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Lunedì, 29 Aprile 2024
Euro 2021

Italia campione d'Europa, il trionfo di Roberto Mancini: tutti i meriti del ct

Gli azzurri hanno conquistato i campionati europei superando in finale ai calci di rigore l'Inghilterra

Lo abbiamo scritto più volte: questa è la vittoria di Roberto Mancini. Sì, perché diciamocelo, nessuno di noi, soltanto tre anni fa, avrebbe mai pensato che saremmo potuti arrivare fino in finale agli Europei e poi addirittura vincerli. La ferita per la mancata qualificazione ai Mondiali 2018 era ancora troppo fresca, troppo dolorosa. Il nostro calcio sembrava sprofondato in un lungo baratro, costretto ad un ruolo da comprimario per chissà quanto tempo. Invece, con l'arrivo del "Mancio" sulla panchina dell'Italia, in pochi mesi tutto è cambiato.

Italia, la rinascita con Mancini: mentalità e calcio moderno

Era una Nazionale a pezzi, quella ereditata da Mancini nel maggio 2018. Soltanto pochi mesi prima gli azzurri si erano visti sbattere la porta in faccia dalla Svezia mancando clamorosamente la qualificazione alla Coppa del Mondo di Russia. Era un'Italia senza gioco, senza idee, senza un'anima. Il tecnico ha così dovuto lavorare fin da subito sulla testa, infondendo nuova autostima al gruppo di giocatori a propria disposizione. Poi è arrivata la trasformazione tattica: l'Italia, da Nazionale tradizionalmente difensiva, è diventata una squadra moderna, di quelle che amano comandare il gioco mantenendo il più a lungo possibile il possesso palla. Da qui la scelta, in origine considerata coraggiosa se non fin troppo azzardata, di formare un centrocampo di palleggiatori, con Jorginho e Verratti ("il doppio regista") in campo contemporaneamente. E poco importa se potevamo pagare centimetri e muscoli nei confronti degli avversari, lo scopo di Mancini, fin dall'inizio del suo corso, era soltanto uno: giocare a calcio.

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In attacco, poi, libero sfogo all'estro e alla fantasia dei giocatori di maggior talento, a partire da quel Lorenzo Insigne spesso ai margini nelle gestioni precedenti e finalmente protagonista anche in Nazionale oltre che con il suo Napoli. Per non parlare della fiducia a Berardi, dell'esplosione di Chiesa, della protezione rivolta dal ct a Ciro Immobile anche nei momenti più complicati. E proprio questo è stato un altro tassello fondamentale del lavoro svolto da Mancini: far sentire tutti importanti, tutti degni di meritare un posto in squadra, anche coloro che il campo lo vedevano meno. Basta guardare le esultanze ai gol nel corso di questo Europeo: non quelle in finale o in semifinale, dove l'adrenalina è ingrediente intrinseco all'evento, ma quelle nella fase a gironi, quando la strada verso Wembley era ancora lunga. Già allora, ad ogni rete azzurra, ogni componente della panchina schizzava in campo ad abbracciare i compagni, con un sorriso forse ancor più grande dei protagonisti sul rettangolo verde. Scene bellissime, che già allora dovevano forse farci presagire questo incredibile finale.

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