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Lunedì, 29 Aprile 2024

Seggi e privilegi: le riforme mai fatte dalla "Casta" del Parlamento

Sergio Rizzo, sul Corriere della Sera, fa "i conti" alle tante sbandierate riforme parlamentari su "seggi e privilegi". Un bilancio, ovviamente, in rosso

«Abbiamo lavorato per anni a vuoto», allarga le braccia il senatore dell'Idv Francesco «Pancho» Pardi. Ricordate la riduzione del numero dei parlamentari? Sembrava che non ci fosse missione più importante. Perfino i duellanti del Partito democratico, Matteo Renzi e Pier Luigi Bersani, divisi praticamente su tutto, erano concordi. In Senato era stata raggiunta addirittura un'intesa. Non certo il dimezzamento dei seggi che praticamente chiunque aveva promesso, bensì una più potabile (per i partiti, naturalmente) sforbiciata del 20 per cento. Si sarebbe passati dagli attuali 945 a 762 parlamentari: 508 deputati e 254 senatori. «Non c'è alcun dubbio», giuravano ancora a giugno Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello dal quartier generale del Popolo della libertà. «La riduzione del numero dei parlamentari verrà approvata, in tempi brevissimi e con il voto convinto del Pdl che sul punto non si è spostato di una virgola». Peccato che proprio la forzatura sulla proposta di riforma costituzionale semipresidenzialista, fortemente voluta da Pdl insieme alla Lega Nord, abbia fatto saltare tutto. La riduzione del numero dei parlamentari è arenata in Senato. Più che arenata: morta e sepolta.

Sergio Rizzo, sul Corriere della Sera, fa "i conti" alle tante sbandierate riforme parlamentari su "seggi e privilegi". Un bilancio, ovviamente, in rosso.
Un editoriale, che si chiude, con amarezza, così:

Perché in questo travagliato scorcio di legislatura i partiti sembrano più concentrati sulla propria sopravvivenza. Al punto da perdersi per strada altre cose che li riguardano direttamente. Qualcuno sa dire che fine ha fatto la legge con la quale si dovrebbe finalmente dare attuazione all'articolo 49 della Costituzione, quello che riguarda proprio i partiti politici? L'avevano messa in cantiere dopo gli scandali dei tesorieri di Margherita e Lega Nord, insieme al provvedimenti sui controlli dei bilanci. Era sul punto di essere votata alla Camera. Ma siccome aspetta da quasi 65 anni, forse hanno pensato che può attendere ancora...

Fonte: Corriere della Sera →
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