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Martedì, 30 Aprile 2024
Politica

Bersani non arretra: "No al governissimo, sarebbe risposta sbagliata"

In una conferenza stampa con il suo vice Enrico Letta il segretario del Pd fa il punto: "Noi siamo per la corresponsabilità istituzionale. Che però non si realizza con un ‘governissimo’ Pd-Pdl-Scelta Civica". Quindi l'attacco a Grillo

“Non raffiguratemi come il Bersani ostinato. Io ci sono e non vado al mare. La mia posizione, quella che ho proposto alle forze parlamentari, è quella del Pd. Se Bersani serve c’è, se sono un ostacolo, rimango a disposizione. L’obiettivo è il Paese”. Giovedì il segretario del Pd aveva rimesso nelle mani di Napolitano il mandato esplorativo. Troppo distante l’asticella del consenso al Senato. Il no di Grillo alla fiducia, il no di Berlusconi ad un governo politico senza il contributo del Pdl. Nuove consultazioni nel giro di 24 ore, altro giro altra corsa. Poi le due task-force dei saggi. Quattro giorni di silenzio, con in mezzo Pasqua e Pasquetta, fino alle 16 di questo pomeriggio, quando il candidato premier del centrosinistra è tornato a parlare.

E a far quadrato, sul suo futuro, certo, ma soprattutto sulla proposta del Pd. Che non si sposta di un metro rispetto alla scorsa settimana e rimane "l’unica percorribile per il Paese": il doppio registro. Da una parte l’azione di governo per quel che riguarda la delicatissima situazione economica e sociale, dall’altro la ‘convenzione’ parlamentare per la riforma della seconda parte della costituzione. Partendo da un paletto fisso: mai alla guida di un governo che non punti al cambiamento. Ovvero, proprio per dare quella discontinuità con il recente passato – la parentesi tecnica guidata da Mario Monti – mai ad un governissimo.

“Noi siamo per la corresponsabilità istituzionale. Che non si realizza con un ‘governissimo’ Pd-Pdl-Scelta Civica. Sarebbe una risposta sbagliata, perché finirebbe per raffigurare politica che si chiude nel fortino e si protegge. Abbiamo avanzato un’altra proposta e il mio appello è a guardarla meglio. E’ una proposta che tiene insieme la necessità di cambiamento e un percorso per le riforme istituzionali”. E se non bastasse, è ancora più chiaro: “Sarebbe un governo immobile, la politica in una zattera sempre più piccola in un mare molto agitato. Con Berlusconi abbiamo già un’esperienza alle spalle, il governo Monti e abbiamo già visto l’impasse”.

“Guardarla meglio”, due parole che Bersani ripete tre volte durante la conferenza stampa. Un nuovo appello alla responsabilità dei grillini per quel che riguarda l’agenda di governo; uno per quel lascia passare, quel non ostacolare l’avvio dell’esecutivo, rivolto a Berlusconi. Anche se Bersani, in questo, non ci va in punta di piedi. Se la sua missione esplorativa è fallita e quindi “preassorbita”, la responsabilità è anche del “disimpegno conclamato di Movimento 5 Stelle che ha avuto il voto di 8 milioni di elettori e a quanto pare intende metterli in frigorifero. Senza un governo il Parlamento non può andare avanti. Non c’è insulto o acrobazia che cancelli questa drammatica verità”.

Ma anche di Berlusconi, che avrebbe “accettato lo schema in qualsiasi forma”, purché fosse avallata la linea del Pdl sul successore di Napolitano: “La destra che designa il nuovo Presidente e noi che lo votiamo. Un atteggiamento improponibile e non accettabile”. Anche se, si dice pronto ad incontrare il Cavaliere purché “non ad Arcore o a Palazzo Grazioli". Sui nomi avverte: “Stiamo in modo ligio fedeli alla Costituzione, che chiama tutti noi a lavorare onestamente per una soluzione che sia di larga o larghissima convergenza parlamentare. Fino a prova contraria lavoriamo così”.

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Se si parla dei blocchi e dei veti parlamentari c’è chi gli chiede dei rimpianti di Crimi (per altro subito smentiti dalle parole di grillo): “Facessero una Direzione anche loro in streaming così capiamo tutti”. E ancora sui 5 Stelle: “Mi pare siamo qui a interpretarlo tra dichiarazioni e smentite”, ma resta il fatto che “chi ha avuto il 25% dei parlamentari ha voluto partecipare alla vita parlamentare e non renderla effettiva perché per partire ci deve essere il governo” che loro impediscono.

Conclude scacciando l’ipotesi di nuove elezioni: “Io la considero un'ipotesi disastrosa, così come gran parte del Parlamento. Purtroppo l’incrocio con il semestre bianco è stato un’ulteriore difficoltà perché può lasciare spazio a tatticismi”.

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