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Sabato, 27 Aprile 2024

Il commento

Vinicio Marchetti

Giornalista

"Sandokan" si è pentito: ora i nomi di politici e imprenditori che portava al guinzaglio

La decisione di Francesco "Sandokan" Schiavone di assumere il ruolo di collaboratore di giustizia, ha messo in subbuglio l’intero panorama criminale della Campania. Dopo aver trascorso 26 anni in carcere, gran parte dei quali al 41 bis, il boss dei Casalesi ha finalmente ceduto sotto il peso delle proprie responsabilità. Per anni, Sandokan è stato uno degli ultimi bastioni insormontabili della camorra casalese, custode di segreti oscuri e inganni inquietanti; ma il suo allontanamento dall'ombra potrebbe rappresentare un faro che illumina i recessi più bui del mondo della criminalità organizzata, non soltanto quella casalese. L'avvio del suo percorso collaborativo, ratificato dalla Direzione Nazionale Antimafia, nella speranza degli inquirenti, deve rappresentare una resa che rivela le oscure segretezze del mondo criminale, mettendo in mostra complici e complicità; una svolta nella lotta contro la criminalità organizzata.

Riveliamo i legami tra camorra, politica e imprenditoria 

Le sue testimonianze, se sincere, potrebbero finalmente aprire gli occhi delle autorità su una rete di corruzione e connivenza che ha corroso le fondamenta stesse della nostra società. L’attenzione, prima di ogni altra cosa, deve essere indirizzata verso i torbidi legami tra la camorra e la politica, nonché le perniciose collusioni con l'imprenditoria, che hanno afflitto la provincia di Caserta per decenni. Schiavone, se veramente ha trovato il coraggio e la voglia di redimersi, cercando di riacquistare un briciolo della dignità perduta in una infinita carriera criminale, deve fare luce su questi intricati inganni. La Terra dei Fuochi, in primis, rappresenta una pagina buia e del tutto irrisolta, per l'intera regione. Una vittoria senza precedenti per il Sistema. Una ferita lacerante per lo Stato. Schiavone, con le sue parole, potrebbe finalmente ricucire questa ferita, fermare finalmente il sangue che ne è sgorgato, finanche a farla guarire. Una possibilità, quest’ultima, che ovviamente potrebbe concretizzarsi soltanto nel momento in cui anche i tanto decantati colletti bianchi che, negli anni, sono stati al guinzaglio di Schiavone e dei Casalesi, faranno finalmente la stessa fine: disonore e isolamento, mentre la giustizia li inchioda come farfalle impagliate.

Gli "irriducibili" ci sono ancora, ma ora c'è speranza

Possiamo solo sperare che la decisione di Sandokan sia autentica e che il suo impegno a collaborare con le autorità porti alla luce la verità, senza riserve né compromessi. Ovviamente, mentre celebriamo questo improvviso e insperato barlume di speranza, non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Restano ancora individui irriducibili, come Francesco Bidognetti e Michele Zagaria, ma la scelta di Sandokan dovrebbe fungere da avvertimento per loro e per tutti coloro che ancora credono nelle leggi del Sistema. La loro fine è inevitabile, e la loro sconfitta sarà la nostra vittoria, una vittoria per la giustizia e per un futuro migliore per la nostra terra martoriata dalla criminalità.

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