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Lunedì, 29 Aprile 2024
La scomunica

Giuliano Amato lascia la commissione algoritmi dopo gli attacchi di Giorgia Meloni

Il costituzionalista, dopo le parole della presidente del Consiglio nella conferenza stampa di fine anno, si dimette dall'incarico. "Peccato, ci perdono qualcosa. Ma a me semplificherà la vita"

Volendo malignare quanto basta, sembrerebbe quasi che le dimissioni di Giuliano Amato dalla commissione sugli algoritmi siano state chieste in modo indiretto da Giorgia Meloni, attraverso la risposta a una domanda concordata.

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La dinamica, un po' insospettisce: l'articolista del giornale "amico", durante la conferenza stampa di fine anno, chiede alla premier come sia compatibile la presenza dell'ex presidente del Consiglio in un organo di nomina Palazzo Chigi dopo una sua intervista a Repubblica in cui esprime preoccupazioni sul rischio che la Corte Costituzionale fosse additata come nemica della collettività, come è accaduto, ad esempio, in Paesi come la Polonia. 

L'attacco di Giorgia Meloni a Giuliano Amato

La risposta di Meloni è molto articolata e rispetto alle altre 44 la premier non mostra alcuna incertezza o titubanza: "Sono rimasta particolarmente basita delle dichiarazioni del professor Amato sul tema", ha spiegato Meloni, che ha aggiunto: "Siccome entro il 2024 il Parlamento che oggi ha una maggioranza di centrodestra deve nominare quattro giudici della Consulta, ci sarebbe il rischio di una deriva autoritaria. Io penso semmai che sia una deriva autoritaria considerare che chi vince le elezioni, se non è di sinistra non abbia gli stessi diritti degli altri". Infine, la scomunica: "Quanto alla commissione algoritmi – ha sottolineato Meloni – credo si sappia che non è stata una mia iniziativa e ho detto tendenzialmente quello che pensavo".

L'ex premier: "Lascio l'incarico. Peccato, ci perdono qualcosa"

Parole, quelle della presidente del Consiglio, che hanno provocato, come da automatismo politico d'altri tempi (quelli di Giuliano Amato, ndr) le dimissioni del costituzionalista. "L'organismo in questione – ha spiegato Amato – istituito per studiare rischi e opportunità legati all'intelligenza artificiale, è una commissione della presidenza del Consiglio. E visto che la mia nomina non risulta essere un'iniziativa della presidente del Consiglio lascio senz'altro l'incarico. Peccato, ci perdono qualcosa... Ma a me semplificherà la vita". L'ex premier è poi tornato sull'intervista incriminata: "Ho evidenziato un altro problema, come sa chi ha letto davvero l'intervista. Ho parlato dell'accoglienza delle decisioni della Corte, chiunque l'abbia eletta, e ad oggi in Italia non è mai stata la Presidente del Consiglio a porre questa questione. Hanno cominciato altri esponenti della sua maggioranza, ma non lei".

Cos'è la commissione algoritmi

La commissione algoritmi è stata voluta dal governo Meloni per studiare l'impatto che avrà l'intelligenza artificiale sulla società. L'iniziativa è di Alberto Barachini, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, nonché ex giornalista Mediaset, che l'aveva così presentata: "È cruciale analizzare a fondo l'utilizzo, lo sviluppo e le ricadute dell'intelligenza artificiale nel settore editoriale e dell'informazione. Di qui la scelta di istituire un comitato presso il dipartimento per l'Informazione e l'Editoria formato da esperti e professori universitari che studierà l'impatto di questa tecnologia sul mondo del giornalismo e delle news". La nomina di Giuliano Amato, 85 anni e una lunga carriera politica alle spalle, aveva suscitato più di una perplessità, non essendo l'ex presidente del Consiglio particolarmente ferrato sull'argomento.

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