rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
La polemica

La politica è figlia del boss mafioso, scoppia il caso: "Quella giornalista mi ha violentata"

Nuccia Albano, assessore alla Famiglia e alle politiche sociali in Sicilia, ha ammesso di essere la figlia del capomafia Domenico Albano: "Non posso rinnegare mio padre". Poi l'attacco alla giornalista di Report

Una domanda "scomoda", un passato che non può essere rinnegato e un legame di sangue da cui prendere le distanze. Sono gli ingredienti della polemica che infiamma sulla figura di Nuccia Albano titolare in Sicilia dell'assessorato alla Famiglia e alle politiche sociali, che al termine di una visita della commissione Antimafia allo Sperone è stata intervistata da una giornalista di Report, programma in onda su Rai 3, che ha chiesto la conferma sull'identità del padre: "Assessore, io le devo fare una domanda un po' delicata. A me risulta che lei sia figlia di Domenico Albano, ovvero il capomafia di Borgetto che protesse Salvatore Giuliano. È così?". Il quesito, come mostrano le immagini pubblicate anche sui social, ha provocato il disappunto della deputata regionale della Democrazia cristiana ed esponente del partito di Cuffaro, che adesso rischia di finire nell'occhio del ciclone.

Nuccia Albano figlia del boss: la replica

Incalzata dalla giornalista, Nuccia Albano ha confermato la parentela: "Non posso rinnegare mio padre. Ero soltanto una bambina, di questi fatti ne sono venuta a conoscenza da grande. Non rinnego la storia di mio padre, non ha avuto nessuna refluenza: né su di me né sulla mia famiglia". Una calma scossa dal susseguirsi delle domande, che ha poi scatenato il nervosismo dell'assessore: Volete buttare ombre sulla mia vita? Voi volete portare a casa lo scoop. Tutto questo ha un rilievo pubblico? Sono mafiosa?".


(Video da Report/Rai 3)

Un'intervista un po' troppo aggressiva, secondo Nuccia Albano, che in seguito ha pubblicato una nota per fornire ulteriori precisazioni: "Mentre stavo partecipando, in qualità di assessore alla Famiglia, alla Commissione antimafia convocata alla scuola Sperone-Pertini, sono stata 'violentata' da una giornalista di Report che mi ha sottoposto a una raffica di domande su mio padre. Premetto che è morto 60 anni fa, quando io ne avevo 10. Ho saputo, solo quando sono diventata grande, che aveva avuto problemi con la giustizia e che era stato in carcere. Ho di lui il ricordo di una bambina innamorata del proprio papà e da lui adorata. Sono stata a studiare in collegio dalle suore dall’età di 9 anni e lì ho saputo della morte di mio padre, avvenuta in ospedale, poi, da grande, sono venuta a conoscenza che era stato in detenzione".

"Sono cresciuta senza la figura paterna e con una madre che mi ha inculcato il desiderio della giustizia e l’amore per la legalità - prosegue la nota -. Tutta la mia vita è testimoniata da questa educazione alla legalità e rispetto della giustizia", prosegue. "L'essere madre e nonna e la mia vita professionale parlano del mio ostinato senso del dovere e della legalità. Mi addolora moltissimo e mi fa sanguinare il cuore che si sia voluto ricordare questa storia. Ma ciò non può cancellare l’amore di figlia per il padre".

"Lo ribadisco - conclude - con il cuore di una figlia che non è cresciuta con il proprio papà, non lo rinnego come padre, e non vedo come una figlia potrebbe rinnegarlo, ma la mia scelta di vita ha sempre preso le distanze dal fenomeno della mafia. Solo perché presa dalla concitazione per l’agguato, tesomi dalla giornalista di Report, ho detto che non rinnego la storia di mio padre. Ma è chiaro che volevo dire che non rinnego mio padre. Ho sempre lavorato all'insegna della giustizia e della trasparenza, valori che ho trasmesso ai miei figli e ai miei nipoti".

"Schifani prenda le distanze da Nuccia Albano"

La parentela tra Nuccia Albano e il boss Domenico è emersa dopo la denuncia del deputato regionale Ismaele La Vardera, vicepresidente della commissione antimafia all’Ars e presidente di Sud chiama nord: "Questa è una di quelle notizie che quando ti passano per le mani, fai fatica a credere. Dopo attente verifiche però, non posso non condividerla: ho scoperto che l’assessore regionale alla Famiglia, Nuccia Albano, è la figlia di un condannato per associazione mafiosa di Borgetto, Domenico Albano. Ma la cosa più grave è che la Albano è stata indicata da Totò Cuffaro a sua volta anche lui condannato per mafia. Della vicenda, so che se ne sta occupando anche la trasmissione Report, che sulla vicenda sta  girando un servizio".

"Non credo - sottolinea La Vardera - che le colpe dei padri debbano cadere sui figli e sono consapevole che Nuccia Albano ha una storia e una carriera importante. Lei infatti è stata la prima donna medico legale e, addirittura, è stata tra coloro i quali hanno svolto l’autopsia sul corpo di Giovanni Falcone e di Libero Grassi. Mi chiedo però, se è normale che questa vicenda sia stata sempre nascosta?  È normale che l’assessore Albano avendo quel padre così scomodo non ne abbia mai preso le distanze in pubblico, per rivendicarne una netta contrapposizione? Il silenzio in questi faccende è pericoloso. Se lei fosse stata nominata da qualsiasi altro partito forse questa mia denuncia avrebbe un peso diverso. I dubbi sorgono perché a sponsorizzarne la nomina all’interno della giunta Schifani sia stato proprio il partito di Cuffaro. Cuffaro sa che l’Albano è figlia di un boss?  Renato Schifani sa che un suo assessore è la figlia di un boss? Non mi resta che chiedere all’onorevole Nuccia Albano di chiarire quanto prima e a prendere le distanze dalla mafia e soprattutto da suo padre. Ma non è tutto perché il mio invito va anche al presidente della Regione, Renato Schifani che deve dire a tutti i cittadini siciliani cosa pensa di questa storia, dai contorni assai opache".

Attacchi anche da parte del segretario regionale del Pd Sicilia Barbagallo: "Le colpe dei padri non possono ricadere sui figli, ma da chi è chiamato a rappresentare la Sicilia non possiamo accettare zone d’ombra. Se umanamente possiamo capire - i sentimenti di una figlia non possiamo, però, accettare parole ambigue da parte dell’assessora. Riteniamo moralmente grave quanto avvenuto e auspichiamo un intervento rapido del presidente Schifani affinché rimuova l’Albano. Non può esserci spazio in nessuna giunta di qualsiasi colore per chi non censura e si dissocia dalla storia più nera è orribile della Sicilia".

Segui Today anche sul nuovo canale WhatsApp

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La politica è figlia del boss mafioso, scoppia il caso: "Quella giornalista mi ha violentata"

Today è in caricamento