziali per le quali erano in lizza 20 candidati. Il discorso era molto atteso da Karim Wade, figlio dell'ex capo di Stato, Abdoulaye Wade, al potere dal 2000 al 2012. A causa della doppia nazionalità (franco-senegalese), Karim è stato ritenuto non eleggibile. I sostenitori di Wade avevano chiesto la creazione di una commissione parlamentare d'inchiesta per indagare su alcuni componenti del Consiglio costituzionale, la cui integrità, per quanto concerne il processo elettorale, è stata messa in discussione. La proposta di rimandare le elezioni da parte di Sall ha scatenato un'ondata di proteste, anche violente, per le strade di Dakar. I leader dell'opposizione hanno usato il termine “colpo di stato costituzionale” per descrivere la situazione attuale. Secondo loro si tratta di un attacco alla democrazia.

Chiusa una tv privata


Il 4 febbraio il governo ha ordinato la chiusura di un'emittente televisiva privata per "incitamento alla violenza" per aver coperto mediaticamente le proteste. Un altro segno della crescente tensione politica nel paese. I deputati voteranno una proposta per il rinvio di sei mesi lunedì 5 febbraio. Per approvare il testo sarà necessario il sostegno di tre quinti dei 165 deputati. Il passaggio della decisione di Sall non sembra essere così scontata. Il presidente uscente ha dichiarato di aver ritardato il voto a causa di una disputa tra l'Assemblea nazionale e la Corte costituzionale sul rifiuto dei candidati. "Inizierò un dialogo nazionale aperto per riunire le condizioni per elezioni libere, trasparenti e inclusive", ha aggiunto Sall, senza fornire una nuova data.

Candidature escluse

La controversia alla base del rinvio delle elezioni è nata dalla decisione della Corte costituzionale di escludere Karim Wade, figlio dell'ex presidente Abdoulaye Wade, dalla candidatura alla presidenza. I sostenitori di Wade nell'Assemblea nazionale hanno chiesto un'inchiesta parlamentare sulla parzialità di due giudici della Corte costituzionale. Karim Wade non è stato l'unico candidato che la Corte Costituzionale ha escluso dal voto. Insieme a lui anche Ousmane Sonko, incarcerato dal luglio 2023. Approvata invece la candidatura di Bassirou Diomaye Faye, reputato come un contendente credibile alla vittoria.

Preoccupazione internazionale

Come suo aspirante successore, Sall aveva designato il suo collega di partito e primo ministro Amadou Ba, ma con profonde spaccature interne al partito. La decisione di Sall di rinviare il voto ha suscitato preoccupazioni nella comunità internazionale. Gli Stati Uniti, l'Unione Europea e la Francia hanno lanciato un appello affinché il voto venga riprogrammato il prima possibile. Il presidente della commissione dell'Unione africana, Moussa Faki Mahamat, ha esortato il Senegal a risolvere la sua "disputa politica attraverso la consultazione, la comprensione e il dialogo". È la prima volta dal 1963 che il voto presidenziale viene rinviato in Senegal, uno dei pochi Paesi africani a non aver mai subito un colpo di stato.

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