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Sabato, 27 Aprile 2024
L'idea

Case popolari per tassisti e infermieri: la proposta di Santanchè

Come Salvini, la ministra per il Turismo ha detto che bisogna far accedere agli alloggi anche altre categorie. Non è chiara la proposta che però apre riflessioni sul tema: dalle forze dell'ordine sfrattate ai bandi incostituzionali delle Regioni

Non è chiaro se si tratti di una provocazione o di una reale proposta, ma la ministra del Turismo Daniela Santanchè ha detto che bisognerebbe allargare anche a tassisti e infermieri le categorie che hanno diritto alle case popolari. Lo scopo è quello di aiutare questi lavoratori a "vivere in città". Nello specifico si parla di Milano, visto che le parole di Santanchè arrivano da un convegno sulla casa in Regione Lombardia a cui la ministra ha partecipato oggi, lunedì 11 dicembre 2023, ma il contesto di riferimento potrebbe anche essere più ampio. E il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini aveva già detto qualcosa in proposito, con il suo "Piano casa".

Che cosa ha detto Santanchè sulle case popolari a tassisti e infermieri

"Bisogna far accedere alle case popolari ''altre categorie, non soltanto le forze dell'ordine che è giusto e va bene, ma anche infermieri e tassisti, in modo che riusciamo ad aiutare quelle persone che lavorano a Milano a poter vivere in città ''. Sono state queste le testuali parole di Daniela Santanchè, pronunciate a un convegno sulle politiche abitative che si è tenuto oggi in Regione Lombardia.

Le dichiarazioni di Santanchè fanno discutere, viste le notevoli polemiche sulle mancate riforme per la liberalizzazione nel settore dei taxi e i tagli alla sanità che hanno colpito anche le pensioni del personale infermieristico. Nel frattempo, la ministra è al centro di altre tensioni politiche, con il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte che ha chiesto le sue dimissioni in una lettera aperta indirizzata alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Non ci sono altri dettagli sulla proposta di Santanchè che però apre riflessioni sul tema, a partire dalle ultime criticità dell'Erp, l'edilizia residenziale pubblica, tra bandi delle regioni incostituzionali perché ostacolano la richieste degli extracomunitari alle forze dell'ordine che rischiano lo sfratto. Gli alloggi Erp non sono altro che le case popolari, alloggi a prezzi agevolati destinati a persone con dei precisi limiti di reddito previsti dalla legge. Ogni Regione ha le proprie leggi e i comuni i loro regolamenti, ma le forze dell'Ordine hanno diritto a una quota di questi alloggi secondo delle ripartizioni percentuali.

Ad esempio, in questo bando del Comune di Milano si assegnano 48 appartamenti dei Servizi abitativi pubblici agli appartenenti di Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia penitenziaria e ai Vigili del fuoco in servizio nel capoluogo lombardo.

Il caso delle forze dell'ordine a rischio sfratto e il "Piano casa" di Salvini

48 famiglie di poliziotti, carabinieri e finanzieri sono a rischio sfratto dai loro alloggi a Collina delle Muse, nel quartiere Montespaccato a Roma. laLa storia è stata riportata più volte da RomaToday: la società che ha costruito gli alloggi ha deciso di non rinnovare i contratti, mettendo le case in vendita a prezzi di mercato, elevati per le possibilità delle famiglie residenti. Così, l'unica alternativa è lo sfratto. 

In un question time al Senato, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha risposto sul tema dicendo che il suo ministero, la Prefettura e il comune di Roma sono al lavoro per risolvere la questione, aggiungendo che il governo è al lavoro per un "Piano casa nazionale": "Entro la fine dell'anno convocheremo il primo tavolo che aspetta da alcuni decenni di essere ripreso in mano, non solo per le Forze dell'ordine, ma perché il tema della proprietà e dell'affitto, non solo per i meno abbienti, ma anche per la classe media, è ormai un tema di rilevanza nazionale, cui presteremo tutta l'attenzione delle istituzioni, a partire dal mio Ministero".

 In un'altra occasione, al Congresso degli Ordini degli ingegneri d'Italia, Salvini sosteneva che il "Piano Casa" riguardava "la borghesia, gli studenti, i lavoratori non solo meno abbienti". L'idea di Santanchè non è dunque isolata.

Le leggi regionali incostituzionali sugli alloggi popolari: cosa succede

Nel frattempo, diverse leggi regionali sono state dichiarate incostituzionali e altre sono state rimandate alla Corte per le stesse ragioni. Il motivo è un requisito per ottenere l'alloggio, secondo cui  occorre "avere la residenza anagrafica o l'attività lavorativa esclusiva o principale da almeno cinque anni nel territorio regionale, con almeno tre anni, anche non continuativi all'interno dell'ambito di competenza degli enti gestori delle politiche socio-assistenziali o essere iscritti all'Aire". 

La Corte Costituzionale si è già pronunciata sulle leggi delle Regioni Marche, Liguria e proprio Lombardia,  sancendo l'incostituzionalità del requisito della residenza quinquennale, come riportato dall'Associazione per gli studi giuridici sull'Immigrazione (Asgi), perché contrario ai principi di uguaglianza e ragionevolezza previsti dall'art. 3 della Costituzione. Così, ad esempio, cittadini stranieri o non residenti da almeno 5 anni si trovavano esclusi dal diritto a un alloggio popolare. A questo e ad altri problemi dovranno rispondere Salvini e Santanchè.

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