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Lunedì, 29 Aprile 2024
La polemica

Fratelli d'Italia ci ripensa: niente carcere per i giornalisti

Dopo le polemiche degli ultimi giorni e le critiche arrivate anche dalla maggioranza, il senatore Gianni Berrino ritira l'emendamento che prevedeva fino a quattro anni di reclusione per la diffamazione a mezzo stampa

Come prevedibile, il senatore meloniano Gianni Berrino, capogruppo di Fdi in commissione Giustizia del Senato, ha ritirato gli emendamenti al ddl Diffamazione che prevedevano fino a quattro anni di carcere per i giornalisti. "Fratelli d’Italia - spiega lo stesso Berrino in una nota - con il senatore Alberto Balboni ha presentato un disegno di legge per eliminare la pena detentiva per il reato di diffamazione al fine di garantire maggiormente la libertà di stampa. Una svolta da tempo attesa ma che nessuno prima di FdI aveva tradotto in provvedimenti concreti. In linea con la sentenza della Consulta per le ipotesi più gravi di diffamazione, perpetrate con addebito di fatti determinati e falsi, avevo presentato due emendamenti per garantire la piena tutela delle persone offese da meccanismi di 'macchina del fango', che ben poco hanno a che fare con la libertà di stampa. La necessità di procedere con celerità all’approvazione del ddl sulla diffamazione, così come originariamente scritto dal collega di FdI, mi ha convinto a ritirare gli emendamenti presentati che in ogni caso, è bene ricordarlo, alleggerivano sensibilmente le pene attualmente previste. Procediamo spediti per superare le pene detentive per il reato di diffamazione, immaginando altre tutele per l’eventuale vittima innocente. Coniugare libertà di stampa con tutela della persona offesa nella sua onorabilità sociale rimane la stella polare di FdI".

Fratelli d'Italia vuole il carcere per i giornalisti, ma la maggioranza si spacca

In realtà gli emendamenti presentati da Berrino avevano scatenato violente polemiche: le opposizioni, la Federazione Nazionale Stampa Italiana e l'Ordine dei Giornalisti, avevano accusato il governo Meloni di deriva orbaniana. Ironia della sorte, lo stesso Berrino era già noto alle cronache per un suo ciondolo dal sapore un po' retrò: "La croce celtica - aveva detto nel 2019 - la porto al collo da 40 anni, mi dispiace se può infastidire qualcuno ma mi ha accompagnato in tutta la mia carriera politica e mi ricorda da dove vengo". 

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Dopo il dietrofront del capogruppo di Fdi, la maggioranza stringe i tempi per l'approvazione della norma. È previsto infatti nelle prossime ore un vertice a cui prenderanno parte la presidente di Commissione Giulia Bongiorno, insieme allo stesso Berrino e i capigruppo in Commissione: Erika Stefani della Lega, Pierantonio Zanettin di Fi e Giovanna Petrenga di Fdi. L'incontro è stato chiesto dai capigruppo per fare una prima ricognizione sugli emendamenti già depositati nelle scorse settimane. "La cosa importante - spiega Zanettin - è che ormai è chiaro che il centrodestra non vuole il carcere per i giornalisti, ma intende procedere con norme ordinate e per risolvere i problemi legati alla diffamazione".

Noi Moderati: "È vittoria del buon senso"

Soddisfatti il presidente di Noi moderati, Maurizio Lupi e Ilaria Cavo, deputata e giornalista professionista: "È la vittoria del buon senso. Noi per primi ci eravamo espressi nettamente contro la previsione del carcere fino a 4 anni ai giornalisti per il reato di diffamazione. Ora apprendiamo che sono stati ritirati gli emendamenti che lo proponevano: una scelta in linea con quanto avevamo chiesto nello spirito di tutelare le vittime della diffamazione ma anche una categoria professionale importante, come quella dei giornalisti, su cui si era già espressa la Corte Europea per i Diritti dell'uomo (chiedendo proporzionalità nelle sanzioni ed escludendo la detenzione) e di conseguenza la nostra Corte Costituzionale e la Corte di Cassazione. Si proceda quindi speditamente verso una legge di equilibrio, a cui siamo pronti a dare il nostro contributo", dichiarano in una nota congiunta.

Verini (Pd): "Il ritiro degli emendamenti è un importante risultato"

"Il ritiro in Senato degli emendamenti che prevedevano il carcere per i giornalisti - spiega il senatore Walter Verini, segretario della commissione Giustizia a Palazzo Madama e Capogruppo Pd in Antimafia - è un primo importante risultato. Fnsi, Ordine dei Giornalisti, Art.21 e Ossigeno hanno fatto sentire unitariamente la loro voce, come abbiamo fatto in Parlamento come Pd e altre forze di opposizione. L'emendamento era una vergogna. Ora la battaglia continua contro l'occupazione del servizio pubblico da parte della maggioranza, contro gli attacchi al giornalismo d'inchiesta. Contro le querele-bavaglio e tutti gli altri attacchi alla libertà di informazione". Sollevata anche la segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante: "Erano emendamenti ingiusti e incivili che avrebbero portato l'Italia ai confini dell'Ungheria. Di questo, fortunatamente, si è accorto un pezzo della maggioranza, alla quale ora ci rivolgiamo nella speranza che, assieme alle altre forze politiche democratiche, si metta al lavoro per rendere più europeo il disegno di legge sulla diffamazione, che per l'informazione ha comunque molte criticità".

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