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Lunedì, 29 Aprile 2024
La proposta

Fratelli d'Italia vuole il carcere per i giornalisti, ma la maggioranza si spacca

Gli emendamenti presentati dal meloniano Gianni Berrino prevedono pene da uno a tre anni e multe da 50 a 120 mila euro. Costante (Fnsi): "È l'orbanizzazione del Paese"

Evidentemente le tante accuse di "ritorno al ventennio" rivolte al governo dai banchi dell'opposizione devono aver fatto viaggiare un po' troppo la fantasia di qualche esponente della maggioranza. È forse questo il senso del blitz di Gianni Berrino, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Giustizia al Senato e relatore del disegno di legge sulla diffamazione a firma del collega Alberto Balboni, che ha presentato una decina di emendamenti al testo che ripristinano il carcere per i giornalisti, eliminato da una sentenza della Corte Costituzionale nel 2021.

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L'emendamento più contestato è quello che punisce chi, "attraverso condotte reiterate e coordinate, preordinate ad arrecare un grave pregiudizio all'altrui reputazione, attribuisce a taluno con il mezzo della stampa o degli altri prodotti editoriali registrati". Una condotta che secondo Berrino va punita con la reclusione da uno a tre anni e con una multa da 50 a 120 mila euro. In un altro emendamento, si prevedono responsa "Togliamo le pene detentive per la diffamazione generica - spiega - e le manteniamo per la diffamazione che si consuma con l'addebito del fatto preciso e falso, a tutela dell'onorabilità sociale del cittadino e della corretta informazione. Nessuno ha diritto di inventarsi fatti falsi e precisi per ledere l'onore delle persone. Quello non è diritto di informazione ma orchestrata macchina del fango, che lede anche il diritto alla corretta e veritiera informazione".

Gli alleati prendono le distanze

Gli emendamenti presentati da Gianni Berrino probabilmente non avranno vita facile, sia perché in netto contrasto con il pronunciamento della Consulta, sia perché hanno suscitato stupore e perplessità nella stessa maggioranza. "Sono emendamenti che devono ancora essere valutati, io credo molto sulla necessità di intervenire su titoli e su rettifiche", taglia corto la presidente della commissione, Giulia Bongiorno. Più netto il capogruppo di Forza Italia, Pierantonio Zenettin: "Il ripristino della pena della reclusione - spiega - è una sorpresa e non sembra in sintonia con il disegno di legge originario. Questi emendamenti non sono stati neppure discussi dalla maggioranza. Quindi sarà necessario un approfondimento", spiega.

Bortoli (Odg): "Emendamenti frutto di pulsioni autoritarie"

Non si fanno attendere le reazioni. "Apprendiamo di emendamenti presentati che prevedono, per la Diffamazione a mezzo stampa, il mantenimento della pena detentiva e l'inasprimento delle sanzioni pecuniare, oltre a nuove aggravanti. L'Italia è stata più volta richiamata dalle istituzioni europee e dalla Cedu per avere ancora, nel codice penale, la pena del carcere per la diffamazione a mezzo stampa. La Corte Costituzionale ha esplicitamente invitato il Parlamento, nel 2021, a rimuovere la pena detentiva per tale reato. Sarebbe un grave passo indietro, si tratta di posizioni inaccettabili frutto di pulsioni autoritarie". Lo dichiara in una nota Carlo Bartoli, presidente nazionale dell'Ordine dei Giornalisti. Gli fa eco Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi:  "Gli emendamenti presentati in commissione Giustizia dal senatore di FdI Gianni Berrino al ddl Diffamazione - attacca - dimostrano che qualcuno non ha capito molto delle sentenze della Corte Costituzionale in materia. Il carcere per i giornalisti è un provvedimento incivile e denota la paura di questo governo nei confronti della libertà di stampa. Questa è l'orbanizzazione del Paese".

Le opposizioni: "Carcere per i giornalisti è retaggio barbaro"

Le minoranze, come prevedibile, promettono battaglia: "Questa maggioranza - spiegano i senatori del Pd membri della commissione Giustizia Alfredo Bazoli, Anna Rossomando, Franco Mirabelli e Walter Verini - ha proprio un conto aperto con la libertà di informazione, se il relatore al provvedimento sulla diffamazione a mezzo stampa Berrino (FDI) ha proposto in Commissione Giustizia una serie di incredibili emendamenti a un testo base - quello del senatore Balboni - già pesantemente negativo". E ancora: "Gli emendamenti prevedono addirittura la possibilità del carcere per i giornalisti, un retaggio barbaro, condannato a più riprese da organismi europei e dalla Corte Costituzionale. È un attacco frontale che si inserisce in un testo base colpevolizzante, che - invece di tutelare i giornalisti dalle querele temerarie e intimidatorie, sanzionando chi le promuove a scopo di bavaglio - prevede multe e sanzioni proprio nei confronti dei giornalisti. La diffamazione a mezzo stampa è già tutelata da leggi. A non essere protetto è il lavoro dei giornalisti che, spesso con coraggio e senza tutele, svolgono un lavoro d'inchiesta prezioso per la libertà di informazione e per la società. Questa maggioranza ogni giorno dimostra insofferenza e fastidio per i controlli, i contropoteri. Per il giornalismo d'inchiesta. È un allarme che lanciamo. La nostra opposizione sarà per questo molto dura", concludono. "Se davvero la maggioranza andrà avanti e voterà gli emendamenti al ddl sulla diffamazione che prevedono il carcere per i giornalisti - spiega la senatrice del Movimento 5 Stelle Dolores Bevilacqua, componente della commissione di vigilanza Rai - saremmo di fronte a una deriva pericolosissima. Sono troppi i campanelli d’allarme per la libera informazione con questo governo. Si sta superando un limite che un Paese come l’Italia non può permettersi di varcare. Faremo di tutto per impedirlo, ma confidiamo in un barlume di coscienza nella maggioranza per arginare chi sta promuovendo una norma del genere".

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