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Lunedì, 29 Aprile 2024
strette di mano / Egitto

Meloni alla Cop 27 in Egitto: cosa aspettarci su caso Regeni e clima

Il vertice internazionale sul clima è il primo appuntamento per Meloni al di fuori dell'Europa, con diversi incontri critici: su tutti, quello con il presidente egiziano Al Sisi, il primo ufficiale di un Presidente del Consiglio italiano dall'omicidio di Giulio Regeni. I temi sul tavolo

È iniziata la Cop27, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che quest'anno si tiene a Sharm el-Sheikh, in Egitto. Diversi Stati vi partecipano, con assenze notevoli, ma anche debutti, come quello di Giorgia Meloni, al suo primo vertice internazionale dopo l'esordio in Europa. L'attenzione è rivolta al clima, ma soprattutto all'incontro con il presidente egiziano al-Sisi dopo le tensioni diplomatiche causate dall'omicidio di Giulio Regeni e dal caso Zaki. In generale, le aspettative sulla conferenza sono basse, mentre i dati sul clima sono sempre più allarmanti, con alcuni obiettivi previsti da precedenti summit già falliti. Questi incontri dovrebbero diminuire il gap di ambizione tra quello che si dovrebbe fare per ridurre il riscaldamento globale e quello che le nazioni stanno realmente facendo: ma le differenze sono ancora troppo ampie.

Cosa è la Cop27 e quali sono gli obiettivi

La Conference of the parties è il vertice globale sul clima organizzato dalle Nazioni Unite. Nei giorni della conferenza si tengono riunioni, colloqui e tavole rotonde per concordare le misure da adottare per ridurre le emissioni di gas serra e e mitigare la crisi climatica. 

Lo scopo principale della Cop27 è garantire l'attuazione dell'Accordo di Parigi, che prevedeva di limitare il riscaldamento globale entro i 2 gradi centigradi, meglio se 1,5. In più, al centro dell'agenda degli incontri di Sharm el-Sheikh c'è la questione del Loss and Damage, il finanziamento ai Paesi più poveri e maggiormente colpiti dai danni causati dal cambiamento climatico.

I dati sul clima dicono che siamo in ritardo, troppo

Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (Unep), alle condizioni attuali arriveremo a un riscaldamento di 2,8 gradi entro la fine del secolo. Nella scorsa edizione della conferenza sul clima, la Cop26 che si è tenuta a Glasgow nel 2021, ci si era accordati per rivedere i piani di riduzione delle emissioni e cercare di mantenere raggiungibile l'obiettivo di un aumento massimo di 1,5 gradi. Ad oggi siamo già a 1,15 gradi di aumento rispetto ai livelli pre-industriali, cioè la temperatura media del periodo che va dal 1850 al 1900.

"Maggiore è il riscaldamento, peggiore è l'impatto".

In occasione della Cop27 in Egitto è stato diffuso il rapporto "Stato del clima globale nel 2022" dell'Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo). I dati sono allarmanti: secondo il report, gli ultimi 8 anni sono stati i più caldi da quando si raccolgono i dati, i livelli dei mari si stanno alzando sempre più e i ghiacciai si stanno sciogliendo a ritmi record. La causa è l'alta concentrazione di gas serra nell'atmosfera che continua ad aumentare e le conseguenze più immediate sono eventi estremi come ondate di caldo, siccità e alluvioni.

I dati sul riscaldamento globale

"Maggiore il riscaldamento, peggiore l'impatto: abbiamo livelli così alti di anidride carbonica nell'atmosfera oggi, che l'obiettivo di 1,5 gradi dell'Accordo di Parigi è a malapena raggiungibile", ha commentato Petteri Taalas, segretario generale della Wmo

Le posizioni dei paesi partecipanti alla Cop 27

L'Italia si presenta alla Cop27 con la neo presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Alla vigilia della partecipazione hanno confermato che il nostro Paese avrà un ruolo attivo nelle politiche di contrasto al riscaldamento del Pianeta per mantenere gli obiettivi climatici raggiunti alla Cop26 di Glasgow. Un occhio di riguardo però sarà dato alla sostenibilità sociale ed economica delle misure di mitigazione al cambiamento climatico, soprattutto per la crisi del gas che sta attraversando l'Italia insieme ad altri stati europei. 

L'Unione Europea si è messa in prima fila per la lotta al cambiamento climatico con il Green Deal, il programma per azzerare le emissioni inquinanti entro il 2050. Alcuni risultati positivi sono stati già raggiunti, e ora la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen porterà in Egitto il mandato negoziale dell'Ue, concordato dai ministri dell'Ambiente, che tra le altre cose prevede di dar vita a un programma di lavoro sulla mitigazione dei cambiamenti climatici, maggiore impegno delle parti sulla riduzione graduale dell'uso del carbone e del metano e stop ai sussidi ai combustibili fossili, anche se alcuni stati stanno rispondendo alla crisi del gas aumentando la produzione di combustibili fossili, come Germania, Paesi Bassi, Austria e Ungheria.

Le emissioni di gas serra per stato

Gli Stati Uniti sono tra i paesi al mondo che emettono più gas serra, ma alla Cop27 arrivano in una posizione interlocutoria. Il presidente americano Joe Biden è riuscito a far approvare dal Congresso l'Inflation Reduction Act, una manovra da circa 370 miliardi di dollari sulla transizione energetica pulita. Tuttavia, se le elezioni di metà mandato dovessero portare più rappresentanti repubblicani al Congresso, il margine di azione della presidenza Biden potrebbe ridursi. 

Molto atteso il ritorno del Brasile, dopo 4 anni di scetticismo da parte del presidente di estrema destra Jair Bolsonaro nei confronti del cambiamento climatico: il vincitore delle elezioni Luiz Inacio Lula da Silva è stato invitato, anche se entrerà in carica nel gennaio 2023.

I paesi africani sono i protagonisti della Cop27 e partecipano in massa chiedendo l'adozione del Loss and Damage, un meccanismo finanziario per tenere conto delle "perdite e dei danni" causati dal cambiamento climatico a cui sono fortemente esposti. Secondo il Carbon Brief, da inizio 2022 le manifestazioni climatiche devastanti in Africa hanno ucciso almeno 4 mila persone e costretto circa 19 milioni a lasciare la propria abitazione, sfollati interni o profughi in Paesi confinanti. Ma non tutti i paesi sviluppati, cioè quelli che sono più reponsabili di altri delle emissioni, partecipano alla Cop27.

I grandi assenti

Cina e India sono i grandi assenti della Cop27. Il presidente cinese Xi Jinping è alla guida del Paese che oggi inquina di più al mondo: al termine della Cop26 di Glasgow la Cina aveva dichiarato che avrebbe lavorato su tecnologie innovative insieme agli Stati Uniti per ridurre la dipendenza dalle fonti fossili, ma le tensioni su Taiwan hanno interrotto il dialogo e Xi Jinping non farà parte del vertice.

Non ci sarà neanche l'indiano Narendra Modi, premier del Paese al quarto posto tra quelli più inquinati al mondo. Ad agosto 2022, l'India ha annunciato di impegnarsi a ridurre, entro il 2030, l'intensità delle emissioni del 45% rispetto a quelle del 2005. Ma la Cop di Glasgow aveva chiesto di ridurre l'uso dei combustibili fossili e il Paese prevede di raggiungere l'azzeramento di emissioni solo nel 2070.

Tra i grandi assenti c'è anche re Carlo III, che è stato scoraggiato dal governo a partecipare per poter presenziare a una prima uscita pubblica per uno scopo "più politico". Ma il sovrano britannico ha intenzione di convocare un evento con oltre 200 ospiti a Buckingham Palace, invitando oltre 200 politici, scienziati, manager di imprese green, attivisti ambientali e Ong.

Infine, non ci sarà neanche l'attivista svedese del clima Greta Thunberg, che ha motivato così la sua scelta: "Non andrò alla Cop27 per molte ragioni, ma lo spazio per la società civile quest'anno è molto limitato", ha detto Thunberg riferendosi all'Egitto, scelto per ospitare l'evento tra le polemiche degli attivisti provenienti da tutto il mondo a causa del clima dittatoriale nel paese. In più, secondo Greenpeace, Coca-Cola è uno dei principali sponsor di Cop27 pur essendo considerata una delle azienda più inquinanti al mondo e da sola responsabile del 10 per cento delle bottiglie di plastica disperse sul pianeta.

Cosa c'è dietro la visita di Meloni, tra clima e Giulio Regeni

La visita di Giorgia Meloni in Egitto non è solo la prima apparizione da presidente del Consiglio in un vertice internazionale: nessun capo di governo italiano era stato nel paese africano dopo l'omicidio di Giulio Regeni, su cui al-Sisi non ha collaborato, e il caso Zaki. All'arrivo a Sharm el-Sheik è stata accolta dal presidente egiziano al-Sisi, a cui ha stretto la mano. Alla vigilia il governo non ha fornito nessuna dichiarazione sul caso Regeni, come ci si sarebbe aspettato prima di un viaggio in Egitto e in analogia con gli scorsi governi. 

Meloni alla Cop27 in Egitto con al-Sisi

Meloni ha incontrato in un vertice bilaterale il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi. Durante l'incontro si è parlato di approvvigionamento energetico, fonti rinnovabili, crisi climatica e immigrazione. "L'incontro ha dato occasione al presidente Meloni di sollevare il tema del rispetto dei diritti umani e di sottolineare la forte attenzione dell'Italia sui casi di Giulio Regeni e Patrick Zaki", si legge in una nota di Palazzo Chigi.

Gli altri incontri bilaterali che avrà Meloni serviranno invece a delineare le linee di politica estera sui temi del momento: energia e migranti. Sul clima, alla Cop27 il governo presenterà il Fondo Italiano per il Clima, già previsto dalla legge di bilancio approvata dal governo Draghi. Alla scorsa Cop di Glasgow l'allora presidente del Consiglio Mario Draghi aveva annunciato l'impegno dell'Italia a mobilitare 1,4 miliardi di dollari l'anno per i  successivi 5 anni per il clima, rispetto ad una media di circa 500 milioni registrata negli anni precedenti. 

Per rispettare l'impegno è stato istituito dalla Legge di Bilancio 2022 presso il Ministero della Transizione  Ecologica il Fondo italiano per il Clima, con una dotazione di 840 milioni di euro. Il tema è il timore di alcuni settori rispetto alla transizione energetica, come visto con il settore dell'auto sui motori elettrici. In campagna elettorale le esternazioni del centrodestra sul clima sono state caute, ma spesso improntate alla tutela dei settori economici coinvolti nella transizione, come quello delle auto. Se però l'impegno non sarà globale, è chiaro che la situazione climatica del pianeta può solo peggiorare. 

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