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Sabato, 27 Aprile 2024
ECONOMIA

Pil, governo sbaglia previsioni: addio "ripresa 2013"

Come anticipato, nell'aggiornamento al Documento economia e finanza Monti e Grilli sono costretti a rivedere al ribasso le stime sul prodotto interno lordo: per il 2012 si passa dalla previsione di -1,2% a -2,4%. Altro che "luce in fondo al tunnel"

Chissà se sentiremo ancora il premier Mario Monti ribadire che "la parte peggiore della crisi è ormai alle spalle" e che "si intravede la luce in fondo al tunnel".

Come avevamo anticipato il 18 settembre, il ministero dell'Economia è stato costretto a rivedere al ribasso le stime sul Prodotto interno lordo. E così nell'aggiornamento al Documento economia e finanza il governo ha trasformato il concetto di "fiducia" in "effetto trascinamento".

Un modo decisamente più accattivante per spiegare che le stime per il 2013 sono peggiorate e che, no, non ci sarà crescita nell'anno a venire ma ancora crisi. Quella che, almento teoricamente, si dovrebbe chiamare "recessione".

I DATI - Per tutta l'estate ci è stato ripetuto che i vari tagli portati avanti dall'amministrazione Monti sarebbero serviti a vedere finalmente il segno positivo in relazione al Pil nel 2013. Così non sarà. Nel 2012, infatti, la 'non crescita' dell'Italia si attesterà a -2,4% rispetto alla stima del -1,2%. Risultato, nel 2013 si passa da un 'fiducioso' +0,5 a un preoccupante -0,2%.

MONTI - Nonostante ciò, Monti si rifiuta di parlare di crisi. Figuriamoci di recessione. Il nuovo concetto coniato dal premier per spiegare il peggioramento delle stime in relazione al Pil per quest'anno e quello che verrà è "effetto trascinamento".  

Tutto per dire che, "sì", le stime per il 2013 sono peggiorate, la crescita sarà ancora negativa per lo 0,2%, ma tuttavia "l'andamento è in ripresa", e dunque è ancora valida la convinzione più volte espressa: "La luce si vede" in fondo al tunnel della crisi. Perchè comunque, segnalano dal suo staff, "nel 2013 ci sarà già un'inversione del ciclo economico".

RIGORE SU RIGORE - Se la crescita è ancora un auspicio, la certezza è invece il rigore. Presentando la nota d'aggiornamento al Def, con tutte le stime riviste al ribasso, Monti ci tiene a confermare che il "cardine" della politica del governo resta quello, ovvero il pareggio di bilancio nel 2013.

RISCHIO AUMENTO IVA - Obiettivo possibile, nonostante il peggioramento del quadro macroeconomico, senza ricorrere a 'stangate': "Stiamo lavorando per fare l'opposto", ovvero evitare "sine die" l'aumento di due punti dell'Iva, grazie al lavoro di spending review e dunque non agendo sul lato delle entrate ma su quello della spesa.

SPENDING REVIEW IN ARRIVO - In ogni caso, quella del consolidamento economico è per Monti una scelta irreversibile: "Certo è che se l'Italia non dovesse continuare in maniera risoluta sulla strada intrapresa, non solo i mercati darebbero segnali negativi ma troveremmo più difficile esercitare quell'influenza che finora abbiamo esercitato sulla politica europea".

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