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8 luglio: Giornata Internazionale del Mar Mediterraneo

Dal pericolo della plastica, allo sfruttamento ittico. Cosa significa celebrare il Mediterraneo

Mar Mediterraneo: un gioiellino della natura, habitat di oltre 12mila specie, tra il 4% e il 12% della biodiversità marina mondiale. Ma anche uno dei luoghi più minacciati dell’intero pianeta, data la presenza di migliaia di rifiuti che vi si stabilizzano ogni anno.

Oggi più che mai l’informazione su questo tema è fondamentale per sensibilizzare in modo definitivo un mare che, se non preservato, rischia di perdere il suo prestigio secolare.

Ogni anno, infatti, la “celebrazione” di uno dei mari più belli del pianeta, fissata simbolicamente per l'8 luglio, viene messa da parte per affrontare criticità sempre più evidenti. Lo scorso anno, per esempio, grossa importanza è stata data a tutti coloro che nel Mediterraneo hanno cercato (e tuttora cercano) speranza , rimettendoci il più delle volte la stessa vita: donne, uomini e bambini che hanno tentato di attraversare il Mediterraneo, in fuga dalla guerra o dalla fame. Per tale motivo lo slogan dello scorso 8 luglio 2020, nel tentativo di coinvolgere i paesi da cui tali sbarchi sono avvenuti è stato: “Un mare di pace”.

Come ripulire il Mediterraneo dai rifiuti plastici:la challenge

Il pericolo della plastica

Uno studio afferma che l’Italia è nella Top3 dei Paesi che riempiono di plastica il Mediterraneo, con 34mila tonnellate di rifiuti ogni anno, assieme a Egitto e Turchia. Le previsioni sono catastrofiche:  la quantità di plastica nel Mediterraneo è destinata a crescere del 4% ogni anno. Provvedimenti drastici atti a controllare questo fenomeno sono divenuti obbligatori. Slow Fish, rassegna di eventi per la sensibilizzazione verso la preservazione delle acque, ha ammonito il territorio italiano e considerato insufficiente l’impegno che sta ponendo per fermare l’utilizzo della plastica monouso.  “Il governo deve intervenire urgentemente per salvare i mari dalla plastica”, hanno reclamato lo scorso anno gli organizzatori della rassegna .

Sfruttamento ittico

Secondo la FAO, Food and Agriculture Organization, agenzia dell’ONU fondata nel 1945, l’area marina che tiene insieme Mar Mediterraneo e Mar Nero è quella soggetta a maggiore sfruttamento ittico.

Il Mediterraneo è attualmente il mare più sovrasfruttato del mondo, con oltre il 90% di stock pescati oltre quello che è considerato il livello sostenibile, vale a dire, al di sopra del rendimento massimo sostenibile. Attualmente le specie più importanti a livello commerciale nel mar Mediterraneo, quali il nasello europeo, la triglia o la rana pescatrice, sono sfruttate 10 volte di più rispetto a quanto consigliato dagli scienziati.

Convenzione di Barcellona

Una delle colpe principali che viene attribuita all’Italia è quella di non rispettare in modo analitico gli obblighi previsti dalla Convenzione di Barcellona, istituita nel 1976, e che consistono nell’attuazione di azioni precauzionali per prevenire, combattere ed eliminare l'inquinamento dell'area del Mar Mediterraneo e per proteggere e valorizzare l'ambiente marino dell'area. La Convenzione inoltre invita le Parti a lavorare in maniera congiunta e promuove attività per lo sviluppo sostenibile delle comunità del Mediterraneo.

A sostegno dei contenuti emessi in seguito alla Convenzione di Barcellona, sono stati ideati numerosi progetti che oggi si occupano di vigilare, monitorare e gestire l’impatto dei rifiuti plastici sulla biodiversità.

Ultima ma non meno importante proprio l’istituzione di tale Giornata internazionale, che ha l’obiettivo di sensibilizzare in modo netto e radicale i Paesi membri ma anche i comuni cittadini del mondo sui pericoli e i rischi presenti nel Mare Nostrum.

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