rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Tra saggi e Monti, Crimi ci ripensa: "Era meglio il governo Bersani"

Per il capogruppo al Senato del M5S la mossa di Napolitano "non ha senso". Ma Grillo frena il dietrofront: "Nessuna fiducia. Bersani non è meglio di Monti"

La mossa di Giorgio Napolitano al netto delle dichiarazioni o dei silenzi, ha scontentato un po’ tutti. Salvo i moderati di Scelta civica, rincuorati dalla nuova centralità affidata al governo Monti, le restanti forze parlamentari hanno, nella sostanza, gelato le ambizioni del capo dello Stato. Tanto da far irritare, e non poco, il Presidente della Repubblica. In uno sfogo riportato dal Corriere della Sera, Napolitano, non ha mancato di sottolineare la solitudine politica che sta lo accompagnando negli ultimi giorni del settennato: “Dopo sette anni di mandato sto finendo il settennato in modo surreale, oggetto di assurde reazioni di sospetto e dietrologie incomprensibili, tra il geniale e il demente”.

“Resto fino all’ultimo giorno del mandato”, aveva assicurato il Presidente giusto sabato, dopo la seconda tornata di consultazioni e l’ipotesi di dimissioni. Tre blocchi elettorali, tre posizioni a distanze siderali, l’una dall’altra. Per questo l’idea del gesto estremo, l’unica via per trovare rapidamente un suo successore che, una volta insediatosi, semmai scelga di sciogliere le Camere per dar vita a nuove elezioni. La via più comoda, forse la più logica. Non per Napolitano, non nel semestre bianco. Se non c’è la possibilità di formare un governo, almeno che ci sia una piattaforma programmatica su cui far convogliare le forze in campo. E magari da lì far nascere l’intesa. Queste l’idea del Colle, applaudita prima, subito bocciata poi. Tutti in piedi a sorreggere l’ennesimo sforzo del Presidente. Nel metodo, non nel merito. Nei fatti la task-force dei saggi, non è piaciuta.

ALFANO E LA CASA CHE BRUCIA – A partire dal Pd: stima e sostegno al Colle, freddezza verso i due gruppi di lavoro. Ancora più plateali le perplessità del Pdl. “Riteniamo opportuno – ha scitto in una nota Alfano – che il presidente Napolitano riprenda le consultazioni con le forze politiche, e che le stesse forze politiche riprendano a parlarsi. La casa brucia e non sarebbero comprensibili altri rinvii e dilazioni”. E su i nomi scelti dal capo dello Stato: “I ‘saggi’ facciano presto e riferiscano al Quirinale quanto prima. Il nodo politico resta irrisolto. Per noi l’alternativa è chiarissima: o c'è un’intesa politica piena che conduca a un governo di larga coalizione, o altrimenti è indispensabile andare subito al voto senza che sia resa impraticabile la finestra elettorale di giugno”. O larghe intese, politiche, o il voto. Il Pdl, nella sostanza, non si è smosso di un millimetro dalle posizioni di sempre.

Crimi-Lombardi-45 STELLE – Ad aumentare l’incertezza, nelle ultime ore, ci ha pensato il Movimento 5 Stelle. Sabato, un’ora dopo le parole di Napolitano, il coordinatore della comunicazione al Senato dei grillini, Claudio Messora, intervistato da Sky Tg24 aveva parlato di una “soluzione che si avvicina”. Ma Messora non è Grillo, e neppure Vito Crimi, il capogruppo al Senato dei 5 Stelle. Che questa mattina, sul suo profilo facebook ha dato vita ad un vero e proprio testacoda politico che ha fatto discutere. Meglio Bersani ad una nuova ‘fiducia’ a Monti: “Forse poteva essere intrapresa una strada mai percorsa prima, e cioè di affidare il governo a Bersani che con i suoi ministri poteva presentarsi al Parlamento e qualora non avesse ricevuto la fiducia poteva continuare, alla stregua dell'attuale governo Monti, senza la fiducia ma solo per gli affari ordinari. Almeno sarebbe stato rappresentativo di una maggioranza relativa e non di una strettissima minoranza come il governo Monti in regime di prorogatio”.

A vederla oggi, dopo tre settimane di aspre polemiche, dopo il no al ‘doppio registro’ proposto dal segretario del Pd, e a quel “pare di essere a Ballarò” di Roberta Lomabrdi nel giorno delle consultazioni con l’allora premier in pectore, il Crimi-pensiero appare tardivo e fuori tempo. E poco realista: la Costituzione parla chiaro. O i numeri ci sono o non ci sono, un governo non nasce se subito sfiduciato dalle Camere. Prima la fiducia, poi il modello Sicilia. Il contrario non solo non sta in piedi, non esiste.  
Finito qui? No, Crimi va avanti nella sua analisi: “Qual è invece il senso – il non senso, anzi – dell'iniziativa del Presidente? Anche se inizialmente poteva indurre l'impressione di una svolta verso la detronizzazione della casta politica, la scelta di Napolitano non è altro che un'ulteriore conferma della cecità che ha colpito la classe politica: ancora non ha compreso il risultato di queste elezioni”. Pentito, forse, del no grazie a Bersani, il capogruppo boccia prima Monti poi Napolitano.

GRILLO – Le parole in attimo fanno il giro della rete e rimbalzano nei giornali. Nostalgia Bersani? Così parrebbe. Con una precisazione: se Messora non né Crimi né Grillo, Crimi non Grillo. E allora il presidente del Movimento, direttamente dal suo blog, stabilisce nuovamente la gerarchia e in questo la linea politica: “Il M5S non accorderà nessuna fiducia, o pseudo fiducia,a un governo politico o pseudo tecnico (in sostanza di foglie di fico votate dai partiti). Bersani non è meglio di Monti, è semplicemente uguale a Monti, di cui ha sostenuto la politica da motofalciatrice dell'economia”. Crimi o non Crimi.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tra saggi e Monti, Crimi ci ripensa: "Era meglio il governo Bersani"

Today è in caricamento