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Martedì, 30 Aprile 2024
A che punto siamo con i diritti

Perché la sanatoria della Bellanova resta un miraggio

Quella riforma, ideata e presentata un anno fa dall’allora Ministro per le politiche agricole Teresa Bellanova, doveva servire proprio a contrastare il lavoro nero. Ma qualcosa non ha funzionato e i numeri continuano ad essere impietosi

Sembrava una riforma destinata a riscrivere il futuro di un paese che vive da decenni un paradosso: con la legge (Bossi-Fini) alza i muri nei confronti dei fenomeni migratori, salvo poi cercarne il supporto quando servono badanti, operai e braccianti nei campi. Al punto da organizzare voli di linea, come ha fatto Coldiretti a marzo, per portare in Italia 142 lavoratori extracomunitari dal Marocco in soccorso della stagione agricola: c’erano da salvare i raccolti che altrimenti sarebbero rimasti nei campi e in quel caso i migranti servivano. Il problema è che li si possono anche trovare a lavorare sottopagati, senza garanzie, senza un contratto regolare. Invisibili.

Sanatoria migranti Bellanova, i dati sconfortanti 

Sarebbe dovuta servire a trovare una soluzione proprio a quel lavoro nero, la riforma ideata e presentata un anno fa dall’allora Ministro per le politiche agricole Teresa Bellanova, che si era commossa in conferenza stampa per quanto sentisse sua quella normativa. Ma la sanatoria non è mai decollata. Lo dicono i numeri. Se, da una parte, l’esponente di Italia Viva aveva pronosticato una emersione di circa 500mila persona, in realtà le richieste arrivate sono poco più di 200mila, di cui una minima parte dal mondo agricolo, ma soprattutto di cui solo il 5% ha trovato accoglimento. La maggioranza delle richieste di regolarizzazione si è arenata o semplicemente è stata respinta, con dati imbarazzanti se si guarda alle grandi città italiane. Stando al dossier della campagna “Ero Straniero” dei Radicali Italiani, a Roma, al 20 maggio, su un totale di circa 16mila domande ricevute, solo 2 pratiche sono arrivate alla fase conclusiva e non è stato ancora rilasciato alcun permesso di soggiorno. A Milano, su oltre 26 istanze ricevute, poco più di 400 sono i permessi di soggiorno rilasciati.

Ma come si spiega questa enorme impasse?  In un certo senso è proprio Teresa Bellanova, attuale Vice Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, in una intervista a Today.it a spiegarlo. I motivi sono principalmente due: questioni di carattere burocratico, soprattutto legate alla carenza di personale nelle Prefetture e nelle Questure; il secondo è un problema di comunicazione o comunque di fiducia nelle istituzioni, per cui il dubbio è che i primi a non aver seguito il tracciato della legalità siano stati proprio i destinatari a cui l’ex Ministra aveva teso una mano. Tuttavia era stata proprio Tresa Bellanova a rilanciare la sua riforma in un'intervista su Today.it dopo aver parlato con la Ministra dell’Interno Lamorgese: “L’assunzione degli 800 lavoratori interinali per rafforzare le Prefetture - Sportelli Unici per l’immigrazione si è avviata il 22 marzo scorso, con un primo step di 328 unità effettive e ora mi risulta si stia procedendo con le altre unità. In servizio ci sono già 629 lavoratori e nei prossimi mesi dovrebbero arrivarne altri 171. A quel punto non dovrebbero esserci più ritardi o intoppi.”

"Regolarizzare tutti i migranti che hanno fatto richiesta": raffica di assunzioni per la sanatoria Bellanova

Eppure intoppi ancora sembrano esserci. "A un anno dall'apertura della finestra per presentare le domande di emersione e regolamentazione dei lavoratori migranti la situazione è davvero sconfortante - afferma in una nota Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani. - Questo stallo si traduce in lavoratori, tra cui badanti e braccianti agricoli, senza assistenza sanitaria e vaccino. Una situazione potenzialmente rischiosa innescata dal sovrappiù di burocrazia che blocca e rallenta oltremodo le procedure e toglie la dignità della regolarizzazione ai lavoratori migranti nel nostro Paese. Insieme a tutti i promotori di Ero Straniero chiediamo al ministero dell'Interno di intervenire immediatamente per superare gli ostacoli burocratici e velocizzare l’iter delle domande e al Parlamento di discutere finalmente la proposta di legge di iniziativa popolare della campagna che prevede interventi a lungo termine per ampliare le maglie della regolarizzazione e favorire legalità e integrazione. Oppure dobbiamo pensare che per il governo fermare il lavoro nero non sia una priorità?".

Difficile dire se il Governo di Mario Draghi abbia o meno tra le priorità i diritti, ma di sicuro in questo caso le cose non stanno funzionando. Lo conferma anche l’esperienza di un’assistente familiare in emersione a Milano che racconta: “Ti rimandano indietro. Dicono che con permesso provvisorio l'iscrizione al Servizio Sanitario non si può fare. Ma non è vero! Io ho diritto al medico di base! Quando sarò vaccinata? Ho 55 anni, le persone della mia età a Milano possono già prenotare su internet. E se io mi ammalo, chi sta con la mia signora, che ha 89 anni? Mi mandano via”.

E’ come se la riforma fosse un ingranaggio che gira a vuoto all’interno di un meccanismo a cui non si aggancia bene, in modo da far funzionare a dovere la macchina. “Era necessaria una finestra maggiore e più strumenti, anche di comunicazione, perché la norma fosse conosciuta di più. Raggiungere le persone negli insediamenti informali non è facile. Credo che proprio su questo ci siano stati non pochi vuoti" ha confermato l’ex Ministra renziana, che almeno ha avuto il merito di portare alla luce che una domanda di diritti civili in Italia c’era e c’è tutt’ora. Sta al Governo decidere se rispondervi o no.

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