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Martedì, 30 Aprile 2024

Cesare Treccarichi

Giornalista

Meloni non è Draghi, ce ne stupiamo pure

In Europa, l'Italia era arrivata in Serie A. Ora, la Serie B sembra a un passo e si vede anche dalle foto di rito. Il treno europeo è in movimento, la carrozza italiana sta in coda e la locomotiva è quella di sempre: Francia e Germania, con autisti Macron e Scholz. Le aspettative di Giorgia Meloni rispetto al ruolo del suo governo in Europa erano alte, ma l'Italia è uscita ridimensionata dal Consiglio europeo, e ora può solo guardare dalle retrovie gli altri discutere i dossier del momento. C'è il sospetto che sotto possa esserci una strategia di Meloni per una campagna elettorale - un'altra -, e, intanto, il volume dello scontro aumenta: "C'è chi pensa che esista una prima e una terza classe come sul Titanic. Ecco, sbaglia, perché poi affondano tutti". Nel frattempo, cosa si fa per non affondare?

Serie A e Serie B

Non bisogna essere uguali a Mario Draghi, nessuno lo chiede, ma il governo Meloni ha un atteggiamento diverso dal precedente e non possiamo che constatarne le ricadute sul peso politico dell'Italia in Europa. 

All'indomani delle elezioni vinte, la Presidente del Consiglio aveva debuttato a Bruxelles con grande spirito di dialogo europeo, guadagnando punti-fiducia dopo anni di posizioni euroscettiche. Il riposizionamento sembrava funzionare ma è bastato un giorno a perdere mesi di lavoro. 

La giornata del vertice europeo a Bruxelles è iniziata male per la notizia della cena a tre tra Macron, Scholz e il presidente ucraino Zelensky. "Mi è sembrato inopportuno l'invito a Zelensky perché credo che la nostra forza in questa vicenda sia l'unità e la compattezza", ha commentato - a ragione - Meloni. 

Alla vigilia del vertice a Bruxelles, Palazzo Chigi aveva infatti anticipato che Meloni avrebbe incontrato Zelensky per una riunione bilaterale, un momento atteso a lungo.

Tuttavia, fonti diplomatiche hanno spiegato che, a causa dei ritardi accumulati durante la giornata, la premier italiana si è dovuta accontentare di un incontro "condiviso" insieme a Spagna, Polonia, Romania, Paesi Bassi e Svezia, al quale è arrivata anche in ritardo.

L'incontro tra Meloni e Zelensky c'è stato dopo ma per pochi minuti - tra i 7 e i 15, dicono ricostruzioni da Bruxelles-, e in piedi.

Dall'inizio della guerra il ruolo dell'Italia è stato centrale e mai ambiguo, sempre a fianco dell'Ucraina, e subito tornano in mente le foto di Mario Draghi sul treno per Kiev insieme a Macron e e Scholz. Ora, l'atteggiamento italiano è percepito più elusivo e tentennante, non per per demeriti di Meloni ma per l'atteggiamento degli alleati di governo - vedi il caso Sanremo -. E il coinvolgimento diplomatico ne sta risentendo.

Meloni fa notare che non sono le foto ad aiutare l'Italia in Europa. Tuttavia, esistono foto che hanno una loro forza e riescono a catturare l'atmosfera del momento in cui vengono scattate.

La foto tra Macron, Draghi e Scholz sul treno per Kiev: le differenze con Meloni

Dalle differenze tra la foto di Meloni imbronciata accanto a Macron e quella di Draghi che discute a suo agio col presidente francese e il cancelliere tedesco sul treno per Kiev si ricava la nuova consistenza italiana in Europa. Ma le novità potrebbero non essere finite qui.

Campagna elettorale, ancora

Le nuove tensioni italiane con la Francia potrebbero far parte di una più ampia "esplosione controllata" dei rapporti con le cancellerie di colore politico diverso, pensata da Meloni in attesa di rinforzi. La presidente del Consiglio potrebbe infatti avere una strategia da campagna elettorale, con orizzonte a un anno.

Nel frattempo, la scucitura con la Francia di Macron creata dal caso Ocean Viking si è allargata, fino a diventare strappo. Con Draghi il legame con Parigi si era rafforzato, anche alla luce dei problemi francesi con i tedeschi, ma ora quell'asse è indebolito, quasi distrutto.

Meloni allo scontro con Macron: "Inopportuno l'invito a Zelensky"

L'Italia è passata dall'essere allo stesso tavolo con Francia e Germania - la foto Draghi, Scholz, Macron-, a guardare da lontano gli altri discutere di temi che la riguardano, come gli aiuti di stato - di cui Francia e Germania discutono da sole con gli Stati Uniti -, e l'immigrazione. A differenza di quanto affermato da Meloni, nell'ultimo consiglio europeo non c'è nulla per cui possa esultare, come l'assenza del "codice di condotta per le Ong" su cui tanto sta insistendo il governo italiano.

Così Francia e Germania aiutano le imprese più dell'Italia

Allargando lo sguardo, l'azione di Meloni si inserisce nelle manovre più ampie del Partito popolare europeo in vista delle elezioni del 2024. Dall'anno prossimo, l'Europa potrebbe infatti spostarsi più a destra per le elezioni dell'Europarlamento e Meloni è già dalla parte giusta: i dialoghi con il leader del Partito popolare europeo Manfred Weber sono ben avviati e la Presidente del Consiglio aspetta rinforzi proprio su questo fronte.

In più, l'anno prossimo si voterà anche in Germania e gli alleati meloniani hanno chance di vittoria. Dagli ultimi squilibri potrebbero dunque nascere nuovi equilibri: Meloni potrebbe esserne il baricentro e tutto potrebbe cambiare. La strategia è incassare ora per vincere la partita europea dopo. In pratica, siamo ancora in balìa di una campagna elettorale. 

Non è possibile scommettere sul risultato della strategia di Meloni ma è possibile vederne le conseguenze: nel frattempo cosa farà l'Italia mentre gli altri discutono i temi che ci riguardano?

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